Un listino prezzi ufficiale per i web designer: utopia o realtà?

Viene citato in qualsiasi conversazione tra web designer che veda come protagonisti clienti insolventi, lavori al ribasso e concorrenza sleale.

Per alcuni è una specie di bibbia da seguire sempre e comunque, senza la benché minima esitazione. Per altri una leggenda metropolitana da schernire, perché “sulla carta è facile, ma la realtà è un’altra cosa”.

Sto parlando del famoso “listino prezzi ufficiale ufficioso” per grafici e web designer: una sorta di creatura mitologica che, fino a poco tempo fa, era consultabile sul sito dell’AIAP (Associazione Italiana Design della Comunicazione Visiva).

Poi quelli dell’Associazione si sono fatti due conti, hanno rimosso il tutto e pubblicato un vademecum intitolato Guida alle prestazioni professionali, dal costo di ottanta euro.  Da quel momento il famoso “listino prezzi AIAP” è diventato ancor più una leggenda: se ne parla spesso, senza cognizione di causa e, il più delle volte, senza averlo mai consultato.

Tant’è.

Il popolo dei web designer freelance sull’argomento si divide in due.

La prima fazione dice:

“Sotto certe cifre e budget, il gioco a ribasso conviene non farlo. Meglio non lavorare, perché quello lavoro non è.”

La fazione contraria, in modo molto spontaneo:

“ ‘sti cazzi.”

Poi, ricomponendosi, aggiunge:

“Il tariffario AIAP può essere un punto di riferimento, ma a volte sfiora il demenziale”.

Cerchiamo di capirci qualcosa.

Quale tariffario ipotizza l’AIAP?

Nell’ultimo tariffario disponibile gratuitamente, l’AIAP prevedeva un tariffario simile: per la progettazione di un logotipo si va dai 3000 euro (per clienti che basano la propria attività in ambiti locali/regionali/provinciali) ai 40.000 euro (per clienti che operano in ambiti nazionali e internazionali); per la semplice scelta del carattere (font) e del colore un designer dovrebbe chiedere da un minimo di 800 euro a un massimo di 6.400 euro. Se poi il carattere venisse disegnato ad HOC, la cifra salirebbe vertiginosamente.

La “fornitura del file” nei formati jpg, tiff, eps prevede un corrispettivo di 200 euro PER OGNI FORMATO.

Ma concentriamoci sul web design, dove le cose si fanno ancora più interessanti.

  • Analisi dei contenuti (dalla fase di briefing a quella del concept):  dai 2.000 ai 16.000 euro
  • Architettura dell’informazione: dai 2.000 ai 16.000 euro
  • Progettazione layout (5 pagine): dai 4000 agli 8000 euro
  • Implementazione della grafica (XHTML/CSS/JS, ecc.) : dai 400 ai 1200 euro
  • In pratica, la progettazione di un sito di 5 pagine per un cliente che lavora in ambito locale/provinciale (il classico idraulico che ha il negozio all’angolo, insomma) dovrebbe farci guadagnare 8.500 euro, più o meno.

Demenziale non è la parola più adatta, suppongo, ma capisco come mai qualcuno ha scelto di utilizzarla in un contesto simile.

Perché questi prezzi non vanno bene

Eppure qualcuno difende a spada tratta questo tariffario: anche le realtà più piccole devono saper investire nella propria immagine.

Se ogni web designer interpellato proponesse un preventivo simile, l’idraulico sarebbe costretto ad accettare quel prezzo, e finalmente il nostro lavoro non verrebbe più svalutato.

Siamo noi a fare il mercato, non i clienti.

Un web designer professionista non dovrebbe lavorare per meno di 100 euro l’ora.

E cosi via. La maggior parte dei freelance, però, scuote la testa: a questi prezzi sarebbe impossibile prendere “pesci piccoli”, e bisogna essere obiettivi: un’azienda internazionale potrebbe anche investire 50.000 euro e oltre in un sito web (come previsto da questo tariffario), ma questo tipo di aziende si rivolgerebbe mai ad un freelance per la progettazione del proprio sito?

O, com’è più probabile, si rivolgerebbe a un team collaudato, a un’agenzia già operante nel settore da tempo, composta da numerose figure capaci di coprire ogni fase (quella di analisi, quella grafica, quella di sviluppo) per avere la certezza di un lavoro fatto come si deve?

(Perché quando una sola persona decide di fare tutto, generalmente lo fa male).

Quindi, per quello che è il nostro target medio (ricordiamoci anche che in Italia i siti web delle realtà più grandi li fanno sempre i soliti noti, con il solito e risaputo sistema dei “bandi” milionari) potrebbe mai essere applicabile una tariffa di 9000 euro per la progettazione di un sito web? Quanti preventivi verrebbero accettati con una condizione economica simile?

Il primo numero che ci è venuto in mente, e che diciamo con riluttanza, è ovviamente zero.

Ma non perché non siamo professionisti. E non perché il nostro lavoro non viene valorizzato.

Semplicemente perché prezzi simili, nel nostro background sociale ed economico, sono semplicemente fuori dalla portata di qualsiasi azienda di piccole/medie dimensioni. Non possiamo ignorare la crisi che sta investendo il nostro paese: le imprese falliscono, gli imprenditori sono sull’orlo del baratro. Investire sulla propria immagine e spendere 4000 euro per un logo non li salverà, lo sanno loro, e lo sappiamo noi.

Ma un tariffario pre-stabilito è fattibile?

Non è cosi semplice stilare un tariffario “reale, oggettivo e universale” per quanto riguarda il nostro lavoro. Le variabili sono numerose e si deve tenere conto di quella che è la richiesta del cliente, ma non solo.

Un sito web di cinque pagine può essere un semplice sito vetrina senza funzionalità particolari o un sito particolarmente complesso, magari un e-commerce, e richiedere quindi una mole di lavoro completamente diversa.  Bisogna tenere conto anche del nostro valore come web designer: che tipo di tariffa oraria proporremmo, sulla base della nostra esperienza e delle nostre competenze professionali? E bisogna tenere conto di CHI ci sta chiedendo il preventivo: un sito web di 5 pagine per la Nike ha per forza di cose un valore diverso da quello che avrebbe un sito di 5 pagine per la pizzeria di nostro cugino.

Infine, come abbiamo detto, dobbiamo tenere conto della situazione economica del contesto in cui viviamo, perché ovviamente in una situazione di benessere e stabilità economica le aziende sono più portate ad investire nella propria immagine ma, d’altro canto, in una situazione di disagio le spese di personal branding sono  – nelle aziende più piccole – le prime ad essere evitate.

Un preventivo ad hoc è sempre la scelta più indicata: diffida dai tariffari pre-compilati e dalle “chiacchiere di corridoio”: solo tu sai quanto vale il tuo lavoro, quante ore dovrai investire su un progetto, che tipo di impegno economico è capace di assumere il cliente a cui hai stretto la mano.

Se proprio vuoi una base di partenza più realistica da prendere come riferimento, ti consiglio questa, di cui riporto l’estratto per quanto riguarda un progetto di web design:

· Progetto struttura della navigazione e degli eventi: € 774,69
· Progetto interfaccia grafica: € 1.549,37
. Progettazione grafica delle singole pagine web (inclusa stesura in linguaggio HTML):
– Home page: € 154,94
– Pagine secondarie: € 51,65
– Pagina solo testi: € 25,82
– Pagina con elementi grafici di media complessità: € 77,47
– Pagina complessa (tabelle, form, frame, mappe, ecc…): € 129,11
. Banner pubblicitari (formato standard): € 413,17
. Animazioni: € 154,94

Ad ogni modo, prima del tariffario..

Concludo con una piccola osservazione personale. Credo che, al di là dell’AIAP o di qualsiasi altra associazione/ente/studio legale/ecc. , il vero tariffario di un professionista debba prendere forma da un bell’esame introspettivo di quest’ultimo.

Un professionista è consapevole del  valore del suo lavoro. Lo capisce confrontandosi  continuamente con la concorrenza; lo sa perché ascolta i feedback dei propri clienti e misura se stesso non sulla base della propria disistima o della propria presunzione, ma sulla base dei giudizi esterni, siano essi di colleghi, insegnanti o collaboratori.

Solo tu sai quanto tempo hai investito nella tua gavetta, quanti siti a 300 euro hai dovuto  realizzare per farti le ossa e migliorare ogni giorno un pochino di più. Sei l’unico a sapere quanti libri hai letto negli ultimi tre mesi, o quanto hai investito nella tua formazione. Se ti guardi alle spalle e analizzi il percorso che ti ha portato fino a qui, sei l’unico capace di giudicare il tuo andamento professionale e a dare un voto a ciò che sei riuscito a realizzare fino ad adesso.

Credi che tu debba ancora lavorare su di te, perché ancora hai molte lacune e non ti sentiresti a tuo agio con budget e progetti più grandi? Continua il tuo processo di crescita, stai basso con i prezzi, semina ciò che intendi raccogliere con il tempo. Progetterai un logo a cinquanta euro e un sito a trecento euro, e i “web designer seri”, quelli che “sono nati imparati” te ne diranno di tutti i colori.

Ma tu, fregatene.

Invece, sei pronto per presentarti a realtà più grandi e ad aumentare i  tuoi prezzi?

Fallo. Ma sii sempre pronto a metterti in discussione. A ridimensionare il tuo ego, quando serve.

Che ne pensi?

E tu che ne pensi? Sei dell’idea che un “tariffario riconosciuto” sia utile a tutelare i web designer freelance?  O che, trattandosi di un lavoro creativo, possa bastare un po’ di buon senso?

Se conosci qualche “tariffario” che ritieni valido, fammelo sapere. Sono pronta a ricredermi!

Ps. Non so se ci hai fatto caso, ma secondo l’AIAP il lavoro del grafico merita un compenso notevolmente superiore a quello del developer.  Questo mi dà una scusa per tirarmela un po’ con quegli sviluppatori accaniti del team YIW… in poche parole: tiè. Alla faccia vostra.

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L'autore

Web designer, lavora nel campo della grafica e dello sviluppo web da sei anni e al momento oltre a collaborare con una web agency gestisce con successo la sua attività di freelance sotto il nome di mascara design. Come molti freelance si è abituata a gestire più ruoli, spaziando dalla grafica cartacea allo sviluppo del codice xhtml e css; nonostante questo la sua passione rimane, sempre e comunque, la grafica per il web.

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