Un listino prezzi ufficiale per i web designer: utopia o realtà?
Viene citato in qualsiasi conversazione tra web designer che veda come protagonisti clienti insolventi, lavori al ribasso e concorrenza sleale.
Per alcuni è una specie di bibbia da seguire sempre e comunque, senza la benché minima esitazione. Per altri una leggenda metropolitana da schernire, perché “sulla carta è facile, ma la realtà è un’altra cosa”.
Sto parlando del famoso “listino prezzi ufficiale ufficioso” per grafici e web designer: una sorta di creatura mitologica che, fino a poco tempo fa, era consultabile sul sito dell’AIAP (Associazione Italiana Design della Comunicazione Visiva).
Poi quelli dell’Associazione si sono fatti due conti, hanno rimosso il tutto e pubblicato un vademecum intitolato Guida alle prestazioni professionali, dal costo di ottanta euro. Da quel momento il famoso “listino prezzi AIAP” è diventato ancor più una leggenda: se ne parla spesso, senza cognizione di causa e, il più delle volte, senza averlo mai consultato.
Tant’è.
Il popolo dei web designer freelance sull’argomento si divide in due.
La prima fazione dice:
“Sotto certe cifre e budget, il gioco a ribasso conviene non farlo. Meglio non lavorare, perché quello lavoro non è.”
La fazione contraria, in modo molto spontaneo:
“ ‘sti cazzi.”
Poi, ricomponendosi, aggiunge:
“Il tariffario AIAP può essere un punto di riferimento, ma a volte sfiora il demenziale”.
Cerchiamo di capirci qualcosa.
Quale tariffario ipotizza l’AIAP?
Nell’ultimo tariffario disponibile gratuitamente, l’AIAP prevedeva un tariffario simile: per la progettazione di un logotipo si va dai 3000 euro (per clienti che basano la propria attività in ambiti locali/regionali/provinciali) ai 40.000 euro (per clienti che operano in ambiti nazionali e internazionali); per la semplice scelta del carattere (font) e del colore un designer dovrebbe chiedere da un minimo di 800 euro a un massimo di 6.400 euro. Se poi il carattere venisse disegnato ad HOC, la cifra salirebbe vertiginosamente.
La “fornitura del file” nei formati jpg, tiff, eps prevede un corrispettivo di 200 euro PER OGNI FORMATO.
Ma concentriamoci sul web design, dove le cose si fanno ancora più interessanti.
- Analisi dei contenuti (dalla fase di briefing a quella del concept): dai 2.000 ai 16.000 euro
- Architettura dell’informazione: dai 2.000 ai 16.000 euro
- Progettazione layout (5 pagine): dai 4000 agli 8000 euro
- Implementazione della grafica (XHTML/CSS/JS, ecc.) : dai 400 ai 1200 euro
- In pratica, la progettazione di un sito di 5 pagine per un cliente che lavora in ambito locale/provinciale (il classico idraulico che ha il negozio all’angolo, insomma) dovrebbe farci guadagnare 8.500 euro, più o meno.
Demenziale non è la parola più adatta, suppongo, ma capisco come mai qualcuno ha scelto di utilizzarla in un contesto simile.
Perché questi prezzi non vanno bene
Eppure qualcuno difende a spada tratta questo tariffario: anche le realtà più piccole devono saper investire nella propria immagine.
Se ogni web designer interpellato proponesse un preventivo simile, l’idraulico sarebbe costretto ad accettare quel prezzo, e finalmente il nostro lavoro non verrebbe più svalutato.
Siamo noi a fare il mercato, non i clienti.
Un web designer professionista non dovrebbe lavorare per meno di 100 euro l’ora.
E cosi via. La maggior parte dei freelance, però, scuote la testa: a questi prezzi sarebbe impossibile prendere “pesci piccoli”, e bisogna essere obiettivi: un’azienda internazionale potrebbe anche investire 50.000 euro e oltre in un sito web (come previsto da questo tariffario), ma questo tipo di aziende si rivolgerebbe mai ad un freelance per la progettazione del proprio sito?
O, com’è più probabile, si rivolgerebbe a un team collaudato, a un’agenzia già operante nel settore da tempo, composta da numerose figure capaci di coprire ogni fase (quella di analisi, quella grafica, quella di sviluppo) per avere la certezza di un lavoro fatto come si deve?
(Perché quando una sola persona decide di fare tutto, generalmente lo fa male).
Quindi, per quello che è il nostro target medio (ricordiamoci anche che in Italia i siti web delle realtà più grandi li fanno sempre i soliti noti, con il solito e risaputo sistema dei “bandi” milionari) potrebbe mai essere applicabile una tariffa di 9000 euro per la progettazione di un sito web? Quanti preventivi verrebbero accettati con una condizione economica simile?
Il primo numero che ci è venuto in mente, e che diciamo con riluttanza, è ovviamente zero.
Ma non perché non siamo professionisti. E non perché il nostro lavoro non viene valorizzato.
Semplicemente perché prezzi simili, nel nostro background sociale ed economico, sono semplicemente fuori dalla portata di qualsiasi azienda di piccole/medie dimensioni. Non possiamo ignorare la crisi che sta investendo il nostro paese: le imprese falliscono, gli imprenditori sono sull’orlo del baratro. Investire sulla propria immagine e spendere 4000 euro per un logo non li salverà, lo sanno loro, e lo sappiamo noi.
Ma un tariffario pre-stabilito è fattibile?
Non è cosi semplice stilare un tariffario “reale, oggettivo e universale” per quanto riguarda il nostro lavoro. Le variabili sono numerose e si deve tenere conto di quella che è la richiesta del cliente, ma non solo.
Un sito web di cinque pagine può essere un semplice sito vetrina senza funzionalità particolari o un sito particolarmente complesso, magari un e-commerce, e richiedere quindi una mole di lavoro completamente diversa. Bisogna tenere conto anche del nostro valore come web designer: che tipo di tariffa oraria proporremmo, sulla base della nostra esperienza e delle nostre competenze professionali? E bisogna tenere conto di CHI ci sta chiedendo il preventivo: un sito web di 5 pagine per la Nike ha per forza di cose un valore diverso da quello che avrebbe un sito di 5 pagine per la pizzeria di nostro cugino.
Infine, come abbiamo detto, dobbiamo tenere conto della situazione economica del contesto in cui viviamo, perché ovviamente in una situazione di benessere e stabilità economica le aziende sono più portate ad investire nella propria immagine ma, d’altro canto, in una situazione di disagio le spese di personal branding sono – nelle aziende più piccole – le prime ad essere evitate.
Un preventivo ad hoc è sempre la scelta più indicata: diffida dai tariffari pre-compilati e dalle “chiacchiere di corridoio”: solo tu sai quanto vale il tuo lavoro, quante ore dovrai investire su un progetto, che tipo di impegno economico è capace di assumere il cliente a cui hai stretto la mano.
Se proprio vuoi una base di partenza più realistica da prendere come riferimento, ti consiglio questa, di cui riporto l’estratto per quanto riguarda un progetto di web design:
· Progetto struttura della navigazione e degli eventi: € 774,69
· Progetto interfaccia grafica: € 1.549,37
. Progettazione grafica delle singole pagine web (inclusa stesura in linguaggio HTML):
– Home page: € 154,94
– Pagine secondarie: € 51,65
– Pagina solo testi: € 25,82
– Pagina con elementi grafici di media complessità: € 77,47
– Pagina complessa (tabelle, form, frame, mappe, ecc…): € 129,11
. Banner pubblicitari (formato standard): € 413,17
. Animazioni: € 154,94
Ad ogni modo, prima del tariffario..
Concludo con una piccola osservazione personale. Credo che, al di là dell’AIAP o di qualsiasi altra associazione/ente/studio legale/ecc. , il vero tariffario di un professionista debba prendere forma da un bell’esame introspettivo di quest’ultimo.
Un professionista è consapevole del valore del suo lavoro. Lo capisce confrontandosi continuamente con la concorrenza; lo sa perché ascolta i feedback dei propri clienti e misura se stesso non sulla base della propria disistima o della propria presunzione, ma sulla base dei giudizi esterni, siano essi di colleghi, insegnanti o collaboratori.
Solo tu sai quanto tempo hai investito nella tua gavetta, quanti siti a 300 euro hai dovuto realizzare per farti le ossa e migliorare ogni giorno un pochino di più. Sei l’unico a sapere quanti libri hai letto negli ultimi tre mesi, o quanto hai investito nella tua formazione. Se ti guardi alle spalle e analizzi il percorso che ti ha portato fino a qui, sei l’unico capace di giudicare il tuo andamento professionale e a dare un voto a ciò che sei riuscito a realizzare fino ad adesso.
Credi che tu debba ancora lavorare su di te, perché ancora hai molte lacune e non ti sentiresti a tuo agio con budget e progetti più grandi? Continua il tuo processo di crescita, stai basso con i prezzi, semina ciò che intendi raccogliere con il tempo. Progetterai un logo a cinquanta euro e un sito a trecento euro, e i “web designer seri”, quelli che “sono nati imparati” te ne diranno di tutti i colori.
Ma tu, fregatene.
Invece, sei pronto per presentarti a realtà più grandi e ad aumentare i tuoi prezzi?
Fallo. Ma sii sempre pronto a metterti in discussione. A ridimensionare il tuo ego, quando serve.
Che ne pensi?
E tu che ne pensi? Sei dell’idea che un “tariffario riconosciuto” sia utile a tutelare i web designer freelance? O che, trattandosi di un lavoro creativo, possa bastare un po’ di buon senso?
Se conosci qualche “tariffario” che ritieni valido, fammelo sapere. Sono pronta a ricredermi!
Ps. Non so se ci hai fatto caso, ma secondo l’AIAP il lavoro del grafico merita un compenso notevolmente superiore a quello del developer. Questo mi dà una scusa per tirarmela un po’ con quegli sviluppatori accaniti del team YIW… in poche parole: tiè. Alla faccia vostra.
44 commenti
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E’ primavera, un inno alla sensibilità di un grande fotografo: Robert mapplethorpe | Daniele Marini
[…] Un professionista che conosce perfettamente le sue capacità e valore difficilmente accetta di darlo per scontato. Link […]
Saprei riconoscere un articolo della Sarah dopo solo due righe. Strepitosa as always.
Condivido il fatto che i tariffari “ufficiali”, così come gli albi, lascino il tempo che trovano. Per l’esame introspettivo dici bene, peccato che l’introspezione vada così poco di moda tra i web designer freelance..
Grazie Jasper :)
Si, vero, l’introspezione non va di moda. Non quanto la presunzione, almeno. Ma chissà, magari leggendo quest’articolo qualcuno avrà modo di farsi un piccolo esame di coscienza. Sono speranzosa ;)
A mio parere il listino prezzi redatto dall’AIPA è ridicolo o certo non può riferirsi ad ogni categoria di web designer o web agency che sia. Seconda cosa penso che il nostro mercato si sia svalorizzato proprio con l’ingresso degli open source (wordpress, joomla! etc) che hanno permesso a “tutti” di sfornare siti web, e data la loro semplicità di utilizzo, almeno per progetti semplici, possono venderlo a 400 €. Chiaramente un progetto “low cost” avrà le sue pecche, si rivelerà un fallimento … ma il cliente queste cose in fase di scelta non le sà. Concludo dicendo, a meno che tu non sia un professionista rinomato o una famosa web agency … a volte capita di doverti attenere a prezzi più bassi … ;-) … oppure cambiamo lavoro ! :-P
Io credo che un budget possa prevedere una cifra alta anche se viene utilizzato un CMS come base, o un template pre-confezionato. Dipende dall’analisi, dal brief, dalla personalizzazione grafica e strutturale del tema, dal SEO e da molto altro ancora.
Ovviamente un tema venduto a 400 euro non avrà tutto questo lavoro dietro, questo si. Ma non è detto che un sistema simile abbia delle falle, tutto dipende dalle esigenze del cliente.
Io sono ancora alla fase: Mio cugino di 15anni me l’ho fa gratis! :°(
“Me l’ho”?
Ma l’italiano quando iniziamo a studiarlo?
Se sei agli inizi, capita. E’ una fase da cui siamo passati tutti.
Se invece ti capita di impantanarti spesso con clienti simili, vuol dire che stai sbagliando qualcosa tu: il target a cui ti poni, come ti presenti..fatti un’autoanalisi :)
In internet purtroppo ci sono troppe sviste! ;)
Comunque per tornare in tema.. la frase “mio cugino di 15 anni me lo fa gratis” è una ca**ata immensa. Se uno pensa che “il cugino” riesca a fare il lavoro come un professionista… che vada dal cugino! È un cliente di emme in meno! Come ho scritto in un altro commento qui sotto.. se un imprenditore tiene così tanto alla sua azienda da far fare (gratis) il sito aziendali (per ora una delle pubblicità maggiori) al cugino di 15 anni merita solo che la sua azienda non abbia successo. Uno specialista tiene conto di molti parametri quando sviluppa un sito web.. SEO, ottimizzazione, usability, accessibilità .. e questi sono solo i primi che mi vengono in mente. Cose che un quindicenne senza un’adeguata preparazione nemmeno si sogna!
Sono d’accordo con te, K..ho scritto cose simili nell’articolo sulle “polemiche nel web design”: a me nessun cliente ha mai detto di avere un cugino o un nipote capace di fargli il sito gratis. Sarò stata anche fortunata, ma credo di essere stata anche capace di “scremare” i clienti già dal primo contatto ;)
È la risposta più stupida che un azienda può dare… Ciò significa che l’azienda in se non sará sicuramente solida e seria.. E di certo di un buon sito web non se ne fa nulla..
PS “L’ho”? Ora capisco il perchè di queste affermazioni…
Articolo bello ma a dir poco visionario, nel 2013 la crisi esiste per tutti, e con CMS e compagnia bella, a meno che non si tratti di un sito dai contenuti incredibilmente complessi e con richieste esorbitanti, questo tariffario non ha senso.
Obbiettivamente, sviluppare un sito standard senza cms, al giorno d’oggi, ha ancor meno senso :)
Visionario?
Probabilmente hai frainteso il senso dell’articolo. Che il tariffario AIAP non ha senso sono stata la prima a ribadirlo, mi pare, cosi come “la crisi è per tutti”. In cosa non ti trovi d’accordo, di preciso? :)
Sviluppare un sito standard senza cms non ha senso, dici. Magari un WordPress, con un layout comprato o ancora peggio scaricato gratuitamente. Giusto perché il cliente tiene così tanto alla sua azienda da investire in pubblicità con un sito fatto a stampino.. (si, è sarcasmo).
Articolo ben fatto, è solo da sperare che il tariffario proposto da AIAP non prenda proprio piede, certo è che la professionalità viene poco remunerata e considerata nel nostro contesto ma non solo. E’ un malcostume tipicamente italico valutare poco o addirittura disprezzare a volte il lavoro altrui.
Non credo il tariffario AIAP possa mai prendere piede, perciò il problema non si pone. Il fatto é che in molti lo citano per giustificare preventivi esosi, e dando al cliente quel listino prezzi per fargli capire il valore di un progetto di web design. Io invece consiglio di non citarlo proprio perché inverosimile e non attuabile.
Sul malcostume tipicamente italiano scriverò un articolo.. Mettendomi dalla parte dei clienti, però. Che il peggior malcostume io l’ho trovato nei miei colleghi ;)
Articolo davvero molto interessante, complimenti Sarah.
Anche io trovo le cifre consigliate dall’AIAP per certe prestazioni decisamente un po’ “ottimiste”, detto questo credo che il problema reale sia come si interpretano queste linee guida.
Premetto che trovo l’idea di un tariffario un po’ in conflitto con quello che credo sia l’approccio più giusto, e cioè basare i propri prezzi sempre sul valore effettivo che si da al cliente, in base al singolo progetto. Sono d’accordissimo con te che la via migliore è sempre il preventivo ad hoc.
Le persone che hanno messo giù quelle cifre però sono tutt’altro che degli improvvisati, anzi, credo abbiano ben chiaro il valore del lavoro che fanno. Personalmente vedo quelle cifre come uno standard da raggiungere, linee guida di massima appunto, spesso (molto molto spesso) ovviamente si è portati dalle circostanze a fare tutt’altri prezzi.
Credo anche siano sensati per professionisti e realtà già abbastanza affermati. Purtroppo (parere personale ovviamente) mi sembra di vedere che spesso in Italia la figura del freelance coincida molto, troppo spesso, con quella dell’improvvisato, e questo venga usato come una scusa. Ed è più che ovvio e giusto che questi ultimi non si possano vendere a questi prezzi.
(Precisazione, per improvvisati non intendo autodidatti. La maggior parte dei professionisti che ammiro e rispetto maggiormente in questo settore sono autodidatti)
Ma trovo molto più preoccupanti e inverosimili le cifre del secondo “tariffario”…
Capisco il discorso che fai sull’idraulico, ma siamo sicuri che un idraulico possa effettivamente avere un vantaggio da una soluzione completamente custom, progettata e sviluppata da zero?
Magari può capitare, ma non credo sia l’idraulico medio, e soprattutto in quel caso credo sia giusto che ottenga un lavoro di un livello adeguato e che ripaghi di conseguenza chi gli ha offerto la consulenza o il servizio.
Mah, sinceramente io trovo questi prezzi esosi anche per i professionisti più quotati. Preventivare 800 euro per la scelta del font o 200 euro per ogni formato di file fornito (un lavoro che richiede nella maggior parte dei casi una scelta diversa da spuntare durante il salvataggio del file, roba di 15 secondi al massimo) é allucinante, e nessun cliente “medio” sano di testa accetterebbe condizioni economiche simili.
Il secondo tariffario prevede un costo di 2000 euro circa per un sito semplice di 5 pagine. Preoccupante o meno, questo é il prezzo del mercato, e fidati…il 90% dei freelance ci metterebbe la firma per un prezzo simile (io leggo di polemiche senza fine per preventivi di 1200 euro, per dire).
Infine, mi chiedi se l’idraulico davvero necessita di una soluzione custom. Nel caso si volesse optare per un alternativa usando un tema pre-confezionato, l’AIAP non ci da linee guida in tal senso. Ma se ci fossero non credi sarebbero comunque esose?
Se tanto mi da tanto, probabilmente prevederebbero 800 euro per la semplice scelta del template, chissà :D
‘more, non te la prendere ma io sono perfettamente in linea con lo splendido commento di Manuele.
Il secondo tariffario mi sembra piuttosto ridicolo, progettazione grafica dell’home page 154,94 euro?????
In realtà quel tariffario é poco chiaro: per progettazione grafica generale mette 1600 euro nella voce sopra, se vedi.
Più che guardare le singole voci proporrei di verificare il costo finale, che supera 2.500 euro. Pensi che per un freelance 2500 euro siano ridicoli per un sito di 5 pagine senza funzionalità particolari?
Se pensi questo sei troppo ottimista per quanto riguarda il mercato dei freelance.. :)
Ad un grafico freelance generalmente chiedono solo la progettazione della home e al massimo una pagina interna che secondo quel listino dovrebbe costare 154,94 euro + 51,65 per un totale di 206,59 euro.
Chi ha studiato vent’anni la progettazione di pagine web che funzionano non può e non deve assolutamente svendere le proprie conoscenze a prezzi così ridicoli. Più che di ottimismo credo si tratti di posizionamento, io mi orienterei più verso clienti disposti a spendere dai 10k in su in grado di apprezzare il vero lavoro di un professionista. Come dicevo in un mio vecchio articolo, il mercato è grande e variegato sta a noi poi scegliere il target di clienti cui puntare.
Ad un grafico chiedono home e una interna solo le web agency, il cliente finale chiede tutto il sito ovviamente.
Io avevo capito così: 1600 euro per la progettazione grafica del layout, 154 euro per la trasposizione in HTML della home. É sempre un prezzo basso, certo, ma é un preventivo fatto dai freelance e utilizzato dai freelance.
Tu con i tuoi 10k non fai testo. Non sei un web designer freelance e non lo sei mai stato :)
Articolo molto utile e interessante. Motiva chi è agli inizi e ridimensiona il pigmalionismo dell’esperto. Umiltà, trasparenza, professionalità e tenacia (e ho detto poco…) sono per me caratteristiche fondamentali che consentiranno di estrarre il giusto prezzo in ogni diversa circostanza.
Sui prezzi postati, la grafica costa di più perchè quel listino è stato scritto da grafici ;.)) Così non vale! Sviluppatori accaniti del team YIW, resistete !!!
Ahahahaha qua in redazione la guerra tra designers e developers é molto sentita. E siccome sono sola contro uno stonfo di rudi e sgarbati sviluppatori, mi vendico come posso
:D
Lol
Ottimo articolo Sara !
Voglio dire solo che alla frase “mio cugino di 15 anni me lo fa gratis” io risponderei: bene, spero solo che tuo cugino abbia tutta l’esperienza per farti un buon sito, a proposito (continuerei) perché mi stai facendo perdere tempo se hai già chi te lo fa gratis?
Chiudo con delle strofe di “Mio Cuggino”di Elio e le storie tese:
Mi ha detto mio cuggino che sa un colpo segreto che se te lo dà dopo tre giorni muori, mio cuggino mio cuggino.
Mi ha detto mio cuggino che da bambino una volta è morto.
Mio cuggino mio cuggino, mio cuggino è ricercato, amico di tutti.
Mio cuggino ha fatto questo e quello, mio cuggino mi protegge quando vengono a picchiarmi perché chiamo mio cuggino.
Anzi, sapete cosa vi dico: io chiamo a mio cuggino.
Stupenda! Propongo di usarla come inno nazionale dei web designer italiani :)
@k
ovviamente il “cuggino (ops 2g scusami) di 15anni” era per far capire che sono alle prime armi in questo lavoro, è ovvio che un’azienda di un certo rilievo si possa appoggiare obbligatoriamente (a meno che questo cugino non sia un fenomeno) ad un’azienda, ad un freelance o chi per lui per ricevere un lavoro di qualità indiscutibile.
@ loris fantastico Elio, come sempre!
@ Sarah articolo utilissimo grazie mille!
Articolo interessante ma ho una domanda (non retorica, non ho proprio capito). Dici “un sito web di 5 pagine per la Nike ha per forza di cose un valore diverso da quello che avrebbe un sito di 5 pagine per la pizzeria di nostro cuginoun sito web di 5 pagine per la Nike ha per forza di cose un valore diverso da quello che avrebbe un sito di 5 pagine per la pizzeria di nostro cugino” non capisco perchè.
Intendi dire che le 5 pagine che fai per Nike sono diverse oppure che Nike deve pagare un prezzo diverso per lo stesso prodotto?
Voglio dire che il prodotto E’ diverso, richiede un’analisi più approfondita, proprio perchè si tratta di una realtà internazionale con un target immenso. :)
Capito, grazie
Sara per me rappresenti quello che Del Piero rappresenta per gli Juventini: un fuoriclasse.
Grazie mille per l’ottimo articolo…
Bé, che dire, sono onorata per il paragone (pur non essendo un’amante del calcio) :)
Grazie mille!
L’altra sera mi chiama un mio amico dicendomi testualmente:
Ciao Loris, un mio cliente vuole avere un sito, una roba semplice ma che sia visibile perché vuole essere contattato, quanto costa? ma nel sito è incluso il dominio no?
Risposta:
Ciao G… sito e dominio sono 2 cose differenti e comunque non posso darti una risposta con questi pochi elementi, però potresti andare da un concessionario di auto, e fargli le stesse domande e vediamo cosa ti dice.
A quel punto stavo pensando: ma il tuo cliente non ha dei CUGGINI ?
:)
Io a una domanda simile evito di rispondere con l’analogia della macchina. Me ne esco con “dai 1200 ai 5000 euro, dipende”.
Cosi i clienti che hanno “cugini” scappano a gambe levate e io mi sono tolta il dente con sole sei parole. ;)
L’analogia della macchina l’ho usata perché lui è un patito delle macchine, a ogni buon conto la tua risposta è più che giusta, comunque io partirei dai 1K5 in su e dai 3K5 in su per l’ecommerce, concordi? e Nando cosa ne pensa? e voi cosa ne pensate?
P.S. Adesso che siamo nel 3G-4G sarebbe meglio parlare di “Anzi, sapete cosa vi dico: io chiamo a mio cuggggino.” ;-D
P.P.S. Grazie Elio !
Bellissimo articolo e una fotografia chiara della situazione una volta per tutte, complimenti ;-D e appena ho un attimo sono curioso di leggermi anche tutti i commenti.
Premessa: sono lavoratore dipendente e mi occupo di gestire i siti di un’azienda media.
Ammiro Sarah. E’ stata l’unica persona a rispondermi, come si dice dalle mie parti, “pane al pane e vino al vino” ad una proposta di preventivo che io per primo sapevo insufficiente, e mi ha risposto educatamente ma risolutamente che non era interessata se non avessi prodotto un adeguato brief.
(non mi aspetto che ti ricordi, Sarah, ma io sì e mi aveva colpito, era la prima volta che mi capitava in trent’anni! :-) )
Quindi io sono dall’altra parte del tavolo, e da questa posizione penso che i professionisti dovrebbero:
– marginalizzare i tanti che si inventano specialisti solo perché si sono riciclati da un paio di settimane (come spesso capita, io stesso ho avuto conoscenti che facevano i contabili e la sera hanno fatto un po’ di pratica di cms e poi si sono venduti come esperti): non vanno combattuti i “cuggini”, ma chi si spaccia per quello che non è e rovina il mercato;
– valorizzare la propria competenza sapendo difenderla, non solo dimostrando le proprie capacità ma pretendendo anche il rispetto delle regole base di un buon lavoro (come ha fatto Sarah, che ha chiarito subito che senza una base corretta di partenza non era interessata al discorso)
– tenere presente che le aziende, soprattutto se tradizionali, sono più portate ad affidarsi ad una società strutturata che al singolo professionista, e quindi presentarsi come parte di un team piuttosto che un eccezionale specialista secondo me avvantaggia.
Nello stesso tempo, il mercato non è un monolite.
Al minimo si divide in tre (microimprese e privati-associazioni, pmi, grandi aziende) e direi anche un quarto, lo Stato con tutte le sue ramificazioni.
Ferma restando la capacità e la pretesa di un lavoro di analisi preventiva sugli obiettivi (che si deve pretendere anche dal meccanico), è ovvio che se si vuole prendere il lavoro bisogna anche accettare una trattativa sul prezzo. Ma mai scendendo sotto un certo livello.
Sono perplesso sui cento euro l’ora: sono ottocento euro al giorno. La maggior parte dei vostri interlocutori aziendali questi soldi non li guadagna e non li guadagnerà mai, e difficilmente riesce a giustificarli (a sé in primis, e all’azienda in secundis).
Personalmente considero adeguata una cifra che si colloca intorno ai 400/500 euro al giorno, soprattutto se si tratta di consulenze di freelance che non costi di struttura analoghi e promozionali alle agency piu’ famose), ma ovviamente trovo a meno non mi dispiace. :-) (e ho trovato a meno, pur non avendo dovuto rinunciare ad un buon livello di professionalità).
Un altro elemento è: la banalizzazione del lavoro su web.
Purtroppo è un’idea comune e generalizzata che qualunque “cuggino” che navighi su Internet possa fare un sito eccellente e soprattutto adeguato ad un prezzo di poche centinaia di euro. E qui, poco si può fare. Forse si può cominciare a proporre ai clienti di partire dal fondo e non dalla cima, dagli obiettivi e non più/solo dal “voglio essere il primo su Google” (ma a questo punto sapendo che c’è da fare un lavoro di accompagnamento alla consapevolezza del cliente che non necessariamente porta ad un contratto con chi lo propone).
Sta soprattutto a voi fare capire a chi avete di fronte (che penso raramente sia uno specialista dedicato a quel compito dall’azienda) che il SEO non è più quello di una volta, che non bastano cinque fotografie piazzate lì, che il sito è qualcosa di diverso dal “dobbiamo esserci perché ci sono tutti”. Che un sito web (o una pagina FB, o un account Youtube, o un profilo Linkedin, o…..) non è per tutti. Che non è obbligatorio esserci, anzi che è meglio proprio non esserci, se non si è in grado di gestire questa modalità di presenza.
Peraltro, molti sono restii perché sanno che spenderanno ma non sanno che ritorni avranno (economici, intendo). Ed è secondo me comprensibile che se una persona mette mano al portafoglio per un sito web, e l’unica motivazione è “ce l’hanno tutti”, sarà in difficoltà a spendere, perché le apparirà (come in effetti è) solo uno spreco di denaro.
Questo, io penso, è un altro compito di chi si propone: dimostrarne la sostenibilità economica. Evidenziare i vantaggi concreti. Su quella base, non è impossibile ottenere il giusto compenso.
Però, e concludo, siccome si mangia tutti i giorni, credo che sia una buona cosa che ci siano ancora i meccanici e i dentisti e i negozianti che vogliono andare su Internet :)
Grazie a tutti, soprattutto a Sarah che scrive meravigliosamente ed è sempre un piacere leggere!!!!
“Per la semplice scelta del carattere (font) e del colore un designer dovrebbe chiedere da un minimo di 800 euro a un massimo di 6.400 euro.”
~ qui ho riso.
“La “fornitura del file” nei formati jpg, tiff, eps prevede un corrispettivo di 200 euro PER OGNI FORMATO.”
~ qui invece ho pianto.
Nel primo caso neanche se stessi lavorando da 10 anni come designer per Google mi sentirei di far sborsare ad un poveretto(che sia un singolo o una multinazionale) 200 euro perché IO decido il colore.
Nel secondo caso fa un pò ridere che i file per i quali ti pagano..te li debbano anche pagare! Se volessimo seguire quella logica al 100% sfruttando la retorica quanto più possibile loro ci pagano per la realizzazione del logo quindi neanche dobbiamo consegnarlo giusto? Ci danno i soldi, lo creiamo, se serve diciamo che c’è e via?
Mamma mia, siamo veramente alle assi.
Paese vecchio dentro, fuori e anche intorno.
Ciao,
mi è piaciuto molto il tuo articolo.
Mi sono sentito particolarmente partecipe quando ho letto “… solo tu sai quanto tempo hai investito nella tua gavetta, quanti siti a 300 euro hai dovuto realizzare per farti le ossa e migliorare ogni giorno un pochino di più…”.
Condivido le mie esperienze in merito.
I miei primi siti, molto semplici, li ho sviluppato per un paio di amici (studi tecnici e roba così). Aggratis. Perchè a loro servivano e a me andava bene fare un po’ di esperienza.
Successivamente mi è arrivata un’altra richiesta per uno sito classico (le solite 5 pagine) . E’ stata la prima in cui mi sono fatto pagare. Non sapendo bene come regolarmi, ho chiesto 50€ a pagina. Totale 250€. E mi sono sentito anche un po’ un ladro, visto che non era niente di straordinario e non ci avevo speso troppo tempo.
Ora , da quello che leggo, mi pare di capire che i 300€ sarebbero quasi un minino, per un sito del genere (sempre tenendo in considerazione i fattori personali di cui si parla nell’articolo)
Invece per un sito web basato su CMS come cambierebbe il compenso?
Perché solitamente con quelli mi sento ancora più ladro :)
Articolo interessante, complimenti Sarah.
Guardando le cifre proposte dall’AIAP mi sono detto: “ma stiamo su scherzi a parte?”
Faccio siti web da circa 6 anni e la cifra più alta che ho chiesto è stata di 700 €, si trattava di un sito con una cinquantina di pagine, era per un orefice che voleva mostrare i suoi articoli.
Qui dove opero, se chiedi per un sito più di 300 € ti ridono in faccia “ma come? così tanto? non si potrebbe abbassare un pò il prezzo?” Poi ci sono quelli che ti fanno fare 50 preventivi, magari vogliono pure una pagina dimostrativa e alla fine ti dicono, quando sentono il prezzo (300-400 €), “bhe ci ho pensato un pò e per adesso non mi serve un sito, magari più avanti” cose da farti pensare ma chi me lo fa fare a me?
I “mio cugino me lo fa” ne ho incontrati una valanga, stranamente hanno tutti cugini, fratelli o altri parenti webmaster, poi però, chissà come mai, il loro sito, o non esiste, oppure lo trovi alla centesima pagina di google, si vede che il parente ha lavorato proprio bene.
Ad un certo punto devi fare una scelta, optare per lavorare sui codici, come farebbe un vero professionista, oppure passare ai CMS, quest’ultima opzione è quella che sono stato costretto a fare, non mi andava di spendere ore e ore di lavoro per siti di 150-200 €, qui i siti professionali non li capiscono, per loro basta vedere il proprio nome su internet, poi che il sito funzioni bene o no non interessa.
I problemi sono diversi per cui è difficile muoversi. Da quel che vedo molti di chi fa siti web (web agency, professionisti) offrono ai clienti, per abbattere i costi, robe gia’ pronte: template/temi (20 euri) per intenderci facendosi pagare magari 2000 euro per un installazione, 2 css toccati e l’inserimento di qualche contenuto. Ci sono servizi online che permettono di fare la stessa cosa spendendo 100 euro l’anno. Quando parliamo di analisi di progettazione, di user experience etc…parliamoci chiaro, sono davvero pochi i clienti che sono disposti a spendere. Per cui attualmente il problema è legato essenzialmente al mercato italiano dove si gioca al ribasso con minimi sforzi.
Ciao il link che hai inserito non funziona!
bell’articolo!
Sinceramente, io vorrei un tariffario. Ma non per forza un modello unico fisso e basta.
Anche i cellulari hanno 3 fasci di prezzo per gli android (apple no…).
Mi hanno chiesto il mio primo lavoro di web design di un APP.
E non so quanto chiedere cavolo.
le app complete vanno da un minimo di 5000 ad anche 50 000.
Ma io faccio idealizzazione e la grafica, e non la programmazione.
Come posso sapere quanto prendere mettiamo sul sistema più semplice dei 5000?
io ipotizzo che ideazione e grafica siano una parte più dominante della sola programmazione, quindi due terzi del lavoro .
Ma potrebbero dirmi che sono una pazza, che la grafica è una cazzata e quindi costa 1 terzo…
Ci vorrebbe : Linee guida, a fascia di qualità, come i 3 modelli di cellulare, fare le 3 fasce di prezzo per piccoli imprenditori, medi, grandi.
Ma soprattutto il valore di costo di ogni elemento.
Ci vogliono linee guida… non obblighi!
E penso anche io che AIAP ha prezzi assurdi. Mi hanno scaricato per la richiesta di 400 euro di logo.. 4000 è impossibile chiederlo..
Un sito web decente dovrebbe essere sui 2000/2500. Un negozio e un professionista dovrebbe riuscire ad pagarlo. No, i professionisti chiedono il minimo e ho dovuto semplificare il tutto a 500€ (sotto possono farselo da soli con qualche programmino free).
Linee guida.
Basate sulla statistica dei lavoratori italiani attuali.
Questo sito ha fatto una statistica: https://crebs.it/salari/ux-designer/#.WSL4i8apXmi
peccato che mi da il guadagno medio e non il prezzo della tipologia di prodotto!!!