Freelance VS web agency
Sono in procinto di rinnovare la grafica e i contenuti del mio sito web che racchiude ovviamente le mie competenze, i contatti e il portfolio lavori. Il sito ha un’impostazione “one-page” che trovo ancora attuale e valida, ma la cosa più importante è il taglio che ho dato al mio profilo, ossia quello di freelance. Il sito viene affiancato da un’attività di condivisione tramite il blog, attività collaterali, come quella di scrivere su YIW, e attività social.
La necessità
La mia necessità è quella di portare tutte le attività in un unico punto di ingresso per potenziali clienti finali, web agency e colleghi. Da questa necessità scaturisce il dubbio su come approcciare la mia presenza online. Da questa la voglia di condividere alcune considerazioni utili a tutti i lettori di YIW.
Analizzo la situazione
Ovviamente cercherò di approcciare alla mia situazione e alle necessità in modo generale, così da poter coinvolgere il maggior numero di voi. Dopo oltre 10 anni di lavoro tra Roma e Milano ho deciso di tornare in Puglia per vivere e lavorare. Dopo pochi mesi ho cominciato a pensare di riproporre la mia presenza online perchè ho notato alcune differenze tra il mercato del centro-nord e quello del centro-sud.
E’ ovvio che il problema è molte volte aggirabile considerando il lavoro a distanza (il dipendente remoto per ora è un’utopia!), ma per chi vuole lavorare con realtà territoriali, la situazione è ben diversa.
Come dicevo, la mia nuova dislocazione mi ha portato a riconsiderare la presenza online, decisione spinta anche dal fatto di voler cambiare grafica e impostazioni al sito.
Fermo restando l’aumentare dei contenuti del mio sito/porfolio, inglobare le attività social /blog, esporre meglio gli strumenti con cui lavoro e i servizi che offro, la domanda che mi sono posto è:
E’ meglio approcciare il proprio target proponendosi come freelance o come piccola web agency/studio creativo?
Perchè questi dubbi?
Sembra un dubbio stupido, ma spero che molti di voi possano capirmi. Molti web designer e art director senior hanno sviluppato delle competenze che vanno oltre la pura attività grafica e molte volte sono impegnati ad organizzare gruppi di lavoro per un cliente finale che assegna il lavoro e si aspetta un’esecuzione “end-to-end”. A questo punto il freelance di turno si trova nella situazione di dover chiamare developer, copy, seo specialist, ecc. Si comporta quindi (inconsciamente) come un piccolo studio creativo, anche se destrutturato.
La seconda situazione classica è quella di proporsi come freelance (terzista) verso altre web agency per offrire i propri servizi “core”. In questo caso siamo responsabili verso la persona che ci affida il lavoro, ma non abbiamo rapporti con il cliente finale.
Queste due distinzioni sembrano solo di approccio, di competenza e di responsabilità. Con il tempo stò capendo però che è anche una questione di territorio, di clienti e di budget.
Fino a pochi mesi fà (operando tra Roma e Milano non avevo dubbi) mi proponevo con forza come freelance, le web agency con cui lavoravo erano di medie e grandi dimensioni, i budget importanti e i clienti non erano gestiti direttamente da me. Avere un portfolio con un taglio molto tecnico e per addetti ai lavori è stata sempre la scelta giusta perchè mi sono sempre trovato a colloquiare con persone del campo.
In provincia e al sud la situazione è diversa. E’ ovvio che si può scegliere di lavorare solo da remoto con le stesse agenzie di cui sopra (cosa che faccio), ma credo sia molto bello poter andare direttamente dai clienti a proporre la propria offerta. Come detto in provincia i clienti hanno budget inferiori e meno blasone, per cui è possibile applicare questa politica di approccio diretto con il responsabile aziendale.
Il punto è: come proporsi?
Ecco quindi il mio dubbio
Proporsi come freelance potrebbe innanzitutto indispettire il cliente finale che non percepisce bene il nostro core business, visto che il più delle volte non ha familiarità con i termini tecnici.
Inoltre appare evidente che la web agency o il piccolo studio creativo dia più garanzie, anche se il cliente non considera il fatto che ci sono più costi e quindi un prodotto mediamente più caro.
La mia idea quindi, è quella di variare il taglio del sito in modo da far trasparire la presenza di competenze che coprano lo sviluppo web end-to-end.
Cercando di essere concreti, questo problema (mi risulta) non tocca i programmatori. Per noi web designer c’è un’opportunità in più perchè il cliente medio-piccolo valuta un’agenzia o un freelance solo dalla grafica e non dalla bontà del codice server-side che c’è dietro (a dire il vero neanche dal markup che di solito è competenza del web designer).
Riassumendo
Tirando le somme, se mi propongo come freelance posso:
- avere un taglio tecnico e professionale per propormi a grosse realtà e avere la possibilità di lavorare in remoto, pur essendo in provincia;
- potermi proporre a grandi società che cercano di internalizzare alcune attività web (parlo di società che non hanno il proprio core-business nel mondo IT), es. un’azienda farmaceutica cerca un art director o un web designer per portare avanti il suo sito oppure per fare da hub tra l’azienda e la web agency fornitrice;
- essendo anche uno spazio personale posso inglobare le attività social, le attività collaterali e il blog;
- dare un taglio creativo al mio design, visto che mi rivolgo ad altri addetti ai lavori.
Come contro, proporsi come freelance ha un effetto negativo sui clienti finali che potrebbero percepire precarietà professionale, inoltre non permette di inserire nei propri servizi attività di development o customizzazione Cms (come WordPress o Drupal) a meno di specificare che ci si avvale di risorse esterne per farlo.
Proponendomi come web-agency posso:
- inviare comunicazioni commerciali verso clienti finali, enfatizzando una serie di servizi che poi riesco a dare tramite collaborazioni con altri freelance;
- il cliente finale può sentirsi più rassicurato da una serie di servizi e ha il vantaggio di parlare con una sola entità per il proprio progetto web integrato;
- posso esporre servizi che non sono il mio core di competenze;
- riesco ad attrarre altri possibili e validi collaboratori per aumentare la rete di conoscenze;
- anche se con budget inferiori potrebbe essere più appagante fare proprio l’intero progetto;
- In questo tipo di attività ne giova anche la seniority e il nostro bagaglio di competenze perchè si passa da web designer/art director, a product manager o web strategist.
- In fondo, anche con budget inferiori, le esigenze e le pretese dei clienti sono sempre le stesse. Essendo responsabili in prima persona di un progetto intero si possono vedere tutte le problematiche e capire la complessità delle altre professioni;
- non abbiamo problemi di paternità dei progetti, come molto spesso succede lavorando da freelance e terzisti;
- il lato negativo di questa scelta è che diamo un’impressione negativa verso altre web-agency che hanno bisogno di consulenza e prestazioni da freelance puro;
- anche verso le aziende questo approccio può confondere l’HR Manager di turno.
Voi avete affrontato queste scelte? Che strada avete preso?
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L’immagine dell’articolo è stata fornita da @Fotolia
14 commenti
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Ottimo spunto di riflessione, domanda “spinosa” per chi è libero professionista del web… Penso che il modo di approcciarsi dipenda da cosa vogliamo avere in futuro: se abbiamo già in mente di aprire una web agency o abbiamo già dei collaboratori al nostro fianco per progetti di vario tipo conviene presentarsi come web agency, altrimenti come freelance puro. Per ora non mi vengono in mente altri motivi, ma sono curioso delle risposte che ci saranno… :)
Ormai ci state abituando bene visto che ogni giorno postate un articolo sempre più interesssante!
Personalmente preferirei lavorare e presentarmi come freelance (cosa che sto cercando di fare), anche se in Italia il lavoro da freelance è troppo “innovativo” ed ancora poco capito.
Ciao!
Ho affontato questo discorso diversi mesi fa, quando il mio sito era a nome mio (igortrovato.com): potevo riuscire a propormi come freelancer per altre agenzie, ma il cliente finale non mi cagava di pezza, secondo me proprio perchè il freelancer non da abbastanza garazie per un lavoro molto grosso.
Così mi sono cercato un nome e ho “inaugurato” un’agenzia fittizia, specificando: “Avvalendosi della cooperazione di collaboratori (tipografie, programmatori, fotografi, copywriter e traduttori), posso rispondere alla richiesta di coordinazione d’immagine a 360°…”
Ora va meglio :)
Ottimo spunto di riflessione.
Per quel che mi riguarda ho intrapreso la carriera di freelance per numerosi motivi. Riassumendo, è chiaro che entrambe le scelte richiedono attenzione e presentano sia vantaggi che svantaggi.
Per quanto riguarda il mercato del centro.sud, temo che Alessandro abbia ragione, nel senso che ci sono due situazioni completamente diverse di cui occorre prendere atto.
La web agency dal suo canto offre (non sempre) maggiori sicurezze al cliente, tuttavia questo ha un costo.
Io sono un consulente SEO freelance da quasi un’anno, ho lavorato presso una web agency a Palermo, e devo dire che sto avendo ottimi risultati, soprattutto perchè posso scegliere la tipologia dei clienti e realizzare servizi one to one senza restare aggrovigliato nelle tempistiche delle web agency.
Poi occorre fare anche un’altra considerazione, non è detto che il consulente freelance non possa organizzarsi con altri professionisti del settore, decentrando quindi il lavoro aumentando notevolmente il livello qualitativo del lavoro offerto. E’ chiaro che prima di affidare delle mansioni, occorre scegliere i propri partner con skill ben delineate.
questo è uno dei post [ con analisi ] più belli che abbia mai letto su un sito italiano
Azzardo.
Perchè non entrambi con due identità diverse sul web?
Questo è un problema che fa il paio con quello che mi sono trovata ad affrontare io in questi giorni, più che altro in sede di colloquio: sono abituata a dover far tutto, progettazione del layout, codice html/css, eventuale php o WP etc. etc.
Avere una vasta gamma di conoscenze in molti casi è una buona cosa, ma mi è capitato di essere “respinta” da un’azienda per cui avrei fatto consulenza esterna, non perché non avessi il grado di specializzazione adatto per fare il determinato lavoro che mi veniva richiesto, ma piuttosto perché il fatto che sappia fare anche altre cose sembra presupporre che non sia esperta in nessuna di esse.
Devo dire che questo mi ha gettato in crisi, e sono ancora indecisa sul pormi come una persona polivalente od esperta in qualcosa col rischio di precludermi altre opportunità.
Complimenti per i sempre-interessanti articoli. :-)
Interessante l’osservazione di Anna.
Citando: “..il fatto che sappia fare anche altre cose sembra presupporre che non sia esperta in nessuna di esse. […]”
Secondo me questa cosa andrebbe “controribattuta” con dimostrazioni del tipo: articoli, qualche script di esempio già bello che pronto, ecc. Tutto da mostrare eventualmente all’azienda/cliente di turno (che sollevi una questione del tipo “Anna”).
Riguardo l’articolo, beh, se sono freelance mi pongo come freelance. Se invece dirigo (o faccio parte di) una web agency, beh allora mi pongo come tale.
Riguardo invece i servizi da poter offrire…beh questo dipende dalle conoscenze del freelancer (o web agency). :-)
Perchè non fare l’analisi al contrario, dalla parte del committente quindi. Come cliente sceglierei un’agenzia completa a 360° o un freelance specializzato in un determinato settore? Mi sembra chiaro che è il cliente che si va a cercare la figura professionale che più gli necessita in un determinato momento. Essere fl o wa nel momento giusto aiuta. O anche essere ambedue (tramite un qualche stratagemma).
Un buon post e un atavico problema..difficilmente risolvibile in quest’Italia ultimamente..se sai tanto e bene e ti proponi passi per sapientino e l’agenzia o il cliente pensa che o tu non sappia far nulla o alla fine farai il furbo. Io al momento attuale sto rivalutando molte situazioni. Ognuna ha i suoi lati oscuri e ci son molte cose da coordinare. Tanti pensano pure che fare i lfreelance sia semplice e poco costoso. Solo il lavoro di messa in onda (sito) o stampa.. e il coordinamento sotto? ;)
Ciao a tutti e scusate il ritardo nelle risposte ma ho avuto un grosso problema in familia.
Ringrazio tutti per i complimenti all’articolo e noto che l’attenzione sull’argomento è sentita.
A mio modesto parere la discussione non deve avvenire considerando la professionalità che vogliamo esprimere o meno, ma il tipo di clientela e progetti a cui vogliamo lavorare, ovviamente sempre rapportando il discorso al territorio.
Se ad esempio volessimo lavorare per clienti locali, come piccole e medie imprese, settore turismo e ristorazione, a mio avviso la scelta è obbligata: presentarsi come una web agency. Questo significa anche lavorare a badget ridotti, con clienti che offrono poca visibilità esterna sul progetto, ma che potrebbero portarci molti lavori.
In soldoni: 4 siti di ristoranti e B&B a 600 euro, che potrebbero equivalere ad 1 solo lavoro fatto su piazza di Milano a 2000 euro, magari come terzista in una grossa web agency.
Onestamente a me piacerebbe lavorare con realtà locali, ma per questioni di visibilità preferisco attualmente espormi come freelance e cercare grosse web agency, per avere a portfolio progetti di blasone e tasso tecnico più alto.
Voi che ne pensate?
A mio avviso l’approccio migliore è quello di essere “camaleontici” in funzione del mercato che si vuole approcciare.
Io ho dato al mio lavoro – da freelance – un’impronta di “studio” e, a quanto pare, ci sono riuscito talmente bene che ricevo curricula di ragazzi interssati a lavorare per il mio studio.
Anche presso i clienti medio-piccoli, questo approccio è molto valido, perché c’è la percezione di un fornitore di servizi completi (che faccio tramite il supporto di alcuni collaboratori).
Per le grandi aziende, dove il responsabile con cui parli è abbastanza “scaltro” in fatto di web (non ce ne sono molti in verità, ma stanno migliorando), il fatto che si sia freelance o studio non fa molta differenza: quello che conta è la serietà con cui si lavora e la professionalità.
Giusto per chiarire, lavoro nell’hinterland di Milano (vicino a Lodi), ma i miei clienti sono in tutta Italia e anche all’estero.
Io ho optato per propormi come freelance, dato che alla fine è quello che sono, tanto che non ho nemmeno un sito vero e proprio, ma solo un blog tecnico.
Nonostante ciò sto ricevendo contatti in misura uguale sia da agenzie, di tutte le dimensioni, che da clienti finali disposti a spendere il giusto per un lavoro di alto livello, c’è da dire però che a mio vantaggio gioca il fatto che ho verticalizzato le mie skills come sviluppatore su Magento, piattaforma sulla quale effettivamente godo di poca concorrenza di buona qualità.
È naturale che per dare un servizio completo e valido debba affidarmi a collaboratori competenti per quella parte di lavoro, come il marketing e la grafica, non di mia competenza, ma quando conquisto la fiducia del cliente come professionista questa si ripercuote positivamente anche sulla struttura che comprende le altre figure.
Quindi ho fatto bene a propormi come agenzia SEO piuttosto che come Freelancer? :D