Web Designer Freelance: il sogno di molti lavoratori dipendenti
Web designer freelance: sul web oggi si sente tanto parlare di questa professione, è il sogno di molti lavoratori dipendenti che aspirano a fare il grande salto così da non aver più a che fare con rigidi orari di lavoro, titolari capoccioni che si ostinano a “mettere le mani” ovunque distruggendo le proprie creazioni e che più ne ha più ne metta.
Il sogno è di riuscire a staccarsi completamente dall’azienda per cui si lavora e rendersi completamente autonomi: lavorare quando si vuole, agli orari desiderati e senza dover rendere conto a nessun titolare rompiscatole.
Ma questa professione svolta da freelance è davvero così rose e fiori come sembra? E soprattutto è un lavoro che chiunque può fare?
Per rispondere a questi interrogativi andremo ad analizzare alcuni aspetti che spesso sono sottovalutati – se non addirittura del tutto ignorati – da chi si appresta a fare il grande salto.
Prima però iniziamo a dare uno sguardo agli aspetti positivi che inducono molti a prendere in considerazione l’idea del salto.
Quali sono i vantaggi dell’essere un web designer freelance?
Alcuni vantaggi offerti da questa professione li abbiamo accennati all’inizio di quest’articolo e adesso andremo ad analizzarli più nel dettaglio.
Lavorare comodamente dalla propria abitazione
Il primo grande vantaggio offerto da questa professione è certamente la possibilità di poter lavorare comodamente da casa.
Se sei abituato a lavorare in una grande città, il semplice fatto di non doverti più spostare tutte le mattine per andare in ufficio (sorbendoti magari tre quarti d’ora di traffico e un esaurimento nervoso per trovare parcheggio) basterebbe già a motivarne la scelta. Se a quest’aspetto aggiungiamo il risparmio economico derivante dalle spese sostenute per gli spostamenti (benzina o biglietto treno, metro, autobus, ecc) e per l’eventuale pranzo fuori di casa, il vantaggio derivante risulta ancora più evidente.
La flessibilità dell’orario lavorativo
Come web designer freelance, un altro aspetto che gioca a tuo favore è il fatto di poter gestire il tuo flusso di lavoro più o meno quando vuoi e negli orari che più desideri: quindi non più rigidi schemi da rispettare con i classici orari da ufficio, ma flessibilità all’insegna delle tue esigenze.
Poterti scegliere i clienti
Altro fattore degno di nota è la possibilità di poter scegliere e selezionare i tuoi clienti senza doverti trovare “obbligatoriamente” a lavorare con gente presuntuosa, maleducata e poco incline al dialogo. Infatti, se in fase di contrattazione ti rendi conto che con un certo tipo di cliente è meglio non avere a che fare, sei completamente libero di non accettare il lavoro evitando così in seguito di doverti spappolare il fegato, stando dietro a continue e illimitate richieste di modifiche o altre pretese ancora più assurde tipiche dei clienti in oggetto.
Di fattori positivi ce ne sarebbero ancora molti altri da considerare, ma in questo articolo ho voluto evidenziare solo quelli che ritengo essere gli elementi più importanti che caratterizzano i vantaggi del lavoro di un web designer freelance.
Dopo aver visto quelli che sono i “pro” di questa professione, andiamo adesso ad analizzare però alcuni aspetti meno visibili – ma non per questo meno importanti – cui va incontro chi sceglie di intraprendere questo cammino.
Quali sono i pericoli cui va incontro un web designer freelance?
Un noto proverbio afferma che non è tutto oro ciò che luccica, e come avrai avuto modo d’imparare nel corso della tua vita i detti non sbagliano quasi mai.
In questa professione infatti ci sono altri aspetti da prendere in considerazione e valutare attentamente prima di fare “la grande scelta”.
La tassazione dello Stato italiano
Uno dei principali aspetti da prendere in considerazione è la tassazione imposta dal sistema fiscale/previdenziale italiano; in generale le problematiche più comuni rispondono alle seguenti domande:
- Come fatturare i primi lavori?
- Come e quando aprire la partita iva?
- Quali sono le agevolazioni e i regimi fiscali cui è possibile usufruire e attenersi?
In pratica, tutto ciò che c’è da sapere per lavorare in piena regola con il sistema fiscale italiano.
La burocrazia italiana non è molto semplice, specialmente quando concerne l’ampia sfera del regime fiscale. Muovere i primi passi in questa “giungla” può rivelarsi estremamente mortificante, e sottovalutare quest’aspetto può comportare considerevoli danni, sia dal punto di vista economico che giuridico.
Saperti valorizzare
Un altro rischio cui un aspirante web designer freelance può andare incontro riguarda l’incapacità di saper valorizzare la propria figura.
Nello specifico i principali dubbi capaci di mettere in crisi un aspirante freelancer si possono così riassumere:
- Come realizzare un buon portfolio per presentarti in modo professionale?
- Come sviluppare un brand professionale che ti caratterizzi?
- Quali tecniche adottare per farti conoscere in modo da attirare l’attenzione sulle tue qualità professionali?
Presentarsi in modo professionale può fare la differenza tra un web designer capace di ricevere decine di richieste di preventivo al mese e un web designer che non ricevendo alcuna richiesta di preventivo è costretto ad agire diversamente.
Con molta probabilità il web designer della seconda categoria per sopravvivere dovrà lavorare a ribasso, proponendosi su annunci di lavoro online con budget decisamente sotto costo.
Saperti vendere
Un altro aspetto molto spesso sottovalutato in questo tipo di lavoro è quello commerciale.
Il web designer freelance non si deve limitare solo a progettare siti web, ma deve anche e soprattutto essere un ottimo venditore. Deve sapersi vendere. Dunque, deve conoscere la comunicazione di vendita.
Un buon venditore è un buon comunicatore, e comunicare significa far capire ad altri il proprio messaggio, per esempio:
- Come approcciarsi al cliente?
- Come svolgere il primo colloquio?
- Quali informazioni raccogliere in un brief efficace?
- Quali strategie usare per convincerlo che sei la persona giusta?
Da uno studio condotto dall’Academy Foundation viene fuori un dato molto interessante: in qualsiasi attività – anche in quelle più tecniche – soltanto un 15% del successo è dato dalle conoscenze tecniche; l’85% invece è determinato da aspetti caratteriali e da doti umane. Quindi dal carattere, dalla personalità dell’individuo e dalla sua capacità nel trattare con gli altri.
Saperti gestire tutelando il tuo lavoro
La tutela del proprio lavoro è un altro punto dolente di molti web designer freelance.
L’errore più comune è quello di definire prezzi e tempistiche di progettazione a forfait, senza quantificare realmente la mole di lavoro che dovrà essere svolta. Questo può portarti a lavorare sotto costo e con il rischio di non riuscire a rispettare i tempi di consegna stabiliti.
Alcuni degli aspetti più importanti da tenere in considerazione rispondono ai seguenti quesiti:
- Come valutare il lavoro in base al tempo dedicato al progetto e come quantificare tale tempo in denaro?
- Come proporre e presentare il preventivo al cliente?
- Come tutelarsi con un regolare contratto?
- Come gestire i pagamenti dei clienti?
Un altro errore tipico riguarda la gestione del cliente senza un regolare contratto che tuteli le parti. Questi sono errori che si pagano e da cui può dipendere il successo/fallimento della tua attività.
Saperti amministrare
Un web designer freelance di successo deve essere anche un ottimo imprenditore di se stesso, capace di destreggiarsi tra strategie di marketing, analisi di mercato, pianificazione delle attività da svolgere e molto altro ancora.
I principali interrogativi cui bisogna rispondere prima di iniziare qualsiasi attività, sono i seguenti:
- Come organizzare la giornata lavorativa evitando di perdere tempo?
- Come gestire il tempo e pianificare le attività in modo ordinato?
- Come fissare degli obiettivi strategici coordinando tutte le attività necessarie alla loro realizzazione?
- Come analizzare le richieste di mercato e proporre servizi e prodotti in modo mirato?
Insomma, devi sapertela cavare in tutto ciò che serve per far crescere la tua attività. È inverosimile pensare di lavorare standotene con le mani in mano in attesa che qualche cliente “cada” nella rete del tuo sito web personale.
Web designer freelance: conviene davvero fare il grande salto?
Ritornando dunque al quesito che c’eravamo posti all’inizio dell’articolo: conviene davvero fare il grande salto?
La risposta non è così semplice e scontata! E come abbiamo avuto modo di vedere dipende da diversi fattori.
Quest’articolo non vuole scoraggiarti a intraprendere il percorso, ma solo farti vedere ciò che spesso viene sottovalutato. Il grande salto si può fare, ma tutto deve compiersi consapevolmente. Altrimenti c’è il rischio che tu possa prendere delle decisioni cui magari non sei ancora realmente pronto.
Chi può fare il salto senza il rischio di farsi male?
Conosco dei bravissimi web designer che dopo uno/due anni di prova da freelance sono dovuti ritornare sui propri passi. E sai perché? Perché hanno sottovalutato l’importanza del marketing, del management e della comunicazione. In parole semplici, non hanno saputo vendersi.
La verità è che per fare il grande salto e, quindi, per lasciare il proprio posto di lavoro serve a poco essere dei geni dell’HTML e del CSS o di Photoshop. Serve a poco altresì essere degli ottimi progettisti e conoscere tutti i principi di usabilità e accessibilità. Queste sono abilità che valgono all’interno del rapporto. Ma il rapporto deve prima nascere. E può nascere solo quando sai come acquisire e gestire clienti.
Il freelance è una figura complessa che per non soccombere nel mercato del lavoro deve necessariamente possedere un minimo dei requisiti che abbiamo esaminato.
Come e quando aprire la partita iva? Quali sono le agevolazioni e i regimi fiscali cui è possibile usufruire e attenersi? Come presentarsi con un buon portfolio e un brand professionale? Quali tecniche adottare per farti conoscere e per attirare l’attenzione sulle tue qualità professionali? Come approcciarti al cliente e svolgere il primo colloquio? Quali strategie usare per convincerlo che sei la persona giusta?
E, ancora, quali informazioni raccogliere in un brief efficace? Come proporre e presentare il preventivo al cliente? Come organizzare la giornata lavorativa evitando di perdere tempo? Come fissare degli obiettivi strategici coordinando tutte le attività necessarie alla loro realizzazione?
Ora immagina di trovare le risposte a tutte le domande poste in questo articolo in un seminario ad hoc organizzato da noi di YIW. Che fai… ci vieni da solo o accompagnato dal tuo capo? ;)
Facciamo così: me lo dici fra qualche giorno. Nel frattempo, la bella notizia è che il seminario si tiene a settembre ed è riservato a un numero limitato di partecipanti. Se vuoi saperne di più, lascia qui sotto il tuo nome e la tua e-mail. E riceverai costantemente tutte le news dell’evento.
Tienimi Informato sul seminario Web Designer Freelance
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MentaBalena Diventare freelance: le caratteristiche necessarie » MentaBalena
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Complimenti come al solito, ottimo articolo ricco di spunti di riflessione.
Mi sono già iscritto alla newsletter sul seminario :)
Spero solo non capiti in un giorno in cui sono in trasferta
ciao tizi, intanto grazie per i complimenti.
il seminario dovrebbe essere di sabato così da evitare problemi appunto per chi lavora.
sarai costantemente aggiornato comunque su tutte le novità se ti sei iscritto alla lista, a proposito, il tuo nome non risulta ancora tra gli iscritti, sicuro di aver confermato l’iscrizione?
Si, ho confermato “in differita”, sono dovuto uscire nel giardino dell’ufficio perché dentro l’aifon non prende :) (e dalla rete aziendale non posso accedere a gmail per via del proxy)
P.S.: Nando non voglio essere pressante, ma i link delle references non sono aggiornati, quando hai cinque minuti liberi ricordati, oppure dammi i permessi così non ti rompo più ;)
“poter lavorare comodamente da casa”
Secondo me questa affermazione può essere tranquillamente un “VANTAGGIO” ed un “PERICOLO” al tempo stesso.
Sono veri tutti i vantaggi che hai elencato nell’articolo, quindi il risparmio di tempo e di denaro.
Ma non dimenticherei il fatto che lavorare da casa significa lavorare da “solo”.
Non hai i colleghi con cui fare due battute, davanti alla macchina del caffè o semplicemente da una postazione all’altra.
Quando incontri problemi, non hai la conoscenza dei colleghi a portata di mano che a volte risolve il problema in pochi secondi.
Per tutto il resto, condivido appieno.
Soprattutto sul punto “Saperti vendere”.
Ad oggi, con le innumerevoli risorse gratuite e non, è più importante una vasta rete di contatti e di clienti che non di conoscenze tecniche.
Riguardo la “Tassazione dello stato italiano” … lasciamo perdere che è meglio :)
Bell’articolo
ciao Matteo, quello che dici è assolutamente vero per quanto riguarda i rapporti interpersonali, però ti dirò, quando hai la fortuna che anche il tuo partner svolge il tuo stesso lavoro questa “solitudine” la senti molto meno, il tuo collega è sempre li accanto a te.
e non sottovaluterei nemmeno la potenza offerta dalle applicazioni di instant messaging (skype in primis, gtalk, ecc).
se ti sai organizzare l’essere “solo” non esiste più, in questi ultimi due anni per esempio mi sono creato una vasta rete di contatti di professionisti che gestisco a distanza – senza il minimo problema – utilizzando esclusivamente sistemi di instant messaging.
Con molti di loro si è creato anche un bellissimo rapporto di amicizia che va al di là del rapporto professionale, così, oltre al lavoro, ogni giorno ci si ritrova anche a ridere e scherzare del più e del meno come non lo si farebbe nemmeno con un collega d’ufficio.
Certo, non nego che sarebbe molto più bello poter chiacchierare live davanti una bella tazza di caffè, ma non si può avere tutto.
Tu Matteo lavori in ufficio? Hai già avuto qualche esperienza da freelancer?
ottima iniziativa e concordo su quanto affermato. fare il freelance non significa stare in panciolle ma anzi avere autodisciplina e sapersi vendere. basta poco comunque per mettersi alla prova e nel peggiore dei casi si torna sui propri passi ;)
ciao Laura, mi trovi assolutamente d’accordo, l’autodisciplina è fondamentale quando si lavora senza nessuno che ti controlla e ti dice cosa fare. e sapersi vendere è ancora più fondamentale dell’autodisciplina se si vuole svolgere l’attività con successo.
per quanto riguarda il mettersi alla prova non è sempre così semplice, se non hai ancora un buon posto di lavoro fisso allora tentare può “costare” di meno.
Ma quando hai già un buon posto di lavoro che ti rende un bel fisso mensile ci pensi su due volte prima di abbandonarlo per qualcosa di ignoto. Qui da noi in Sicilia, ma credo anche in molte altre parti d’Italia, nel caso andasse male dopo non è cosi semplice riuscire a ritrovare un buon posto di lavoro con un buon stipendio mensile che ti permetta di vivere.
Conosco alcuni ragazzi che si sono giocati un ottimo posto di lavoro per la voglia di essere indipendenti e che proprio perchè incosapevoli di quello cui andavano incontro (nessuna esperienza/idea sul come muoversi, come acquisire clienti, come condurre i rapporti di vendita, come pianificare strategie, come creare network di collaboratori, ecc) si son visti fallire i sogni di gloria, quando in realtà per loro sarebbe bastato arrivare preparati al salto per cambiarne completamente le sorti.
Ecco, questo è proprio quello di cui vogliamo parlare nel seminario: evitare di fare salti nel buio ed essere assolutamente consapevoli di come muoversi sotto ogni aspetto di questo lavoro.
Il freelance è un cane che si morde la coda e per un semplice motivo: il freelance non può gestire grandi progetti. Un portale ad esempio: a meno che il freelance non sappia fare tutto, dalla gestione del database fino al SEO, passando dal web design ovviamente allora la mia riflessione non fa una piega. Ma, nella mia esperienza, ho potuto constatare che, vuoi per il tempo, vuoi perchè fare tutto da solo è controproducente, alla fine cerchi sempre le collaborazioni per dividere il lavoro, e per dedicare quella parte di tempo recuperato alla gestione dei clienti, vecchi e nuovi.
Io ho iniziato nel 2008 dopo una brutta esperienza di lavoro. Per evitare di ripeterne altre mi sono “buttato” nel mercato. E’ stata dura, sopratutto il secondo anno: solo un cliente.
Poi, grazie alla rete di collaborazioni e al passaparola le cose sono migliorate. Ma la tendenza è quella di creare una squadra perchè, quando ti presenti davanti al cliente, se vuoi fare bella figura, devi essere forte e “aziendale”. In Sicilia, il freelance è considerato come il “piccioteddro”, lo smanettone per intenderci. Ecco quindi che nel 2008 sono uscito dal “sistema azienda” e adesso a distanza di tre anni quel sistema lo sto ricreando e non mi dispiace affatto. Forse perchè, consapevole dei pregi e dei difetti, il mio sogno è quello di creare una realtà aziendale eliminando proprio quei difetti :)
Sono dello stesso parere di Gianluca… Trovare una collaborazione è fondamentale (con tutti i rischi e pericoli del caso) se no non si va da nessuna parte da soli. Io non ho esperienza diretta in quanto sono ancora uno studente, è solo la mia impressione. Se penso ad un freelance che vuole fare tutto da solo (pur avendone le capacità) non riesco ad immaginare come faccia a starci dietro. Tenendo anche presente che poi nei guadagni si farà a metà con lo stato… Sinceramente la figura del freelance non la vedo come un qualcosa che dia fiducia sul lungo periodo, la vedo sempre come un qualcosa di costantemente in precaria. Per questo motivo credo che formare un gruppo affidabile sia di fondamentale importanza per riuscire a gestire un maggior numero di lavori. Sarebbe bello leggere qualche esperienza diretta!
Buona giornata a tutti ;-)
Ecco, questo è un altro errore tipico del freelance di cui non ho accennato nell’articolo, pensare di poter/dover fare tutto da soli.
E’ impossibile poter fare tutto da soli, il settore del web design è vastissimo e pieno di figure lavorative che interagiscono tra di loro durante la realizzazione di un progetto.
Molti pensano che freelance sia sinonimo di lavorare da “soli” per i clienti, niente di più sbagliato.
Il web designer freelance dovrebbe considerarsi come una piccola “web agency” gestita in proprio. E’ di fondamentale importanza quindi per sopravvivere creare un network di collaboratori di cui all’occorrenza potersi servire li dove noi non siamo in grado di fare: grafica, usabilità, accessibilità, development, database, i settori sono tantissimi e sarebbe impossibile per una singola persona eccellere in ogni settore.
Bravissimo Gianluca, sei sicuramente sulla buona strada, il lavoro di pianificazione e crescita di un freelance deve essere identico a quello di una qualsiasi web agency. Conosco freelance che lavorano più di alcune web agency (una di queste ce l’ho in casa ed è sara :) )
@daniele
Ciao Daniele, la tua impressione è correttissima. Il problema però sta nel modo in cui riuscire a crearsi un buon network di collaboratori affidabili perchè non è affatto semplice oggi riuscire a trovare le persone giuste.
Su questo invece non mi trovi d’accordo, ci sono tantissimi modi per restare sempre a galla, non ci si deve focalizzare solo sullo sviluppo di siti web per clienti, un web designer freelance può fare una miriade di cose e di questo ne parleremo nel seminario affrontando alcune case history ed esperienze dirette per dimostrarvi l’enorme potenziale che si ha a disposizione e che il più del volte non viene affatto sfruttato.
Quoto Lauryn sull’autodisciplina: essere freelance può essere molto gratificante ma servono costanza, autodisciplina (appunto) ed una grande capacità di organizzazione.
Devi sapertela sbrigare con tutti gli aspetti del lavoro: sei il tuo ufficio marketing, il tuo avvocato, il tuo commercialista, il tecnico smanettone, il grafico ed il creativo; tutto in uno!
E’ vero che diventa difficile gestire i progetti grossi, ma se hai anche un po’ di doti manageriali puoi provare a costruire (e a gestire) una squadra ad hoc per il progetto, con il vantaggio di rimanere burocraticamente “veloce” (senza i molti passaggi di consegna tipici dei vari livelli aziendali) e sempre a contatto con il cliente in prima persona.
Ah all’inizio ci vuole anche una buona dose di coraggio: non bisogna abbattersi alle prime – inevitabili – difficoltà.
In bocca al lupo a tutti quelli che vogliono fare “il salto”, io ne sono pienamente soddisfatta.
Ciao Federica, grazie per la tua testimonianza che sicuramente può essere d’esempio e incoraggiamento per quanti sentono ardere dentro il desiderio di fare “il salto” ma poi sono frenati dalla paura di non riuscire.
come ho scritto nell’articolo: il “grande salto” si può fare, ma tutto deve compiersi consapevolmente.
in bocca al lupo per il tuo lavoro ;)
Ottimo articolo!
E’ già da qualche tempo che l’idea di fare “il grande salto” mi frulla per la testa.
Vorrei aggiungere tra i PRO, per quanto riguarda la mia esperienza lavorativa, il fatto di non dover chiedere continuamente lo stipendio e di ricevere come risposta “ti chiedo di avere qualche giorno di pazienza” – anche la pazienza però ha un limite!
Non fraintendete, non credo assolutamente che come freelance i soldi piovano puntuali nel conto corrente ad ogni scadenza di fattura, ma almeno sono io che gestisco e decido il mio destino, e se le cose non dovessero girare nel modo giusto almeno avrei la visione generale del mio business e la possibilità di fare delle scelte per porre dei rimedi.
Da dipendente invece la reale situazione può essere intuita (e solo in parte), ma purtroppo, lavorando per una piccola agenzia, si subisce la difficile situazione economica – al contrario però non ci sarebbero aumenti di stipendio se il denaro abbondasse.
Insomma, “godo” del CONTRO sia del dipendente che del più grande CONTRO del freelance: niente soldi=niente stipendio.
Almeno qualche PRO vorrei poterlo scegliere.
Un saluto.
ciao Stefano, quello che dici lo comprendo benissimo e in parte lo condivido.
in effetti anche lavorando da freelance ti possono capitare i clienti che pagano in ritardo ma questo comunque può capitare in qualsiasi tipo di professione non è una prerogativa solo di questo lavoro. quando si lavora in modo autonomo si deve mettere in conto anche questo.
Però come dicevo prima a daniele, noto che il 95% dei web designer freelance si focalizza solo sul “realizzare il sito web per il cliente XXX” ignorando quasi del tutto altri servizi/prodotti che si potrebbero offrire.
Anche questo secondo me è un grosso errore ed è dovuto sai a cosa?
Al fatto che l’attività viene svolta “alla giornata” con “quello che ti capita” senza aver fatto nessuna pianificazione strategica, senza aver fissato degli obiettivi da raggiungere.
la pianificazione strategica è basilare per qualsiasi tipo di attività, questo vale quindi anche per le web agency non solo per i freelancer. faccio un esempio banalissimo che forse può rendere meglio l’idea: se salpiamo dal porto di catania e cominciamo a navigare senza fissare nessuna meta e senza seguire nessuna rotta, quante probabilità abbiamo di raggiungere il porto di qualche altra città? e quante probabilità ci sono di raggiungere il porto di una specifica città?
ecco, questo è più o meno quello che succede a chi svolge la propria professione senza aver eseguito prima un minimo di pianificazione strategica. ci si ritrova in balia del caso. anche questo aspetto verrà approfondito durante il seminario, cercare di rispondere a tutti i quesiti qui sarebbe pressochè impossibile.
Condivido pienamente!
Soprattutto nella possibilità di offrire “altro” oltre al semplice lavoro commissionato.
Il mio è stato quasi più uno “sfogo” personale riguardo alle mie ultime esperienze lavorative.
Per riprendere il paragone che hai fatto: se un comandante salpa dal porto di catania con la rotta ben segnata, ma nel viaggio incontra una tempesta e la sicurezza del suo equipaggio (leggi dipendenti) è a rischio è giusto che continui a rassicurarli che a breve tornerà il sereno?
Per di più se c’è il sospetto che lui sia al sicuro sotto coperta?
Ma forse questo è un’altro argomento…
Un saluto.
si, è un altro argomento, ma ti capisco perfettamente stefano.
Articolo interessante perchè affronta una serie di tematiche importanti quando si parla di freelance, non solo applicate all’italia. Credo che alcuni aspetti siano volutamente omessi, sopratutto quelli che mettono a confronto le realtà dipendente/freelance (cosa che Matteo ha evidenziato poco fa).
Condivido al 1000% i commenti precedenti sulla gestione del networking e la creazione di un “sistema” in cui, oltre a noi stessi come freelance, deve esserci anche un gruppo di collaboratori fidati al quale affidarsi per ampliare le proprie proposte commerciali. Molti in Italia vedono il lavorare da soli come “guadagno solo io”, quando la possibilità di offrire servizi più ampi permette di guadagnarci tutti; io non sono in grado di fare il copywriter che non mi compete ma saper di contare su una persona che lo fa al posto mio mi permette di proporlo ed apparire “più impresa”, come dice Gianluca. Questo vuole l’imprenditore ed il cliente Italiano, e questo gli andarebbe dato.
Ciao a tutti
ciao daniele, ho purtroppo dovuto omettere tanti altri aspetti in questo articolo perchè ero già arrivato a quasi 2.000 parole e rischiavo di fare una cosa pesantissima. questo è uno dei limiti maggiori di un blog.
riguardo il tuo commento condivido pienamente quello che hai detto. ho già risposto a gianluca e all’altro daniele in merito. anzi più che condividerlo reputo anche questo aspetto FONDAMENTALE.
però è anche fondamentale il modo in cui creare il network di collaboratori ed è spesso questo a fare la differenza tra un team di lavoro che funziona e uno che si sfascia dopo i primi progetti fatti insieme.
L’aspetto tassazione è quello che fa più paura!!! Purtroppo in Italia devi prendere 500 x aver 50!!! Molto spesso è quella la “paura” di molti freelancer che stentano a partire per questa strada. Ottimo articolo e simpaticissime le illustrazioni.
ciao ale, concordo pienamente.
la tassazione è uno degli aspetti più importanti, essere a conoscenza di come muoversi tra regimi fiscali e agevolazioni – per farsi spellare meno possibile dallo stato italiano – può fare la differenza soprattutto all’inizio.
Sono fuggita dal freelanciaggio dopo quattro anni. Me ne attribuisco la colpa per un 75%, del resto ne ha la responsabilità la zona in cui operavo.
Se la zona ha un livello di disinformatizzazione più basso della suola delle superga, capisci bene che fare il freelance è autolesionismo puro.
Bellissimo articolo, Nando. ;)
Pure a me capiterebbe la stessa cosa… siti web a 50 euro, loghi a 15 euro…se non gratis… la disinformazione è devastante…se si va meglio farlo altrove…
ciao pika, grazie intanto per i complimenti.
il 90% dei fallimenti generalmente avviene per i motivi menzionati nell’articolo e che qualcuno ha riportato anche nei commenti:
del resto a scuola – e aggiungerei anche all’università – mica ci insegnano a fare queste cose… e qui si ritorna al fatto che abbiamo un sistema formativo che andrebbe completamente rivisto e corretto. ma questo è un altro discorso.
Per quanto riguarda “la zona” il web designer freelance secondo me ha un grandissimo vantaggio che molti altri lavori non hanno, si può lavorare sfruttando pienamente il canale internet in modo da annullare la cosiddetta “zona”.
il mercato potenziale in questo modo può diventare anche l’intero globo, sta poi alla singola persona – grazie appunto a delle ottime doti di management, marketing, comunicazione – trovare i modi per raggiungere questo potenziale target.
le abilità citate sopra comunque sono fondamentali in ogni settore.
perchè mc donald pur vendendo prodotti di medio/bassa qualità riesce a vendere in tutto il mondo tramite la propria catena di franchising?
e perchè invece il signore che vende i panini con il furgoncino sotto casa mia (che fa panini da opera d’arte :) ) non riesce a vendere oltre il mio quartiere pur offrendo una qualità mille volte superiore alla catena mc donald?
nella risposta a queste due domande ci sta una grandissima verità!
Grazie infinite Nando, è incredibile come a volte certe cose non accadano per caso. Il tuo articolo è stato una piacevole sorpresa in un momento in cui l’idea del grande salto è iniziata a balenarmi… Ed oltre a ringraziarti per avermi rispiaccicato in faccia i “contro”, ti chiedo… Potresti, magari in un altro articolo, raccontare la tua esperienza in merito al punto che più mi pare “scottare” della vicenda ovvero:
“…perché hanno sottovalutato l’importanza del marketing, del management e della comunicazione. In parole semplici, non hanno saputo vendersi…”
Perchè è un aspetto che sto cercando di capire meglio, nel senso che mi pare difficile che uno possa imparare a vendersi stando in un’azienda. Cioè mi pare l’aspetto più legato alla componente di rischio. Eppure qualche dritta-consiglio-lettura ci sarà no? Che dici?
grazie ancora davvero
ciao davide, grazie a te per le belle parole.
in questi ultimi due anni della mia vita ho preso coscienza che niente ci accade per caso, e non mi riferisco ad un ipotetico destino già scritto che le nostre vite devono seguire.
ogni singola cosa avviene per un preciso motivo, e siamo noi in qualche modo – più o meno inconscio – ad “attrarre” queste “coincidenze” che governano le nostre vite.
il problema davide è che in un articolo (ma anche in più articoli) non potrei dire quasi nulla per mancanza di spazio e di mezzi, ho scritto quasi 2.000 parole solo accennando vagamente quelli che sono alcuni aspetti da non sottovalutare… quello che ho scritto in pratica non è neanche metà della premessa degli argomenti da affrontare.
be, la dritta migliore che mi sento di darti è quella di non perdere il nostro seminario, sarà un evento mirato proprio a questi argomenti, in cui risponderemo a tutte le domande (e non solo) poste in questo articolo. meglio di così? ;)
Grazie Nando, spero di poter partecipare, attendo news :)
Da freelance dico che la questione più spinosa è proprio l’acquisizione clienti, il sapersi vendere. Non so quanto sia possibile imparare a farlo… credo si tratti molto di dote naturale. Dote che io non possiedo ahimè.
Spero riusciate a fare il corso comunque. Se fosse a Roma, sarebbe la soluzione ideale. :)
ciao igor, se non ricordo male tu sei uno dei nostri primissimi lettori, vero?
si, hai perfettamente ragione, l’acquisizione dei clienti e il rapporto di vendita sono FONDAMENTALI.
è vero, molto spesso alcune persone si ritrovano ad avere queste caratteristiche senza neanche saperlo, appunto per una dote naturale. e questo gli semplifica molto le cose.
però ti posso assicurare che questa è una dote che può tranquillamente imparare anche chi non ce l’ha innata, esistono diversi corsi di comunicazione e di vendita, tanti manuali e strategie da adottare e poi tanta tanta esperienza sul campo.
la maggior parte dei venditori delle più grandi multinazionali sono formati appunto mediante dei corsi, dei periodi di tirocinio sotto un altro venditore più esperto, ecc… insomma di metodi per migliorare le proprie capacità di vendita ce ne sono tanti e al seminario ne vedremo alcuni insieme ;)
Ciao Nando, complimenti per l’articolo e per l’ottima iniziativa! Data a parte, sai presumibilmente dove sarebbe svolto questo seminario?
Mi sono iscritto e non vedo l’ora di partecipare! ;)
Ciao Phaberest e grazie per i complimenti.
Se ti sei iscritto alla lista molto presto riceverei ulteriori dettagli in merito, entro la prossima settimana manderemo la prima comunicazione . Stay tuned… ;)
Bell’articolo, non immagini le volte che ho pensato di diventare un libero professionista ma forse ho trovato una soluzione: trovarsi un lavoro “fisso”part-time e nel tempo libero provare la carriera da freelance! ;)
Ciao Mike, non credo sia proprio una “soluzione” quella che hai trovato. Dedicare all’attività da freelancer solo i ritagli di tempo non permetterà mai di dare il meglio di te e di esprimere pienamente tutto il tuo vero potenziale. è come aprire una bottega in città ma andarci a lavorare solo nel tempo libero. lo consiglieresti a qualcuno?
Come più volte detto: Il grande salto si può fare, ma tutto deve compiersi consapevolmente.
Scegliere un porto in cui andare, tracciara la rotta e le tappe da seguire, alzare l’ancora e avanti tutta!!!
Anche io vi faccio i miei complimenti per l’articolo.. Io e gli altri membri di Formless abbiamo fatto il salto da subito, lanciandoci in quest’avventura circa un anno fa.. prematuro? forse, ma ci crediamo, e quindi cerchiamo di migliorarci di giorno in giorno.. Una cosa che sicuramente è da migliorare è l’aspetto commerciale per quanto riguarda il procacciare i clienti, per questo mi sono iscritta alla newsletter per ricevere informazioni in merito al seminario.. se a livello di tempi e costi è fattibile parteciperò molto volentieri!
Scusate intanto per le risposte a “intermittenza” ma siete in tanti e rispondere a tutti in modo esaustivo richiede tempo.
Ciao Valentina e grazie per i complimenti.
Voi di Formless avete già un’altra caratteristica molto importante che è quella del “coraggio” e del voler mettersi in gioco. Molto spesso questa caratteristica è assente, e la paura e l’ansia prendono il sopravvento su qualità tecniche e doti imprenditoriali impedendo così di fare il salto anche a gente capace che ha già tutti i requisiti… tranne appunto quello che permette di far “scattare la molla”.
Anche il fatto di mettersi in gioco ogni singolo giorno è una grande caratteristica, investire su se stessi continuamente non fa altro che tornarti indietro con gli interessi quello che hai investito e continui a investire sulla tua formazione. Anche questo concetto sono in tanti a non volerlo capire, si commette sempre più spesso l’errore di pensare che tutto il necessario si trova qui sul web disponibile gratuitamente, ma non è assolutamente così.
Per quanto riguarda il procacciare clienti abbiamo tantissime “armi” a nostra disposizione e al seminario ne analizzeremo una molta importante ;)
questo argomento non dovrà passare per ovvio, grazie all’autore dell’articolo, finalmente ho capito cosa significa Freelance, detto volgarmente “lavoro in proprio”.
devo essere sincero?
sulla burocrazia sono una testa di coccio, non so svincolarmi.
ciao e ancora grazie.
grazie a te andy!
Uno dei motivi che ci porta ad intraprendere una carriera da freelance credo che spesso dipenda dal fatto che molte agenzie in cui lavoriamo non sono al passo coi tempi; come è stato detto in un articolo precendente in italia oltre ad esserci una disinformazione su questo mondo da parte dei clienti/aziende , secondo me c’è molta ignoranza anche dalla maggior parte delle agenzie web.
Ho appena terminato uno stage e dove lavoravo il capo dell’agenzia web sapeva a mala pena usare il pc !!
Ciao Stefano, io non penso che questo possa essere un valido motivo che spinge una persona a intraprendere un percorso da freelance. Di titolari che non sono all’altezza ce ne stanno in ogni settore e non solo in questo campo.
Articolo molto interessante!! Come ci si iscrive alla newsletter??
:)
Ciao Gianluca, in fondo all’articolo trovi il modulo dove inserire indirizzo email, nome e cognome per restare informato sull’evento.
L’affermazione che le web agency non sono al passo coi tempi è un’affermazione che deve far riflettere. Giuridicamente non c’è alcuna differenza tra freelance e web agency. A parte il regime dei minimi , a livello fiscale, a cui può far riferimento il freelance che ha redditi bassi, la web agency e il freelance sono entrambe partita iva. Quindi è una pura distinzione terminologica basata sul concetto di organizzazione e di impresa più o meno vasta a determinarne questa differenza. Se il freelance decidesse di ampliare il suo giro d’affari, potrebbe tranquillamente assumere dipendenti, creare un’organizzazione interna e presentarsi come web agency, ma non è che cambia qualcosa per la legge a parte il fisco e sempre e solo se non si superano i 16 dipendenti , altrimenti scatta la normativa sulle grandi imprese (ma dubito che una web agency abbia più di 16 dipendenti! )
Pertanto se oggi in Italia ci sono “capi” ignoranti, questi non vanno cercati nella distinzione tra partite iva e dipendenti. Non è che i dipendenti una volta che fanno il grande salto, di colpo diventano meno ignoranti di prima o viceversa ! Voglio dire…prima facevano i dipendenti…
Stando alla situazione attuale c’è solo una certezza, e che se è vero, come è stato detto, che solo il 15 % del successo dipende dalle competenze tecniche e il resto dalla futilità (immagine, presentazione, capacità di convincere la clientela ecc.) , la persona competente, il grande salto non lo farà mai…perchè sa che per dover emergere dovrà occuparsi di tutt’altro e non dovrà mettere sul piatto la meritocrazia della competenza. Dovrà porsi, però, sullo stesso piano della concorrenza, curare l’immagine, la presentazione, abbassare i costi fino all’inverosimile (e magari far ricadere i minor costi sul personale), essere arrogante anche nei confronti dei dipendenti che ne sanno più di loro, imponendo loro che una cosa si può e si deve fare , anche se non si può fare, ma si deve fare perchè vige la logica del profitto e il ricatto del licenziamento o della concorrenza che ragiona integralmente così. Ed ecco che con il passare degli anni il dipendente intraprendente diventa il lavoratore autonomo piatto. Incapace di crescere nel suo lavoro e sempre in preda alla preoccupazione di far quadrare sempre i conti o rispettare la burocrazia.
Assolutamente d’accordo, Giancarlo, su questa tua affermazione.
Un web designer freelance è in pratica un’agenzia web a tutti gli effetti e questa attività andrebbe gestita come tale se si vuole sopravvivere nel mercato del lavoro, altrimenti si corre il rischio di restare isolati e con due/tre clienti nel portfolio. Ecco perchè reputo indispensabile sapersi muovere molto bene anche dal punto di vista manageriale/commerciale.
Invece non mi trovi affatto d’accordo su tutto il resto che hai detto.
che il restante 85% siano solo futulità è solo una tua opinione che tra l’altro hai travisato a tuo modo, io ho detto tutt’altro
l’85% invece è determinato da aspetti caratteriali e da doti umane. Quindi dal carattere, dalla personalità dell’individuo e dalla sua capacità nel trattare con gli altri.
…che è ben diverso.
Faccio un banale esempio, se caratterialmente sei arrogante e presuntuoso nel trattare con le persone (e di persone così ne conosco tantissime) potrai essere anche bravissimo dal punto di vista tecnico, potrai essere un genio della programmazione ad oggetti, ma la gente fuggirà via da te.
Inoltre “gestire” un’attività – piccola o grande che sia – è già di per se un lavoro, a prescindere dal tipo di attività. Nelle realtà più grandi ci sono figure diverse a ricoprire i diversi ruoli del management e del marketing e dire che queste sono futulità è un’offesa verso tutte le persone che ricoprono questi ruoli.
Se sei consapevole di avere questi limiti, o studi anche dal punto di vista del management e del marketing per gestire la tua attività oppure non vai a gestire una tua attività.
Che lo stato italiano ci metta il bastone tra le ruote con la sua assurda burocrazia e tassazione ormai lo sappiamo bene, ma lamentarsi e criticare tutto e tutti serve a poco, bisogna AGIRE!
Scegliere da che parte stare e agire di conseguenza!
Mi chiamo Andrea. Ringrazio da subito per quanto ho letto fin qui e spero di poter partecipare al briefing di settembre.
Alla tenera età di quarant’ottanni ho deciso di diventare un freelancer del web.
Già da un mese frequento un corso professionale di programmazione web 2.0 e… so che ci sarà da sudare ed anche parecchio! Ma non è questo che mi preoccupa: a me piace sudare.
Piuttosto avevo qualche dubbio sul percorso da intraprendere per mettere insieme una buona preparazione, tenendo conto della vastità dell’argomento. L’ottimo articolo di Nando ha corroborato le mie congetture, confermando alcuni pensieri che mi frullavano in testa già da un pò. Grazie ancora quindi, per aver segnato la traccia di un cammino impervio ed affascinante ad un tempo. Continuerò a seguirvi per soddisfare la mia sete di conoscenza: siete un’ottima “sorgente”!
A presto, Andrea
Diventare freelancer effettivamente rappresenta un grosso passo, da valutare al meglio. Personalmente ci sto pensando da un po’ ed ho chiesto in giro anche per eventuali finanziamenti da parte dell’UE o dello Stato Italiano…
La cosa che però mi fa paura è l’ambiente in cui risiedo: scrivo dalla provincia di Foggia (ultima in italia per qualità della vita). Qui ci sono ragazzini che realizzano siti web per 100 euro e web agency poco propense ad allargarsi ed investire. Partire soli vuol dire guadagnare pochissimo ed essere conseguentemente distrutti dalle tasse. Non vi dico poi la faccia dei “presunti” clienti non appena leggono un preventivo…
Per questo sta crescendo qualche debole speranza nella realizzazione e nella commercializzazione di template wordpress su internet, scavalcando così i limiti geografici
Mi fa piacere sapere di non essere l’unico “maturo” del gruppo.
Ho 49 anni e da qualche tempo mi interesso attivamente di WEB Design.
Certo non sono ancora un professionista ma ci manca poco (spero…), in effetti è un bella scommessa all’alba dei 50 mettersi in proprio, ma con il supporto della “comunità del WEB” penso sia possibile.
Grazie per il supporto tecnico-commerciale.
Vi prego :-)
Mi dite chi ha realizzato le immagini di questo articolo? E’ un artista pazzesco, non sbaglia un colpo!
Le illustrazioni sono prese da Fotolia, modificate e arrangiate da me in modo da renderle in linea con l’articolo :)
Ottimi consigli! Grazie!
Complimenti per l’articolo. Fare questo mestiere non è semplice ma da grandi soddisfazioni.