La mentalità delle aziende italiane sul web: parliamone
In Italia ancora non c’é la “mentalità del sito web”, manca proprio la cultura, se poi parliamo del sud allora é ancora più difficile far capire alle aziende che essere presenti online ormai é essenziale..quante volte avete sentito questa cantilena? Io tante, da chi fa il nostro lavoro e da chi un sito web non sa neanche che cosa sia.
Sono sempre stata la prima a difendere la mentalità italiana, a dire che forse i tempi sono ancora acerbi, ma negli ultimi tempi le acque si sono mosse, e qualche differenza comincia a notarsi. E collaborando con alcune agenzie del sud, mi é stato semplice pensare che in realtà, tutto questo divario di mentalità tra nord e sud nell’approcciarsi al web, mica esiste.
E’ solo una leggenda metropolitana, o perlomeno cosi pensavo. Anche al nord esistono personalità ottuse e allergiche all’idea di internet, e anche al sud esistono imprenditori disposti ad investire una cifra decente per essere sul web in modo efficace e professionale. Cambiano i paesaggi, cambiano i dialetti, ma la differenza la fanno le persone, e queste sono tutte uguali, da regione a regione.
Poi mi capita di sfogliare una rivista locale, una rivista che potremmo definire “dal vago sentore new-age” e che tratta cioè di psiche, di benessere fisico, di spiritualità e cose simili. Le varie rubriche sono alternate dalle pubblicità di alcune attività della zona.
Mi capita spesso di pensare che se un’azienda investe del denaro nella pubblicità, in qualsiasi forma essa si manifesti, questo significa che si tratta di un’azienda al “passo coi tempi”, capace di comprendere le potenzialità del marketing, dell’autopromozione e capace anche di investire nella propria immagine. Lo so, l’abito non fa il monaco, ma tant’é: quando vedo la pubblicità di un’azienda, non riesco a trattenermi dal controllare se la stessa ha un sito web, verificarne la qualità, chi lo ha realizzato, quando, eccetera eccetera. Una specie di analisi statistica che mi é tornata spesso utile.
Ma torniamo alla rivista. Presa dalla stessa smania di controllo, ho cominciato a digitare tutti gli indirizzi web delle aziende pubblicizzate, con i risultati che mi accingo a riportare.
L’Antica Dolceria dell’Etna
Il sito dell’Antica Dolceria dell’Etna non é raggiungibile e riporta un fastidioso “Internal Server Error”.
Dolce e Freddo Re
Il bar/gelateria Dolce e Freddo Re ha un indirizzo “non valido”, cosi veniamo reindirizzati alla pagina di Telecom Italia che mi esorta a controllare se l’indirizzo digitato e’ corretto. Purtroppo lo é.
CG Beauty Center
Con il terzo tentativo riesco finalmente ad accedere ad un sito web, anche se ciò che mi trovo davanti mi lascia perplessa. Spero che capirete il perché senza che io mi sbilanci troppo.
Ristorante Il Cavalluccio Marino
Il sito del ristorante Il Cavalluccio Marino richiede l’autentificazione per accedere. (?) Per cui, se non inserisco e-mail e password non posso visualizzare neanche la home page.
Yoga Sicilia
Yoga Sicilia batte tutti: appena provo ad accedere all’indirizzo riportato nell’annuncio pubblicitario, il mio antivirus annulla la connessione e mi avvisa di un probabile malware. (!)
Yoga nauda
Altro giro di giostra, anzi, di…Yoga, altro sito malevolo. Ancora una volta mi ritrovo con un’inquietante pagina che mi avvisa della pericolosità del sito che sto visitando.
A questo punto mi sono fermata, anche perché esporre il mio amato computer a tanti rischi mi sarebbe sembrato inutile. Inutile dire che le mie certezze hanno cominciato a vacillare: va bene che la mentalità é quella che é, va bene che si tratta di un piccolo giornaletto locale..ma parliamo comunque di attività che hanno scelto coscientemente di pubblicizzarsi, e di pubblicizzare le loro pagine web in una rivista.
Investono una somma, anche se piccola, in una pubblicità, mettono in primo piano il loro sito web, con tanto di “visita il sito per maggiori informazioni” …e poi?
A questo punto mi chiedo: l’incapacità di proporsi sul web – e di farlo in modo non dico ottimale, ma almeno decente – é un limite delle piccole aziende in generale, o lo é in particolare delle piccole aziende meridionali? Qual é la vostra esperienza con la mentalità delle aziende della vostra zona?
Largo alle vostre considerazioni!
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Bello spunto di riflessione, il problema è che spesso e volentieri le piccole aziende non capiscono l’importanza di avere un sito web funzionante e funzionale. Per loro l’unica cosa è spendere poco poiché vedono il web come un “costo” e non come un valore aggiunto da dare al cliente. Speriamo che possa esserci un cambiamento, ma la maggior parte delle persone non capisce l’importanza di una buona presenza on-line…
…quindi il pensiero comune delle aziende sembra essere “l’importante e’ esserci” e il denominatore comune e’ l’avere un sito ad una spesa minima. Buono a sapersi ;)
bell’analisi e mi ci ritrovo in tutto, tranne che forse aggiungerei un piccolo particolare che io ho notato … la fatidica frase: “tanto c’ho feisbuuckkkk” …
ormai si equipara internet a FB il che non è necessariamente un male se tratteresti bene la tua pagina sul social ma ahimè alla stessa stregua del non avere un sito internet ma semplicemente il dominio, cosi si ha la pagina FB con le applicazioni del nipote della sorella del cugino e cosi diventa poco seria.
..che poi Facebook e’ una cosa, un sito e’ un’altra. Perlomeno secondo me. Se cerco il sito di un’attivita’ per avere qualche informazione (i recapiti, gli orari, la location o altro) e non la trovo, abbandono la spugna, non e’ che mi metto a scandagliare Facebook. ;)
ah! tra l’altro io sono del sud e non me ne vogliano i nordisti all’ascolto ma anche se in misura minore, la si denuncia anche al nord …
Guarda, io sono del nord e la risposta più o meno è simile: “tanto c’ho le pagine gialle”.
E vai con lo spiegone sulla differenza tra un’inserzione in una directory ed un sito proprio.
:-(
il “tanto c’ho le pagine gialle”, ormai lo sto sentendo troppo spesso, specialmente da quando si son messi a fare i webmaster proponendo i loro siti web (tutti uguali tra l’altro), poi fai capire tu al cliente la differenza se ce la fai :D
Il “tanto c’ho le pagine gialle” verra’ presto rimpiazzato da un (inquietante) “ho fatto tutto con lamiaimpresaonline senza pagare nulla”, con tanto di “tiè” finale ;)
recentemente mi è capitato di imbattermi nell’indirizzo web di una rosticceria vicino casa mia (Milano) e ti dico che era una jpg con lo stesso listino prezzi distribuito come volantino e sul quale avevo visto il loro indirizzo. il senso me lo sto ancora chiedendo. ma credo che sia questione solo di ignoranza legata alle piccole aziende. mi sa che forse vado a dargli qualche volantino…XD
…Un genio, insomma :D il problema implicito e’ che fino a che dilaghera’ questa ignoranza, sara’ difficile far capire il valore aggiunto del nostro lavoro. Ovvero: nessuna di queste piccolo-medie aziende acquistera’ un servizio web professionale, se non si rende conto di averne bisogno, o dei benefici che potrebbe avere. Dovremmo cominciare a fare formazione sull’argomento…come tanti Testimoni di Geova, a distribuire volantini agli angoli delle strade, o a bussare casa per casa per informare sulle virtu’ di un sito fatto bene…:D
(sdrammatizziamo, vah!)
ahah però ci siamo vicini :D così come dobbiamo educare i clienti su perchè proponiamo una cosa piuttosto che un’altra, così dobbiamo fare proselitismo fra i potenziali clienti. Se poi sono ottusi meglio non intestardirsi XD
Aggiungo un altro particolare: non vi è mai capitato di cercare il sito di un’azienda che vi interessa (per un motivo qualsiasi), trovarlo (funziona pure e non è un malware, che fortuna!) e poi notare che il listino prezzi è del 2000 (anno di creazione del sito) e le news sono ferme ad un “lorem ipsum” inserito al volo per non lasciare lo spazio vuoto?
Anche questo fa parte della mentalità delle aziende: che utilità può avere un sito che prevede aggiornamenti (la sezione news avrà pure un significato no?) e non viene mai aggiornato?
Quanto al divario nord-sud: fisicamente sono al nord ma lavoro anche con clienti del sud e concordo sul fatto che la mentalità e l’approccio al web dipendono dalle persone e non dal luogo dove abitano.
…argh, no! Alla larga dai siti con il ‘lorem ipsum’, quanto di piu squallido possa esserci :D
Secondo me chi ha realizzato il sito del CG Beaty Center ha preso spunto dal vostro articolo del 1 Aprile ;) Sinceramente non so cosa sia peggio: se i tag in cima alla pagina o la sfumatura stile “funghetto allucinogeno”…
Fuor di battuta, gli stessi problemi purtroppo si trovano, seppur in forme diverse, anche nel campo del cartaceo, come quei clienti per cui anche se le pagine di un catalogo sono tutte diverse le une dalle altre senza un filo logico a legarle non fa niente (e vagli a spiegare che font, colori e disposizione degli elementi servono anche per “istruire” inconsciamente il lettore riguardo dove trovare le informazioni di cui necessita).
…puo’ essere ;) i miei articoli sono sempre fonte di graaaande ispirazione :)
…quindi non e’ il web a rendere “ignorante” un cliente? Se succede anche in altri campi piu “tradizionali”, possiamo proprio perdere la speranza ;)
Allora questo deve essersi ispirato troppo :)
http://www.paoloforchetti.com
Ahahhaahah ommioddio, ho rischiato una crisi epilettica! :D
Bè il sito col malware ormai è un classico dei lavori lasciati all’abbandono per diversi anni, prima o poi qualcuno ti lascia il ricordino nel server, e il proprietario del sito manco lo sa……non guardandolo praticamente mai……..e poi si ritrova la lettera dell’avvocato di “Tizio”, che lo denuncia per danni provocati………. o addirittura password rubate ecc ecc, causa quei bei ricordini lasciati nei pc senza antivirus( e ce ne sono molti) che hai postato sopra :)
In questo modo risulta anche inutile l’uso di un cms, che per sua natura prevede aggiornamenti e mantenimento, cosa che un buon 60 % delle persone non farà mai.
…a pensarci bene, una bella denuncia mica ci starebbe male…danni morali, psicologici e materiali, il mio computer e’ ancora sotto shock ;)
Qua al nord pensano che il web è come un biglietto da visito. E che per farlo tu prendi le immagini e le copi sul sito non sanno che c’è programmazione.
Il fatto cmq Sarah che esistono persone che gli chiedi l’indirizzo email e ti rispondono :” Via dei … ” . E poi comprano alcuni i siti già precofenzionati. Non hanno ancora capito tanti che il sito web è il loro biglietto di visita internazionale e per cui invece di girare il mondo a prensentare se stessi dando un biglietto di visita è meglio che pensano che con questo mezzo hanno visibilità in tutto il mondo.
…quindi non resta che essere negativi, perche’ questa mentalita’sembra non cambiare, eppure siamo nel 2011? che tristezza! :(
Ormai l’Italia è il fanalino di coda in tutti i settori e ciò si ripercuote inevitabilmente anche nel settore web. Ma la cosa più inquietante è che i settori in cui stiamo indietreggiando sono proprio quelli dell’innovazione e della ricerca, che sono i settori d’avanguardia. C’è una sorta di autolesionismo nel mondo del lavoro in Italia che porterà l’intero paese all’impoverimento generale.
Ho letto, sempre in questo sito, che è stata mossa una critica alle lauree. Ci si chiedeva perchè i laureati si lamentano sempre e se questa lamentela è immotivata (come se i veri responsabili fossero loro) . Ma vorrei collegare quell’articolo con questo e chiederVi : per quale motivo un laureato in informatica deve vedere che un sito vetrina con poche pagine (in cui non è necessario alcun dinamismo nè degli utenti, nè degli amministratori) sia fatto in joomla? Perchè bisogna riempire un database di decine e decine di tabelle senza motivo (e che probabilmente non verranno usate) o fare delle query in più, se la prima cosa che ti insegnano all’università è l’ottimizzazione delle risorse? Perchè non si riesce a lavorare, se qualcosa che dovrebbe essere realizzato ad hoc (in modo efficiente) magari con un processo di normalizzazione quando sono presenti database, è invece realizzato adattando CMS con plugin di cui spesso manca la documentazione e un corretto processo di sviluppo ? Perchè un sito ex-novo con database che dovrebbe costare migliaia di euro, invece viene realizzato a 500 euro? Perchè io , messo alla prova per un posto da dipendente in una webagency, devo sopportare che il mio capo incompetente mi imponga di mettermi direttamente a scrivere codice, senza seguire le fasi previste da chi ha fatto studi accademici: analisi dei requisiti, progettazione concettuale, logica (diagramma ER), fisica, normalizzazione, implementazione, testing? E’ come se chiedessero ad un ingegnere di non fare i calcoli del cemento! Allora si che capisci che la laurea non ti è servita, ma non perchè sei in errore tu…ma perchè gli altri non hanno la laurea, o meglio perchè la classe dirigente di questo paese non ha la laurea.
Il problema, quindi non è solo il design. Il design può soddisfare o meno le piccole attività, per le quali può anche bastare lo sviluppo di un sito vetrina ex-novo e fatto bene. Ma se non ci sono almeno delle medie imprese che vanno oltre il semplice blog (che è giusto realizzare con wordpress) e che pensano al web non solo come strumento di comunicazione (blog, sito vetrina, forum ), ma anche come strumento di automazione ed innovazione è finita! All’estero qualcuno ha pensato di andare oltre…di avere una visione più innovativa del web pensiamo a facebook, twitter, youtube, google…sono tutti strumenti di successo. Prodotti del genere trainano la programmazione tanto quanto il design perchè i due settori vanno a braccetto come l’hardware e il software e perchè in quelle piattaforme non si tratta di fare 10 paginette! Qui siamo indietro…siamo ancora legati alla piccola impresa o al negozietto che deve vendere i prodotti, e spesso a questi vengono forniti, dall’offerta italiana, prodotti web arretrati, adattati, e scarsi, come se ci fosse una corsa al risparmio a tutti i costi. Senza investimenti, senza visione del futuro, senza idee innovavite non si va da nessuna parte…e poi dobbiamo vedere in tv (puntata di Report, ieri sera) che gli italiani hanno per primi realizzato un pc con l’Olivetti, ma che si sono svenduti l’azienda alla general eletric, per non avere visione del futuro…e di quei brevetti è rimasta solo la storia!
Giancarlo, la tua riflessione potrebbe aprire un’argomentazione ben piu’ ampia di quella con cui sono partita con questo articolo :) stimolante come poche, ma occorre un’energia che di lunedi sera proprio non sono in grado di avere, mi perdonerai spero :)
Onestamente non sono d’accordo sul fatto della laurea.
Se il tuo capo non ha la laurea e ti chiede di fare cose sbagliate è perché è un presuntuoso, se io assumo un dipendente che so per certo avere certe capacità e conoscenze, non lo obbligo a fare cose che voglio io, chiedo quale sia secondo lui il modo migliore per farlo (ovvio che qui si parla di una piccola azienda, nelle grandi hanno processi standard ecc).
Questa si chiama intelligenza non laurea, ci sono al mondo persone (una marea tralaltro) senza laurea che a quelli laureati fanno il pelo e contro pelo.
Per il resto sono d’accordo con te.
Ciao Sarah, il dominio che tu hai digitato cioè http://www.dolceefreddore.it non è più attivo, il nuovo dominio è http://www.redolcefreddo.it
I tempi cambiano ed anche i domini……scadono, oppure migliorano (d’altra parte prova a leggere dolceefreddore tutto di seguito e scoprirari che prendere un dolce raffreddore non è difficile. :-)
Oppure sarebbe bastato verificare su register la proprietà del dominio per accertarti che ilprimo non è più esistente. Ma è giusto, prima giudichiamo e poi scriviamo……
queste due affermazioni sono bellissime e dimostrano la mentalità e l’ignoranza – con tutto rispetto per chi ha commentato – che ci stanno ancora in questo settore… quella mentalità che l’articolo voleva proprio mettere in evidenza.
Una persona che legge la pubblicità di un locale/bar/azienda su di una rivista accompagnata dall’indirizzo web del proprio sito web non dovrebbe limitarsi a digitarne l’url sul proprio browser, ma nel caso in cui il sito non risultasse raggiungibile dovrebbe andare oltre: indagare, controllare su register.it per vedere se il dominio è scaduto e nel caso fosse scaduto controllare con quale altre dominio potrebbe essere stato registrato il sito. e tutto questo per farsi una granita =)
senza volerlo ci hai fornito il materiale per realizzare l’articolo per il 1° aprile del prossimo anno =)
..ogni volta che faccio questo tipo di articoli c’e’ sempre qualcuno che si sente punto sul vivo e che arriva tutto combattivo :) io non ho giudicato affatto, ho solo constatato i fatti: ho cercato e non ho trovato, tutto qui. nessuna polemica e nessun giudizio gratuito ;)
Probabilmente non sarebbe stata questa la reazione se il nuovo sito non fosse stata opera tua…l’orgoglio è un brutta bestia, ma il rispetto dovrebbe essere più rilevante.
Oddio, ma ce l’hanno proprio su con sto arcobaleno!!! L’arcobaleno sta bene sui disegno dei bambini o su qualche immagine di un bravo designer. Per favore basta, non è cattiveria ma m creano un senso di imbarazzo. Che schifo. Scusate lo sfogo ma sto sistemando una cosa fatta da altri e vogliono mantenere la scritta arcobaleno. Ola, Elisa
L’arcobaleno, l’effetto “smusso effetto rilievo” e la sfumatura dal nero al bianco…uno di questi giorni faro’ una top ten degli orrori grafici dell’ultimo decennio :D
ps. “mi creano un senso di imbarazzo” e’ bellissima :D
Ps. Eliiiii anche tu vegetariana, che bello :)
Sorry per i due errori ortografici ma è lunedì ed ero pure di fretta.
Rimandendo in ambito di cultura del sito web ci sarebbe anche da parlare del fatto che il sito governativo italia.it è costato 14 milioni di euro e non offre nemmeno la possibilità di prenotare hotel online.
…il sito italia.it, il nuovo logo di Roma, eccetera eccetera…parlare di questo e’ come addentrarsi in un territorio minato fatto di argomentazioni politiche, polemiche inutili e quant’altro. Se n’e’ parlato gia’ tanto a tempo debito, percio’ lasciamo perdere :D
quoto Luca ed altri
come al solito gran bel post Sara
Grazie Alduzzo, ti lovvo :)
Molte aziende anche della mia zona preferiscono affidarsi a pubblicitari “porta a porta” e magari spendere anche 2000 euro per apparire su UNA PAGINA di giornale per 15 giorni ma sono restii a massimizzare il proprio target di clienti facendo un sito web utile e trovabile.
In America e’ tutto diverso… purtroppo e finche’ in Italia si avrà questa mentalità il web design rimarrà per “pochi”
chissa’ quanti anni ci avra’ messo la pubblicita’ tradizionale a trovare il suo seguito..immagino che all’inizio la diffidenza italiana si e’ fatta sentire, eppure piano piano le cose sono cambiate. Ci vuol pazienza, magari noi non riusciremo mai nel nostro intento, ma i nostri nipoti se sceglieranno il nostro mestiere forse se la caveranno meglio di noi ;)
Vegetariana ormai da 8 mesi! Contenta e soddisfatta! :)
Lavoro per un’ azienda che tramite un Contact Center vende in tutta Italia.
Abbiamo più clienti al Nord che al Sud perchè ancora non tutti capiscono l’utilità di un sito Web.
C’è anche da valutare cosa si vende…se parliamo di siti vetrina (nudi e crudi) o con dei contenuti magari “agganciati” tramite XML.
Poi personalmente mi capita di incontrare vecchie conoscenza che hanno un’ attività e quindi un sito…mi propongo di vederlo e comunicare in onestà se è fatto con tutti i criteri per potersi definire tale…e mi accorgo che (senza offesa) il primo 11enne che ha un PC si propone come Web Master…
Un altro problema, credo sia che il cliente a volte non sa che c’è differenza fra un sito fatto senza criterio o un sito creato da personale competente.
Mi è capitata gente che pretendeva di essere trovati su internet (Google) con qualsiasi parola si digitasse…e dopo aver creato una grafica personalizzata…creato il sito rispettando tutti i criteri di validità (XHtml e CSS) e fatta spuntare su Google in prima pagina con 3 chiavi di ricerca ancora è li a lamentarsi del prezzo…
Credo che ancora siamo lontani da far valutare il nostro (Web Designer – Web Master – Programmatori – etc.) lavoro come un lavoro al pari di altri…
Gia’ gia’, il problema e’ proprio questo.
Se non si sa cosa ci si deve aspettare da un prodotto, come si puo’ giudicarne -e apprezzarne – le potenzialita’? L’uomo per sua natura anela sempre a “qualcosa di piu'”, ma come puo’ farlo se non sa che effettivamente puo’ avere di meglio, qualitativamente parlando? Fino a che il genio di turno non ha inventato il fuoco, tutti mangiavamo carne cruda, e molto probabilmente nessuno se ne lamentava ;)
Nel prossimo salto evolutivo forse qualcuno si rendera’ conto che lo smanettone adolescente con il portafolio su altervista non e’ la scelta migliore, e a quel punto…fortunati noi :) [a meno che la razza dei ‘webdesigner’ non sia del tutto estinta, nel frattempo]
Per la mia esperienza posso dire che anche nella mia città (abito in Toscana) la situazione è nera che più nera non si può…
La gente non ha un minimo di cultura del web, il sito? Accessorio da evitare come la peste perché porta via soldi.
Mi è stata fatta una specifica richiesta una volta, dicendomi che era richiesto un prezzo bassissimo altrimenti non se ne faceva nulla.
Purtroppo, nonostante il progetto fosse molto buono ed espandibile ampiamente in futuro, non fu accettato, peccato.
Credo che l’Italia abbia molto, ma molto ancora da imparare sul web e le uniche soluzioni perché la cultura del web si diffonda, arriveranno man mano che questa tecnologia, che per noi è vitale, verrà supportata meglio (in Italia fa pena) e noi dobbiamo fare del nostro meglio per far capire alle piccole/medie aziende quale sia l’importanza del web.
Insomma, credo che una delle chiavi per un futuro migliore da questo punto di vista, anche in Italia, siamo proprio noi che facciamo questo mestiere.
Ciao Andrea, la tua esperienza mi interessa particolarmente, essendo anch’io toscana (di dove sei)? e non avendo ancora avuto modo di toccare con mano la mentalita’ delle aziende della mia regione sull’argomento web design.
Ma poi, come possiamo lamentarci se in Italia non c’e’ la cultura del web, quando nel 2011 nessuna scuola media tiene lezioni di informatica, e se nelle poche scuole superiori in cui si parla di computers le lezioni sono di “trattamento testi”? Si parla di lezioni di dialetto siciliano (nelle scuole dell’isola), addirittura di lezioni di caccia per i bambini delle elementari (nozione per fortuna bocciata), ma ancora per quanto riguarda il computer e’ un completo tabu’.
Sono di Massa.
Hai ragione, in Italia l’informatica non è considerata per come dovrebbe essere.
L’unica nota positiva è che ormai già i bambini sanno usare i pc e crescono con una mentalità diversa, in cui è presente l’uso del pc, ma non è nemmeno una consolazione in quanto nel nostro paese i giovani sono numericamente di molto inferiori agli anziani.
L’informatica dovrebbe essere insegnata fin dalle elementari, non parlo certo di insegnare a programmare per carità, ma almeno l’ECDL, così che ogni cittadino abbia almeno una base solida delle funzioni che principalmente si troverà ad usare in un pc.
Uhm, sara’ anche vero che i ragazzi cominciano prima a maneggiare computer, ma avendo una sorella di 13 anni posso dirti che il saper utilizzare un pc si ferma a MSN, Facebook e l’utilizzo di PICNIK per mettere scrittine come “i’m the best” sulle foto. Stop.
A 19 anni non si sa installare un programma, non si sa niente di antivirus e firewall e phishing. Per la ‘nuova generazione’ (ommmioddio, una volta io facevo parte della nuova generazione, sigh) il computer e’ sinonimo di social network, chat e giochini di ruolo online. Niente di piu, niente di meno ;)
Purtroppo è tristemente vero, beh non ci resta che augurarci che comincino a dare importanza all’informatica nelle scuole e la insegnino come si deve, partendo dall’ECDL fino a qualche concetto più “avanzato”.
Che angoscia ragazzi :)
Un mio carissimo amico sta provando ad educare i clienti riguardo il web ad inizio progetto. Nelle prime fasi del lavoro fornisce un libricino che ha preparato lui, veramente ben fatto, dove spiega in maniera semplice e chiara a cosa serve un sito web, che differenza c’è tra quello realizzato da un professionista del web e quello realizzato con i template che si trovano su internet, come funziona il posizionamento nei motori di ricerca, etc…
Non è male come idea! che dite?
Anche il titolare di un’agenzia con cui collaboro fa una cosa del genere, e devo ammettere che mi sembra un’ottima idea. Originale e utile.
(magari e’ la stessa persona :D)
Io sono alle prime armi effettive, fino a pochi mesi fa realizzavo siti per me stesso o tutt’al più apportavo qualche modifica a quelli dei clienti cui mi collegavo grazie a tutt’altro lavoro(lavorando in telecomunicazioni il passo tra adsl e sito web pareva talvolta inesistente, ma io arrivavo comunque preparato).
Ho avuto modo di vedere che la mentalità talvolta c’è, ma è fin troppo espansa. Un esempio assurdo? Un cliente che vende soggiorni studio per lingue straniere pretendeva che nel suo sito io inserissi un modulo per il preventivo che, al momento della richiesta, si collegasse ai database di svariate compagnie aeree e adeguasse il prezzo della parcella in base ad essi.
Per attuare una richiesta tale egli avrebbe dovuto quanto meno avere un accordo con le compagnie per ottenere l’accesso a quei database, ma quando tentai di spiegare la difficoltà del progetto mi rispose che probabilmente qualcun altro, più esperenziato, ci sarebbe riuscito senza problemi(facendo leva sul fatto che colui che gli aveva fatto il sito aveva inserito in un iframe la form del sito di una di queste compagnie).
La voglia di espandersi c’è, ma il portafoglio e l’intenzione non sono spesso in accordo.
Senza contare che anche tra i cosiddetti “webjob” spesso si trovano richieste discutibili, come la conoscenza del .NET per programmare un sito web. Qui mi aggancio un po’ al discorso di Giancarlo, anche chi offre il lavoro non sempre sa cosa serve per centrare l’obiettivo che si pone.
Ottimo articolo Sarah ;)
…poi quest’arroganza mi fa prudere le mani ;) E’ anche questo il problema: la presunzione. Non si sa, ma ci si arroga il diritto di commentare e criticare, non si sa fare ma si vuole sempre mettere bocca in questioni che non ci riguardano. Visto che siamo in fase di sfogo vorrei parlare dei clienti che si autoconvincono di essere web designer, ma rimando il tutto ad un altro articolo ;)
Su un articolo qua sul web ho sentito di queste storie. Quando il cliente ti fa stravolgere la struttura e i colori e poi si compiace dicendo:” Io si che sono un bravo grafico altro che te” la miglior risposta da dare è ” Primo si vede che non ama i suoi potenziali clienti che potrebbero andare sul sito e poi dirgli visto che è così in gamba come mai non ha pensato di farselo dall’inizio il sito?”
PS. Quando dicono che la madre dei cretini è sempre incinta mi chiedo ma come mai questa madre non se ne va al cinema qualche volta?
Questione d’ignoranza. C’e’ chi ammette e riconosce i propri limiti e chi vuole mettere sempre la bocca su tutto. Certa gente esiste, e ahime’, non solo nel settore del web design…:(
Bhè, guarda, abitando in un piccolo paesino nella provincia di Palermo e vedendo storie del genere ogni santo giorno, posso tranquillamente dirti che ancora siamo all’età della pietra.
Cosa ti serve nel sito internet? Ma guarda fai tutto tu che sei del mestiere….
Quanto costa un sito internet? Dipende, da tot prezzo a tot prezzo. Mmariaaaa così tanto? io pensavo 150€
Ma ce la facciamo in due giorni a finire tutto? Si certo, anche fra due ore se vuole.
Io le consiglio di mettere una newsletter in modo da migliorare la pubblicità. La newchè??? Io non ne capisco di queste cose. Le email le faccio leggere a mio figlio.
Però io voglio essere primo nei motori di ricerca immediatamente (senza spendere un soldo). E io voglio andare sulla luna con il monopattino con la sola forza del pensiero.
Ecco spiegato perchè sono straconvinto che almeno nella mia zona si potrà parlare di siti internet fra almeno 10 anni -.-“
..sarebbe carina una raccolta di vignette umoristiche sull’argomento :)
ps. perche’, tu cosa pensi risponda mia nonna quando qualcuno le chiede che lavoro fa sua nipote? posso solo immaginare :D
Dopo tutti questi commenti ottimisti e pieni di speranza ho capito che il futuro sarà … un pezzo di terra, una zappa ed un pò di muscoli :)
Il web tornerà ad essere una passione :)
…quando torneremo con la schiena a pezzi dai campi, non so quanta voglia avremo di metterci davanti ai monitor :)
Il panorama che ci si prospetta mi ricorda molto l’angosciante ‘Germinal’ di Zola…ahi ahi!
Riporto una discussione di oggi pomeriggio con un potenziale/futuro cliente:
Lui: Voglio un portale che mi permetta di far si che i miei affiliati possano..etc…etc…e poi vorrei un e-commerce per poter…etc…etcc…e poi devo poter vendere la…etc…etc…e devo vedere se il mio cliente ha fatto la…etc…etc…
Io nel frattempo ascoltavo e gli dicevo…ho la persona che fa per te (io mi occupo solo di Web Design e CSS non di programmazione così avanzata).
Lui: Ma è capace?
Io: Si ha fatto http://www.nomesito.com e gli ho fatto vedere un pò di lavori all’ altezza di quello che vorrebbe lui…e gli ho detto considera che un lavoro del genere ha un costo.
Lui: Ma guarda che ho preventivi di tante aziende quindi…
Io: Ma al mio collega non importa dei preventivi degli altri…lui valuta il lavoro in base a ciò che chiedi non in base agli altri…se gli altri ti chiedono 150 polpette e utilizzano Joomla e il mio collega te ne chiede 300 polpette ma fa tutto di mano sua non c’è paragone.
Conclusione: Alcuni clienti sono convinti che il prezzo più basso che sentono è quello giusto…si giusto per non avere nulla di quello che volevano…
Attendiamo l’ incontro e faremo il preventivo esatto per quello che chiederà…senza nessun sconto…il giusto…se accetta bene…se non accetta…un pensiero in meno :D
OT. Dire di essere un Web Designer, che oltre tutto utilizza solo Mac, farà capire alla gente che non è detto che sappia sistemare un PC?
Grazie
Purtroppo no ;)
io ho mia madre, che e’ una vera frana col computer, una roba veramente imbarazzante, che mi telefona continuamente come se fossi il call center dell’assistenza hardware per madri disattate.
“Mi viene fuori tutta una schermata nera, cosa devo fare????”, oppure “qua c’e’ scritto attenscion, cai uei batist rai..” in un inglese ancora piu vergognoso. E inutile spiegarle che a mezza italia di distanza, senza vedere cosa ha combinato, mi e’ impossibile vedere dove sta il problema..io sono “quella che bazzica con i computer” :)
ps. In realta’ quello veramente martoriato dai miei e’ Nando, che e’ diventato il consulente informatico della famiglia ;)
Oddio, so che non c’è da ridere su queste cose ma a leggere i commenti mi sto scompisciando…
Questo video l’ho visto oggi per caso cercando altro, è assolutamente da vedere!!!
http://youtu.be/F5QuHx6zKjM
Conoscevo questo video…ma sono l’unica a trovare ‘sto tizio antipatico? :(
Ma è tristissimo ‘sto video :O
Il tipo ha l’aria un po’ saccente ma a me ha fatto ridere. Tristissimo no, dai!
Non mi sta simpatico, non posso farci niente. E l’accento mi irrita ;)
Non sei l’unica, siamo in due XD
..complimenti a Sarah per l’articolo (ti leggo ogni volta che posso ritagliarmi qualche oretta tutta per me!)!
Per il resto che dire? Leggendo i vostri commenti ho riso, ho pianto, mi sono …zzata, mi sono sentita “in buona compagnia”.
Ho 36 anni, abito a Modica (Ragusa – Sicilia) ed ho una bella laurea in informatica.. che non mi serve a nulla. Ho anche un marito e due figli.
Per ovvi motivi (* fattore età, stato civile e sesso *) non posso far altro che siti web e grafica e un pò di web marketing (a modo mio).
Anche nel mio caso, si incontrano persone che il sito non lo vogliono (“ma io sono sulle pagine gialle: mi possono trovare e chiamare quando vogliono”), non vogliono pagarlo più di 150 euro (“che ci vuole?! ti do pure le fotografie!!” – stampate, mosse e fatte con la macchinetta di cartone), pensano di averlo (“ma io ho fb” – “ce l’ho il sito: ilmionome@qualcosa.qualcosaltro“) [???] e varie altre tipologie di clienti.
Ma i miei preferiti sono quelli che:
CL: “il sito? nooo, me lo fa mio marito”
IO: “ah è un collega e non lo sapevo? ma dove lavora?”
CL: “nooo, mio marito fa QUALUNQUEALTROLAVOROALMONDO, ma ci sa stare al computer e poi ha occhio” [????????????????]
Dopo XX mesi, finalmente viene messo online il famigerato sito: colori “vivaci” (al cardiopalma), scritte fosforescenti e lampeggianti, testi redatti da un bambino di 3 o 4 anni al massimo, funzionalità pari a zero e pulsante Facebook..
Devo aggiungere altro?? O torniamo davvero a zappare la terra o non so davvero come poterne uscire vivi da quest’incubo!
PS.
E la gente su Facebook ha fatto pure i complimenti per il sito al marito che “fa QUALUNQUEALTROLAVOROALMONDO, ma ci sa stare al computer e poi ha occhio”.. ed è davvero la fine!!!!
Ciao Ci :)
Ti racconto un piccolo aneddoto: qualche tempo fa ho ideato il restyling per un sito ‘pagine gialle’ style, una cosa veramente inguardabile, un rettangolo giallissimo allineato a sinistra, senza grafica. Mio fratello (che ha 20 anni, quindi una mente abbastanza ‘aperta’ e giovane) mi ha chiesto se poteva vedere la nuova grafica, io ho acconsentito, e per fargli meglio capire la differenza ‘prima-dopo” prima gli ho passato il link della vecchia versione con l’idea di dargli successivamente il link del restyling da me progettato. Dopo 10 minuti mi risponde e mi fa: “che beeeeeeeeeeeeeello, mi piace! Allegro, vivace” e si mette a sbrodolare una serie di complimenti. Sono rimasta scioccata…mio fratello si complimentava con me per la ‘bellezza’ del layout paginegiallestyle!! Mi sono quasi sentita offesa :D
Questo mi ha portata a credere che la gente ‘normale’, quella che non ha l’occhio allenato in fatto di design, tipografia, colori e quant’altro, sia ‘immatura’ da un punto di vista estetico e quindi realmente incapace di capire se il sito che hanno davanti e’ buono o fa schifo.
E questo, ovviamente, va tutto a nostro svantaggio. Perche’ l’utente medio, il nostro potenziale cliente, e’ senz’altro ‘acerbo’ sotto diversi punti di vista ;)
finalmente sono riuscita a leggere l’articolo ( sono 2 giorni che vengo interrotta!! ), è un argomento che mi sta parecchi a cuore questo, perché siamo nel 2011 e cacchio, possibile che un bravo imprenditore\commerciante non si renda ancora conto delle potenzialità di internet?? Quando i miei genitori aprirono la loro attività la prima cosa di cui mi sono preoccupata è stato il sito internet e spesso ho avuto la conferma di quanto ci fosse stato utile! Personalmente sono sconvolta dall’ignoranza che circola intorno a quest’argomento anche nelle grandi aziende, io stessa collaboro con una di queste, anche qui nonostante ci sia un’ attenzione alla comunicazione quasi maniacale spesso rimango allibita dall’ignoranza di alcune persone in fatto di web. Poi c’è una cosa che mi fa ridere, da poco hanno imparato ad usare il termine “2.0” e lo usano per ogni cosa, qualunque cosa, impunemente lo piazzano qua e la tra un briefing e un meeting, ormai se vogliono farti capire che vogliono una cosa moderna loro ti chiedono “uno stile duepuntozero” e bon… come quando sul giornale trovi gli annunci tipo “vendo cucina in stile ikea” che vuol dire tutto e non vuol dire niente!
(Chi e’ che ti interrompe mentre leggi YIW, eh? EH???? Dillo a me, ci penso io! :D)
…voglio solo dirti che ho riso un sacco quando stamani mi e’ arrivata la mail del titolare di una web agency che recitava cosi: “mi era piaciuto molto il footer che avevi adottato, molto 2.0” :D
(i clienti che ti chiedono una grafica 2.0 sono i migliori, chissa’ cosa intendono e cosa si aspettano che gli faccia, con tale richiesta!) ;)
visto, che vi avvo detto? :D
visto, che vi avevo detto? :D
Il bello che ci sono clienti che non sanno cosa vogliono ma pure ci sono aziende che fanno annunci incredibili di lavoro con scritto: A.A.A. cercasi giovane neolaureato ingegneria informatica, conoscenza php-mysql, actionscript 3, photoshop, illustrator, dreamveawer, java, asp.net, html, css.
Domanda cosa vogliono una persona o un team di una web agency?
E poi scrivono max 25 anni con esperienza pluriennale sul web.
C’è tanta gente assurda a sto mondo occorre delineare dei obbiettivi seri in questo settore per fare chiarezza a tanta gente ignorante.
Dalla mia esperienza, tra località geografiche, più che la mentalità cambiano le tariffe a cui le aziende sono abituate.
Ho parlato di zone e non nello specifico di nord e sud perchè ho notato che anche tra nord e nord c’è molta differenza, ad es. mediamente a Torino un freelance costa decisamente meno che un impiegato di 5° livello, mentre a Padova non battono ciglio di fronte a tariffe adeguate all’esperienza del professionista.
Personalmente al momento sto notando una situazione leggermente migliore, indipendentemente dalla zona d’Italia, forse perchè lavorando principalmente con l’ecommerce noto una sensibilità maggiore verso il negozio online rispetto ad un sito web di vetrina, forse perchè il risultato che può portare è più immediato e tangibile, quindi probabilmente risulta più semplice fare un’investimento in quest’ottica per un imprenditore “vecchio” stampo.
Quando parlo con i clienti faccio sempre l’esempio di un negozio di animali che seguo, sono passati, grazie ad una strategia mirata a bassissimo costo, dal fallimento ad un ottimo commercio.
In un mese siamo riusciti a raggiungere un numero di clienti impressionante facendoli sentire a casa ed aiutandoli nelle scelte più giuste per loro.
Purtroppo non tutti capiscono l’importanza di un sito con contenuti adeguati, che offra uno spazio ai clienti e un’opportunità enorme al negoziante stesso.
Però non tutti hanno bisogno del sito web, diciamo che in alcuni casi è ancora un qualcosa in più. Conosco realtà senza sito web che funzionano benissimo perché offrono degli ottimi prodotti e il passaparola, anche se non virtuale, corre veloce se si lavora bene.
Diciamo che se dietro il sito – e non parlo del webmaster – non c’è professionalità, capacità e competenza è inutile farlo… a meno che non si parli di fortuna sfacciata.
@buothz
Sono assolutamente d’accordo con te quando dici che se dietroad un ecommerce non c’è la serietà del merchant si tratta di un investimento a perdere, per questo quando un potenziale cliente mi contatta per iniziare a vendere online, la mia prima domanda è se è a conoscenza dell’impegno a livello amministrativo a cui va incontro e se ègrado di affrontarlo nel migliore dei modi con il personale a sua disposizione.
E se la chiamassimo semplicemente beata ignoranza? Per quanto mi riguarda, è questo il sostantivo che spiega meglio il problema descritto da sarah e, credo, affrontato con sconcerto e fatica da molti di noi. E non si tratta, a mio avviso, di un’ignoranza che affligge specificamente la materia di nostro interesse, bensì di un limite molto più ampio e profondo che si manifesta un po’ a 360 gradi nel nostro “sistema-paese” e con maggior evidenza in tutto ciò che di nuovo tenta di far evolvere la nostra provincialità.
Naturalmente, l’ignoranza non è soltanto sul fronte degli inserzionisti, ma anche su quello dei visitatori, cosa che fa sì che il circolo vizioso continui a prosperare nel suo girare a vuoto. Chi, come noi, conosce e vive il Web ormai come un qualcosa di fondamentale, non può che scandalizzarsi di fronte a cotanta “insensibilità” (talvolta perfino arrogante, com’è proprio dell’ignoranza), ma cosa più fare se non andare avanti, passetto dopo passetto, nel divulgare la “buona novella” sperando di incappare, di tanto in tanto, in un cliente che sappia di cosa parliamo o che, almeno, sia interessato ad allargare i propri orizzonti?
Buon lavoraccio a tutti. ;)
Guardiamo il rovescio della medaglia: con tanti lavori fatti male, ci sono più opportunità di lavoro (restyling ecc…) per chi lavora seriamente nel Web Design, no? ;)
Ciao Sarah, interessante articolo e purtroppo ancora attualissimo nel 2014…
personalmente trovo le stesse situazioni anche nel settore tipografico, tra biglietti da visita, volantini e simili, le richieste dei clienti sono le stesse del settore web: spendere poco e avere un lavoro fatto bene (secondo loro). Qualcuno “per risparmiare” chiede di stampare sulla carta più scarsa (…) che tanto il cliente non sta a gurdare quello. Come glielo spieghi che un biglietto da visita come anche un volantino, come lo prendi in mano e ancora prima di “leggerlo” parla già della tua azienda? ho avuto il coraggio di dire che “noi non usiamo carte “scarse”, perso il cliente ma sicuramente anche tante rogne.
Poi capitano quelli che chiedono mille variazioni grafiche finché non diventa uno schifo ed escalmano “ecco! è quello che volevo! stampalo subito!” Non mancano i “me li fa mio figlio”, “ci pensa mio nipote”, “li faccio da me” (e si vede infatti), “li ho appena fatti nuovi” (e poi se gli chiedi un bigliettino …così evito di ripassare… sbiancano).
Come vedi Sarah, l’imperativo è rappresentato dai “schei” come si dice qui in Veneto, che si tratti di grafica e servizi web o di grafica e servizi di stampa su cartaceo, nulla cambia.
Dimenticavo quasi: “tanto con il computer puoi fare tutto no?”
Ciao e una stretta di mano dal Nord al Sud :)
Paolo
Sono passati un po’ di anni ma questo articolo è sempre attuale ed interessante. Complimenti!
Oggi il web design è un settore veramente difficile, il problema del cliente impreparato è forse minore rispetto a quello del cliente mal-preparato. Ovvero quel cliente che conosce benissimo tutte le piattaforme a basso costo (o addirittura free) e quindi ti si presenta già con le mani avanti, budget da fame, progetti inutili. Raro poter eseguire lavori decenti.