Usabilità: Come Scrivere per il Web?
L’avrai letto tante di quelle volte che ormai ti suonerà banale, un modo di dire quasi insensato ma… Content is the king, il contenuto è il re. Ma allora perché non ne se ne parla mai?
Si parla di come presentarlo, di cosa metterci intorno, ma mai di come realizzare del buon contenuto. Anzi, riflettendoci, la maggior parte delle volte in cui ho letto questa frase era quasi per giustificare una mancanza estetica.
Il contenuto è il re, quindi diamogli lo spazio che merita.
Il web ci dà la possibilità di avere un pubblico di utenti molto vasto ed eterogeneo, che visita il tuo sito proprio per il contenuto e per questo è importante scrivere e creare i contenuti con cognizione.
Se non si presta abbastanza attenzione si potrebbero escludere ed allontanare dal sito delle persone (utenti o potenziali clienti) perché non sono riuscite a leggere tra gli errori o a capire tra i paroloni, le espressioni tipiche del marketing e tecnicismi vari.
Purtroppo troppo spesso la considerazione del contenuto non va oltre la proclamazione della sua salita al trono.
Molti siti si trovano nella situazione in cui la scrittura dei contenuti è affidata a qualcuno non idoneo, spesso a causa di un investimento troppo basso (per necessità o per una scarsa valutazione del mezzo internet).
Ovviamente questa persona si può trovare a commettere degli errori: che sia tu o un tuo cliente, forse sarebbe meglio sapere quali sono gli errori da evitare, in modo da migliorare te stesso come creatore di contenuti o per offrire un supporto ai tuoi clienti nella redazione dei testi per il web.
Scrivere per gli utenti
Bisogna innanzitutto saper dare una giusta formattazione al testo, in modo che leggere sia effettivamente possibile.
In realtà, oltre questo, gran parte degli errori si possono riassumere in un solo problema: non si scrive per gli utenti (o potenziali clienti), ma per qualcun altro (o anche qualcos’altro), essenzialmente per le persone/cose sbagliate. Per chi/cosa scrivi?
Per il tuo diario segreto
A differenza delle pubblicazioni cartacee, libri o riviste, sul web troppo spesso non ci sono redazioni o editori a controllare ciò che hai scritto e a correggerlo.
Chiunque può pubblicare un articolo, anche se pieno di errori grammaticali, ortografici o di punteggiatura e nessuno lo correggerà.
Come ho detto altre volte, io prima di tutto sono un’utente e devo ammettere che incontrare dei testi con molti errori m’infastidisce: la trovo una mancanza di rispetto.
Conoscere e rispettare le regole per una scrittura quantomeno corretta, dovrebbe essere interesse di chiunque voglia pubblicare un testo.
Questo se si tratta di un progetto personale, ma se invece parlassimo di un’azienda o di un marchio, anche un solo errore potrebbe minare la fiducia dell’utente.
Nello stesso discorso possono rientrare anche espressioni dialettali e la scrittura veloce (tipica degli appunti e degli SMS), sicuramente da evitare: sono tutti errori che evidenziano una scarsa professionalità; inoltre si rischia veramente che l’utente non capisca ciò che hai scritto o che non riesca a leggerlo a colpo d’occhio.
Per risolvere gran parte del problema sarebbe il caso di affidarsi ai correttori ortografici con un po’ più di umiltà: se non hai mai brillato in italiano, dovresti arrenderti al fatto che i correttori automatici forse ne sanno più di te.
Per la grammatica il problema è più complesso, ma attua una regola di buon senso: frasi semplici e corte e vedrai che sbagliare sarà molto più difficile.
Per il tuo ufficio / la tua azienda
A meno che non si tratti un sito che offra dichiaratamente servizi o informazioni strettamente di nicchia per un target ristretto, dovresti parlare a tutti.
Per farlo dovresti evitare tecnicismi di sorta e linguaggio markettaro: non tutti capiscono il significato di B2B o B2C (business to business, business to consumer) o cosa voglia dire il termine “grisaglia”, pertanto utilizza certi termini solo se hai intenzione di realizzare un dizionario tecnico o di marketing.
Perché non potresti utilizzarli e spiegarli successivamente? Perché la lettura sul web è veloce, è dare una scorsa al testo alla ricerca di ciò che ci interessa, non alla ricerca di vocaboli sconosciuti: trovandoli è più probabile invece che l’utente abbandoni il sito.
Hai presente quelle clausole che richiedono l’accettazione colme di termini legali incomprensibili? Conosci qualcuno che le legge? A molti utenti sembrano fuori luogo (anche quando in realtà non lo sono), e diventano sospettosi nel proseguire.
Per il professore di italiano
Per lo stesso motivo dovresti evitare un linguaggio troppo elevato: scrivere per tutti significa, secondo J. Nielsen (Web Usability 2.0), scrivere a un livello di licenza media inferiore, cioè in modo che una persona con la terza media sia in grado di comprendere.
Bisogna utilizzare quindi un lessico semplice e frasi brevi con al massimo una subordinata.
Nel caso di siti governativi o che offrono servizi a una fascia di persone notevolmente estesa, Nielsen consiglia addirittura di scrivere a un livello di licenza elementare.
Per chi vuole/può perdere tempo
Ne abbiamo già parlato tempo fa: l’utente non dedica molto tempo a valutare se nella pagina o nel sito ci sono le informazioni che cerca.
Non dare subito le risposte o non evidenziarle equivale a non darle, perché probabilmente l’utente non leggerà l’intero articolo se non pensa che possa interessargli, e passerà oltre o peggio, andrà via.
La soluzione in questo caso è cominciare dalla fine: dare le risposte in maniera sintetica già all’inizio del contenuto (articolo o qualsivoglia testo) e approfondire di seguito.
Il contenuto dovrebbe poi essere ben diviso tra i vari paragrafi, con titoli significativi in modo che salti subito all’occhio l’argomento, e con i concetti più importanti in evidenza, in modo che l’utente possa con una rapida occhiata capire di cosa stiamo parlando.
Nielsen sconsiglia testi troppo lunghi: per il web il massimo dovrebbe essere di circa 3000 battute; un testo troppo lungo è scoraggiante.
L’escamotage di suddividere il contenuto in più pagine, secondo le ricerche di Nielsen non è una soluzione per i testi troppo lunghi: a questo punto è meglio creare più pagine o articoli nettamente separati, ripartendo l’argomento in maniera logica.
Per i motori di ricerca
Come ho già detto, tendenzialmente le piccole-medie imprese italiane non si affidano a copy-writer per la redazione dei testi perché costano, ma sono propense a spendere in SEO.
Alcuni esperti SEO, veri o presunti, scrivono frasi senza senso, solo con l’obiettivo di avere un’alta key-word density, col risultato l’utente che giunge sul sito lo abbandona perché privo di reali informazioni.
Come molti altri problemi, anche questo è facilmente risolvibile con un po’ di buon senso: a un utente (ricorda sempre, potenziale cliente) non va di leggere 10 volte di fila la combinazione di parole “soluzioni informatiche”, in frasi in cui “soluzioni informatiche” non c’entra nulla; preferirà sapere quali sono queste “soluzioni informatiche” e capire se c’è quello che cerca.
Scrivere per il web: Conclusioni
Saper scrivere per il web è qualcosa che prescinde dal saper scrivere per la stampa, ed effettivamente dal web-design in sé per sé… però è una componente imprescindibile dell’usabilità ed è impossibile soprassedere su questa conoscenza se si vuole creare il testo per il proprio sito da sé o si vuole essere in grado di dare consigli in merito ai propri clienti.
Per i tuoi contenuti fai tutto da te, ti fai aiutare o almeno fai leggere i tuoi testi a qualcuno prima di pubblicarli? Ti è mai capitato che un cliente ti chiedesse esplicitamente di redigere i testi per il suo sito sulla base delle sue indicazioni? O ti sei trovato in condizione di doverlo correggere perché magari ti ha inoltrato del testo troppo lungo, senza nominare i paragrafi o altri errori di cui sopra e quindi non adatto al web? A te la parola.
14 commenti
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Come si fa un test di usabilità? Cosa testare | Your Inspiration Web
[...] testare che i testi siano chiari: a volte si tende a scrivere dei testi per se stessi e non…
Causa risterettezze economiche, (credo che siamo in tanti a dirlo) bisogna saper fare di tutto un po.
Certe volte però diventa difficile però scrivere di certi argomenti di cui sai ben poco, (come è capitato a me di recente per un sito di trattamenti estetici di cuipraticamente non conoscevo nulla) per cui si chiede al cliente qualche bozza di stesura dei contenuti e opuscoli vari già presenti in negozio, che poi ovviamente cerco di riscrivere nel miglior modo possibile adattandoli al layout del sito che sto realizzando.
Quando anche il cliente non ti viene incontro, ma ti scarica tutto il lavoro da fare, dalla grafica fino al sito online, qui cominciano i guai :D
Fortunatamente per ora questo ultimo caso non mi è ancora capitato :)
Cristiano mi caschi subito alla seconda riga ?! :-)
In ogni caso complimenti come sempre Anna, c’è da dire che il più delle volte è anche colpa della stanchezza quando si cerca di fare “tutto da se”. C’è questa frenesia di pubblicare articoli su articoli a discapito della qualità. Questa “ansia da prestazione” penso abbia assalito un pò tutti quelli che come me, prima o poi, si sono ritrovati con un blog fra le mani. Articoli come il tuo, aiutano a ragionare… Faccio 10 “articoli” o ne faccio 5 ma come dio comanda?!
Grazie!
il messaggio è scritto da un telefono, il T9 fa brutti scherzi :D
Prendilo come un esempio di cosa non bisogna fare :D
Ciao Cristiano, grazie del tuo commento… effettivamente neanche a me è mai capitato che un cliente pretendesse da me tutto (dalla grafica, al codice fino ai testi) ma in genere cerco di dare indicazioni anche quando il cliente scrive da sé: è molto più difficile farsi ascoltare che avere carta bianca a volte :)
Ciao Daniele, grazie mille dei complimenti!
Effettivamente mi è capitato di seguire diversi blogger che avevano un ritmo di pubblicazione a dir poco forsennato con errori a non finire, ma in realtà in questi casi la scarsa qualità derivava più che altro dalla mancanza di veri contenuti, poiché per la maggior parte erano brutte copie di articoli originali (motivo per cui ho smesso di seguirli).
D’altro canto fare una cosa dovrebbe essere il modo migliore per imparare, se si affrontano le novità con umiltà ed interesse, altrimenti è chiaro che anche scrivendo migliaia di articoli al giorno non si migliora mai!
Ciao,
per me quest’argomento è d’attualità perché sto finendo il mio sito/portfolio è sto finendo il contenuto. La mia principale problematica è che non sono di lingua madre italiana, e quindi i miei contenuto sono poco eleganti, nel senso che non riesco a fare delle frase accattivante, non lo sarei nemmeno in francese e questo è l’altra parte del mia problema durante questa fase di redazione.
Speso faccio un patchwork di frase che mi sono piaciute e li assemblo a modo mio. Dopodiché chiamo la mia dolce metà, che mi farà le frase in un bel italiano con le idee che desideravo comunicare.
Ciao Xpmatrix, spesso rendere le frasi accattivanti non è poi così necessario: è più importante dire qualcosa e dirla con semplicità quindi non credo dovresti preoccuparti troppo di questo aspetto.
Non essere di madrelingua in realtà ti dà il vantaggio di poter essere umile e far controllare le frasi a chi sai che ne sa più di te :)
Ciao e in bocca al lupo per il tuo sito!
Scusate l’OT, volevo solo avvisarvi di un problema tecnico dell’articolo, vedo che le immagini sono scalate anzichè ridimensionate da wordpress, di conseguenza sono caricati e mostrati i sorgenti che occupano spazio e banda inutilmente :) Spero sia utile l’indicazione per fixare!
Ciao Davide… molto strano, appena posso controllo! Grazie per la segnalazione
Sono d’accordo con quanto hai scritto, anche se molto spesso per fare tutte queste cose ci vuole tempo. Ovviamente il seo senza contenuti non ha senso se non quello di infastidire i navigatori che si ritrovano dei contenuti inutili!
Per il linguaggio sarebbe bene scrivere a seconda della tipologia dell’articolo, se l’articolo è per tutti sono d’accordo etc… comunque l’idea di usare un linguaggio tarzan-tu-jane sempre non è che mi ispiri moltissimo, fortunatamente il mio italiano è limitato già di suo! :-D
ps
credo che questo articolo che hai scritto rispecchia molto bene quello che hai spiegato.
ciao
Ciao evilripper, sono contenta che tu sia d’accordo e ovviamente nessuno dice che per fare bene le cose si possano fare in fretta. :)
Sicuramente il discorso della tipologia dell’articolo è valida per decidere “come scriverlo”, in base ovviamente al target di riferimento. Stando in un sito dove l’argomento principale è il web-design e il target i web-designer, è chiaro che oltre a utilizzare termini come “CSS”, o “HTML” andrò più nello specifico parlando anche di tag o le regole CSS specifiche… cosa che ovviamente però non mi sognerei di fare in un sito dedicato a chi ha bisogno di un web-designer.
Anche a me l’idea di scrivere in maniera troppo semplice non attira molto, infatti faccio molta fatica a limitarmi (mi piace usare sinonimi e parole ricercate, ma mi rendo conto che a volte esagero)… se pensi che il modo in cui sia presentato l’articolo sia coerente con quanto espresso, allora vuol dire che sono riuscita nel mio intento! :)
Ciao e a presto
Questo si che è un bell’articolo. Troppo spesso infatti si tende a guardare l’immagine ma poco al contenuto.
Grazie dei preziosi consigli, cercherò di applicarli quanto più possibile.
Ciao Anna, potresti cortesemente segnalarmi dei libri o delle fonti su cui poter studiare, in maniera professionale, la scrittura (e il processo editoriale) proprio del web? Del materiale in cui venga approfondito come si scrive nella rete. Ti ringrazio molto e complimenti per gli articoli.