Overflow di informazioni
Voglio affrontare un argomento molto particolare e complesso prendendo spunto da un articolo apparso sul settimanale “Internazionale” del 17 marzo: troppe informazioni paralizzano il cervello e spingono a prendere decisioni sbagliate.
Personalmente è una situazione in cui mi trovo molto spesso e in tutti gli ambiti della vita professionale, privata e sociale.
La situazione
Non mi soffermo ad analizzare le spiegazioni biologiche di tale fenomeno, ma mi limito a sottolineare e confermare (almeno per quel che mi riguarda) che: quando il numero di elementi e di combinazioni diventa altissimo, aumenta anche la quantità d’informazioni tra cui bisogna destreggiarsi e quindi la possibilità di commettere errori. Nell’articolo infatti si legge: “Se le informazioni sono troppe le persone prendono decisioni sempre meno sensate”. Ed è assolutamente vero, soprattutto se includiamo nelle decisioni anche risposte evanescenti, frettolose e poco approfondite.
Il flusso delle informazioni
Veniamo a quello che succede al mondo più vicino a noi: Facebook, Twitter e il Web. Con i social network (accessibili anche in mobilità), i forum di discussione, gli RSS e le applicazioni dedicate agli smartphone abbiamo un flusso di informazioni e opinioni infinito e che non si ferma mai. I problemi sono quindi due e paralleli: eccessiva informazione da una parte, velocità e immediatezza dei cambiamenti dall’altra.
Quindi la mia prima domanda è: siamo sicuri che la quantità di informazioni e opinioni ci fà prendere le decisioni più giuste (non in assoluto) per noi? Una decisione originale, personalizzata e non omologata al parere della massa? Avere delle informazioni e opinioni è uno dei driver principali del web 2.0 ma ricordo anche che le grandi aziende “comprano” le opinioni e i decision leader, quindi personalmente non mi fiderei molto.
Come ci comportiamo?
Per ogni tweet che riceviamo, per ogni stato di Facebook aggiornato o RSS inviato, dobbiamo decidere se prestargli attenzione, archiviarlo o considerarlo un fattore non determinante per le attività che facciamo. Ovviamente la difficoltà aumenta se la decisione da prendere è di una cerca importanza; personalmente il fatto che è quasi impossibile capire quale sia la migliore scelta mi fa innervosire.
La cosa su cui vorrei porre l’attenzione però non è solo la quantità delle informazioni, ma il loro ritmo. I social network, e il fatto che si può accedere in mobilità sempre e ovunque, soddisfano il nostro desiderio e la nostra necessità di immediatezza.
La traduzione di questo concetto fondamentale, nell’ambito delle decisioni significa che “L’afflusso continuo di dati ci abitua a rispondere all’istante, sacrificando la precisione e la riflessione all’immediatezza”.
Immediatezza o riflessione?
Nell’immagine trovate una vista su come Facebook propone a noi utenti la possibilità di ordinare i messaggi e gli stati in bacheca, ordinati quindi per: “Più Popolari” o “Più Recenti”. A parte capire come si calcola la popolarità in relazione ad un determinato profilo, io personalmente ho la spunta su “Più recenti” e questo mi fà pensare! Nel processo decisionale siamo condizionati a dare più peso a ciò che è più recente, non a quello che è più importante o più interessante.
“C’è un potente effetto ‘attualità’ nel processo decisionale” – “Siamo ingannati dall’immediatezza e dalla quantità e le scambiamo per qualità” – “Le decisioni sono condizionate più dall’urgenza che dall’importanza”, si sottolinea nell’articolo di Internazionale. E questo è vero!
Voi che ne pensate?
11 commenti
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[…] mini-informazione, può svegliare un po’ e connettere le nostre testoline addormentate sull’overflow di notizie e di disastri politici […]
Ciao Alessandro,
Sei un autore molto particolare di Yiw,
i tuoi articoli analizzano, spiegano, raccontano
sempre con un taglio ed una visione che segue una traiettoria
tutta sua….
Per usare una metafora leggere un tuo articolo e come ascoltare
i Pink floyd o i Nirvana per la prima volta…..
Anche questo articolo non fa eccezione.
Il tema dell’overdose di informazioni è una degli interrogativi
che ricorrono spesso nelle mie riflessioni,
Stringendo il campo al Web, nel mio eterno percorso di formazione
devo proprio impormi la maggior parte delle volte di trovare al massimo
due fonti da cui attingere con costanza.
D’istinto salterei da un link all’altro ma così può volar via una giornata intera e tutto ciò che hai fatto è leggere veloce del testo.
Per apprendere veramente bisogna un attimo rallentare….
Insomma la parola magica per me è “Filtrare”.
Pedro
Ciao Pedro,
ti ringrazio per i complimenti soprattutto perchè PinkFloyd e Nirvana sono nel mio cuore.
Rispetto al filtrare il problema è proprio quello: cosa filtri?
Verissimo. Questa è una cosa su cui anch’io sto riflettendo da un po’. Mi fa sentire “menomata” il non riuscire a seguire tutte le notizie più recenti! Ho la sensazione di perdere sempre notizie interessanti, spunti su cui lavorarci. Per cui, quando leggo il titolo di un feed, un twitter on un fb interessante, mi aiuta molto Read it Later. Memorizzo lì, poi periodicamente mi rivedo le pagine salvate e le catalogo nei segnalibri. In questo modo sto raccogliendo una grande “Banca dati” che, all’occorrenza, si rivela utilissima! Quindi, il mio consiglio è questo: anche se non riusciamo a leggere tutto (il che è impossibile!), salviamo le informazioni a seconda dei titoli che ci colpiscono. Ci verranno utili sicuramente in un secondo momento :)
Ciao Manuela,
Penso che la nostra mente non riesca ad elaborare tutte le informazioni
che abbiamo a disposizione….
è un delirio…è bellissimo…ma per come funzionano le nostre
menti è anche facile prendere una sbronza…
Forse in futuro quelli che ora sono bambini riusciranno
quasi a “Serfare” tra questo oceano di informazioni scegliendo
velocissimi i contenuti di qualità…
Forse la nostra mente si è formata con un altro tempo…
Non dimentichiamo che noi siamo la generazione che a fatto
in tempo a scrivere le ultime lettere e le prime mail….
Pedro
Si Pedro, anche io penso che il maggior successo si può ottenere ottimizzando il nostro istinto a capire cosa ci può servire e cosa no!
Bel consiglio! Il mio personale problema e fissazione e che non sopporto vedere gmail o reader con item non letti! Sono proprio malato… Vogliamo poi parlare delle informazioni in inglese di cui non sei mai sicuro di aver capito bene bene il senso?
Articolo interessante che ne richiama alla mente un altro che ho letto su “Punto Informatico” e che in pratica estende il problema alla ricerca dei contenuti su motore di ricerca. Il rischio, quando si pone l’attenzione sulla freschezza/contemporaneità dei contenuti (oggi abbiamo Google Istant), è quello di non poter raggiungere i risultati di qualità.
Citando testualmente il banale esempio dell’articolo in questione: “provate a cercare Mike Bongiorno su Google e osservate i primi 100 risultati. Nella stragrande maggioranza dei casi riguardano o il recente furto della salma o notizie riferite ai giorni della sua morte (nel 2009). Nelle prime cento pagine rilevanti su Mike Bongiorno la “fenomenologia di Mike Bongiorno” di Umberto Eco, il primo dei tanti risultati interessanti che mi vengono in mente sul presentatore italoamericano, semplicemente non esiste.”
A riguardo del mio personale flusso di informazioni giornaliero, invece, credo di non riuscire a sfruttarlo al massimo proprio a causa della velocità degli aggiornamenti. Ormai anche il “Read it later” mi è di poco aiuto visto che la sezione, divisa in sottocartelle, si sta ingrossando paurosamente per correre dietro ai nuovi aggiornamenti :)
Spero, prima o poi, di imparare a “rallentare e filtrare”. Anche a me pare l’unica soluzione
Beh effettivamente è la stessa cosa che faccio pure io..poi dipende..se è una persona abbastanza seguita è logico vederne le cose nuove…altri invece fermi da mesi….non nutrono interesse. Ottim oarticolo che fa riflettere e stuzzica i neuroni!
E se oltre a leggere dobbiamo anche poi scrivere su un blog come YIW le cose si fanno davvero ardue!
Come al solito arrivo in ritardo: ho letto l’articolo solo ora, ma sono d’accordissimo, e non solo per la questione degli aggiornamenti e novità frequenti, ma anche per la semplice ricerca di informazioni.
Una volta ho letto una citazione da qualche parte, non ricordo di chi, che diceva “Cercare informazioni su internet è come cercare di bere un sorso d’acqua da un idrante dei pompieri”.
Posso prendere ad esempio il caso di me stesso medesimo: cercando di apprendere una professione da autodidatta, in questo caso il Web Designer, è ovvio che il primo passo da fare è chiedere a Google come si fa. Ebbene, ogni sito ti propone un percorso diverso, tutorial diversi, libri diversi, metodologie diverse per affrontare il problema. Benchè molti potrebbero considerare la vastità di informazioni sull’argomento un vantaggio, io credo che in realtà sia tutto l’opposto. L’eccessiva quantità di risorse su un argomento ti fa perdere di vista l’obiettivo finale della tua ricerca, ti manda in confusione totale su cosa sia meglio fare o cosa no e finisci per non concludere niente di buono.
L’esplosione di informazioni è certamente un lato meraviglioso dell’era informatica in cui viviamo, ma per quelli come me che hanno bisogno di direzioni precise e consigli pratici, internet è una giungla fittissima dove devi farti strada con un coltellino svizzero.