Se Apple e Facebook cambiano il nostro paese

Il titolo è provocatorio e riduttivo, ma vedremo assieme in questo articolo come possano dei prodotti e servizi di massa provocare dei problemi infrastrutturali ad un paese come il nostro e come questi problemi possano diventare un’opportunità di crescita e innovazione.
Questo articolo è strettamente connesso ad un altro scritto qualche giorno fa sempre dal sottoscritto, e che menzionava in modo molto marginale il “cloud computing” tanto temuto dagli addetti ai lavori ma che sarà il nostro presente tra poco, pochissimo tempo.

Il cuore del problema

Il vero tema di questo articolo è (in sintesi) la quantità di banda disponibile per ogni utente e in particolar modo quella mobile. Se inizialmente per i servizi di cloud dedicati alle aziende e professionisti sarà possibile utilizzare la capacità attuale data da ADSL e Fibra, quello che invece rimane un vero problema è la banda mobile. Quest’ultima era nata inizialmente per la voce, poi ci si è accorti che c’era “spazio” e si è pensato di inserire gli Sms, rilevatisi poi una killer application.

Ma poi qualcosa di imprevisto (o sottovalutato) è successo: la fame di milioni di utenti di accedere alla rete (leggesi web) in mobilità. Fino a qualche tempo fà questa esigenza era espressa dal target business; nel campo consumer la richiesta di banda era limitata al massimo alla lettura di email.

E allora?

Vi invito a riflettere solo su tre dati:

  • l’Italia è il secondo paese in Europa per utilizzo di banda mobile (da smartphone, pc, netbook o tablet con accesso tramite chiavetta)
  • guardare un video Youtube sul nostro Iphone o Ipad equivale ad inviare 500.000 Sms contemporaneamente
  • aprire una pagina web corrisponde ad occupare la banda di  100 telefonate contemporanee

Tutto quello che c’era prima dell’avvento di iphone, ipad, Android e Facebook (tanto per citarne alcuni) era già pronto, in questi due anni non si sono fatti progressi enormi a livello tecnico, quello che è davvero cambiato è la necessità di tutti di accedere alla rete. L’utente medio ora ha capito che tramite il suo terminale mobile (non necessariamente iPhone) si poteva fare molto e risolvere tanti problemi. Quindi i passaggi principali sono stati:

  • consapevolezza da parte degli utenti che prodotti come l’iIPhone permettevano di fare tanto
  • servizi e SocialMedia come Facebook che hanno reso indispensabile l’esigenza di sfruttare terminali e rete mobile

Ecco quindi spiegato il titolo dell’articolo. A saturare la banda non sono certo i soli utenti Apple (iphone) o la gente che aggiorna la propria bacheca su Facebook, ma queste due aziende hanno fatto sì che nella gente si creasse una nuova esigenza. Un’esigenza sociale, come quella di poter inviare Sms o telefonare, un’esigenza maggiore addirittura rispetto a quella di leggere le mail.
L’utente medio utilizza la rete mobile per accedere ai social molto di più rispetto a quanto fà leggendo la mailbox o cercando un indirizzo su Google.
E’ una reazione a catena: ad esempio un utente di Facebook sulla sua bacheca nota un video postato da un amico e ne fruisce il contenuto passando da YouTube. Se non ci fosse stato Facebook probabilmente non sarebbe andato di sua spontanea volontà a guardare il video direttamente su YouTube. E la banda si satura.

Cosa succederà?

Tutti gli operatori mobili stanno correndo ai ripari per evitare che la rete mobile collassi e non possa essere più possibile neanche chiamare o inviare Sms. E intanto le applicazioni mobili nascono a ritmo impressionante e vengono accompagnate da un’evoluzione tecnica dei device che rende possibile servizi sempre più complessi ed “esigenti” di banda. Oggi con un iPhone o Android possiamo fare praticamente tutto, la potenza delle Cpu/Ram è vicina a quella di un pc di discrete prestazioni e gli schermi aumentano le loro dimensioni. Ricordo ancora che qualche anno fa la vera guerra era ridurre in modo imbarazzante le dimensioni dei cellulari, sempre più sottili, leggeri e piccoli. Adesso succede il contrario e con un GalaxyS (tablet da 7 pollici) si può anche telefonare.

Credo personalmente che il vero freno all’esplosione totale del mobile (con rischi veri anche per i servizi adsl residenziali) sia la mancanza di vere tariffe flat.
Tolta l’esigenza di scaricare musica e film o di vedere contenuti in streaming in alta definizione (come da poco succede su Itunes), l’utente medio può eseguire tutte le sue operazioni utilizzando la banda mobile. Attenzione che per mobile non intendo solo contenuti fruiti da device mobili, ma parliamo di chiavette collegate a tablet o semplicemente dagli stessi smartphone utilizzati come modem (ad esempio un IiPhone collegato al Mac sfruttando il tethering). Questo vuol dire che e-commerce, consultazione di pagine web o conti correnti online avviene anche senza che ci sia una “app” dedicata.
Un possessore di un vecchio telefonino (e per vecchio intendo di 2 anni fà al max) riesce a collegarsi sia tramite il device ma anche sfruttando la sua connessione; il tutto magari per controllare Facebook (e da qui caricare foto o guardare video). E la banda si satura!

La mia personale previsione

Intanto una riflessione sul titolo dell’articolo. Le innovazioni tecnologiche hanno permesso di realizzare device sempre più evoluti e di alto appeal. Questi device a loro volta permettono di accedere con più facilità e soddisfazione (positiva user experience) a contenuti e servizi. Servizi come Facebook hanno reso indispensabile la necessità di accedere ovunque (e quindi in mobilità) alla rete e di avere terminali sempre più avanzati.
E’ un circolo virtuoso che rende necessaria l’attuazione di soluzioni che possano scongiurare il collasso della rete. Ecco quindi che il paese si evolve e progredisce in modo esponenziale, in un settore
(le telecomunicazioni) strategico e fondamentale nell’economia di un paese. In Italia tutto questo è ancora più necessario perché siamo affamati di tecnologia e di innovazione. Siamo quindi noi con le nostre esigenze, dando una spinta dal basso a rendere “obbligatori” gli investimenti in innovazione. Dobbiamo quindi dirci grazie, ma dire grazie ad aziende come Apple, Htc, Facebook, Twitter e Google se abbiamo preso coscienza delle possibilità che internet ci dà.

Le prossime “onde” e “scossoni” che arriveranno dallo sfruttamento di banda mobile saranno sostanzialmente due:

  • possibilità di acquistare prodotti e servizi direttamente dal proprio telefonino, con servizi come Square
  • lancio massiccio di servizi cloud

Se per il primo lo scoglio non è tanto tecnico, quanto di cultura (perché facciamo ancora fatica ad usare l’e-commerce anche da casa), la questione del cloud computing è già presente, più di quanto si pensi. Riprendendo il mio articolo sui servizi online ci rendiamo conto che anche l’utenza media fà già parecchio uso di servizi che permettono di archiviare i propri file direttamente online. Molta gente carica foto su Flickr o Picasa, ha le mail su un qualsiasi provider di posta e sposta la sua vita digitale sui social. A questo aggiungiamo la crescita vertiginosa della lettura di giornali, quotidiani e riviste online (ipad è il primo colpevole).

Quindi il tema cloud è più attuale che mai. E’ assolutamente sbagliato pensare che sia un discorso prettamente indirizzato al business, perché tra pochi mesi Microsoft uscirà con una versione completa di Office completamente online. Office è un prodotto davvero commerciale e il vantaggio di sviluppare online è quello di non doverlo fare per tante piattaforme (windows, ma, linux). Basta che sia accessibile ai browser e questo è molto più semplice, o no?

E la rete mobile ce la farà?

Questo è l’unico punto di domanda a cui non ho risposta. Sono sicuro che i programmi installati saranno presto sostituiti dai servizi online (compresi anche i sistemi operativi, infatti arriva Google Chrome) e sono anche sicuro che la tendenza sarà quello di avere un unico dispositivo che faccia convergere cellulare, tablet e pc. Su quest’ultimo punto ho una visione chiara: un dispositivo con schermo anche medio/piccolo (diciamo inferiore ai 7’’), con grande capacità per quanto riguarda CPU e RAM (con servizi online non servono tanti gb di archiviazione) e con porte per uscita video e mini-usb. Questo permetterebbe di uscire di casa e fare una telefonata, poi arrivare in ufficio e collegare monitor, tastiera e mouse al nostro device ed avere una postazione di lavoro più che dignitosa.

Il wi-fi sarà il nostro gateway verso l’esterno e quindi Sistema Operativo, programmi e servizi. E’ ovvio che professionisti che lavorano con 3D, musica, grafica stampa avranno sempre le loro workstation, ma l’utente consumer medio è lo zoccolo duro a cui è rivolto questo discorso.
E sono tanti, davvero tanti utenti. Non credete?

Quello che ovviamente blocca la strada all’evoluzione è la capacità sia della rete mobile, ma anche di quella “fissa”. Non credo che con l’attuale tecnologia (doppino di rame) si possa garantire un’esperienza d’uso appagante ed utilizzare magari 5-6 applicazioni (più il sistema operativo) con fluidità e sicurezza. Quindi il primo passo è “sdoganare” il cloud a livello residenziale e aziendale con reti di altissima portata e magari in fibra, per poi passare al mondo mobile. Ci siamo vicini, ma non ancora abbastanza.

Apple e Facebook ci hanno dato una grossa mano, ma non fermiamoci!
E voi che ne pensate?

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L'autore

Alessandro è un professionista del web da oltre 8 anni e vive e lavora a Roma. Ha diverse conoscenze nell’ambito del web design e dello sviluppo web. Spazia dalla creatività pura allo sviluppo di template e graphic design conforme agli standard W3C.

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