Web Design e diritto d’autore: quando realizzare un sito che porti la nostra firma é un’utopia
Qualche tempo fa una lettrice di YIW ha suscitato il nostro interesse con una domanda, postaci in privato, riguardante il diritto d’autore nel web design. I dubbi espressi in tale occasione sono gli stessi che -come ho avuto modo di capire negli ultimi tempi- molti freelance si pongono al momento di instaurare un rapporto di collaborazione in outsourcing con una qualsiasi Web Agency: posso inserire il mio nome? Posso mostrare i lavori realizzati nel mio portfolio? Con quale dicitura nel contratto posso tutelare il mio diritto d’autore?
Parlare di un argomento simile senza cadere nella tentazione di polemizzare un po’ é veramente difficile, anche perché il modus operandi furbesco con cui molte agenzie si immettono nel mercato ci tocca da vicino: a tal proposito consiglio la lettura di questo topic (segnalato già dall’amica Pikadilly pochi giorni addietro).
A proposito del diritto d’autore ho già risposto, in modo approssimativo per carenza di spazio, nella rubrica dell’ultimo numero di Your Inspiration Magazine, di cui riporto un sunto:
Parlare di diritti d’autore applicati al web design é piuttosto difficile, dato che ancora vige una certa confusione sull’argomento.
La legge 633/1941 sul diritto d’autore é abbastanza chiara: i diritti di paternità dell’opera – detti anche “diritti morali” – sono inalienabili (a tal proposito consigliamo la lettura degli Artt. 20, 21, 22), a prescindere da qualsiasi accordo relativo ai “diritti di utilizzazione economica” ; cosa significa questo? semplice: il web designer che abbia realizzato un sito (che rientra nelle opere dell’ingegno) può vendere i diritti di utilizzazione economica dello stesso al cliente, ma non il diritto “morale”, ovvero la paternità dell’opera, un diritto inalienabile che non può di fatto essere venduto, acquistato o ceduto.
La cessione dei diritti economici/commerciali di un sito web può essere “completa” o “parziale” (detta anche “in licenza”); tale scelta dovrebbe sempre essere indicata nel contratto stipulato tra cliente e web designer in modo da evitare rivendicazioni simili a quelle indicate nella tua e-mail (per esempio, il contratto gratuito Oscon, riporta la seguente dicitura “Con il presente contratto il Cliente acquista la titolarità esclusiva dei diritti di utilizzazione a fini economici e commerciali del sito.”). La cessione completa, teoricamente, dovrebbe prevedere una maggiorazione di prezzo poiché l’autore dell’opera cede la stessa in modo esclusivo e non può più utilizzarla.
Questo é quanto.
Essendo l’autore del sito di cui ho progettato interfaccia grafica e sviluppo, ho tutto il diritto di vedermi riconosciuta la paternità dell’opera e di chiedere che sul sito, una volta online, venga inserito il mio nome.
Teoricamente avrei anche il diritto di inserire i lavori realizzati in un mio ipotetico portfolio. Teoricamente, ripeto.
Ma vediamo come funziona nella pratica.
La Web Agency X delega ad un freelance esterno un lavoro Y. Lo paga un TOT ed é sempre e solo lui a gestire i rapporti con il cliente finale. Quest’ultimo, infatti, non sospetterà mai che il proprio sito e’ realizzato da un individuo Z che, senza mediazioni esterne e inutili, gli avrebbe consentito di risparmiare il 60% rispetto all’importo versato.
Ragion per cui la Web Agency starà ben attenta a non farsi scavalcare, perciò va da sé che diventa proibitivo creare un qualsiasi collegamento tra il cliente e il freelance. Niente logo, niente immagine nel portfolio, niente di niente.
Cosa comporta l’impossibilità di vedersi riconoscere i propri lavori?
Indipendentemente dall’orgoglio ferito (dopo un anno di lavoro “clandestino” é possibile che il proprio ego sia un po’ ammaccato), l’impossibilità di vedersi riconoscere il proprio lavoro comporta alcune conseguenze – meno prosaiche e più materiali – che é bene valutare, visto che alla lunga potrebbero influenzare sensibilmente la qualità del nostro lavoro di freelance.
Un esempio?
1- Perdita di potenziali clienti: più che dal proprio portfolio personale, che un potenziale cliente dovrebbe adocchiare tra i migliaia presenti online, un freelance può contare sulla qualità dei progetti da lui curati. Realizzando un buon sito, dall’interfaccia gradevole e intuitiva, é prevedibile che un qualsiasi utente ne resti favorevolmente colpito tanto da sentire l’impulso di contattarne l’artefice.
L’utente potrebbe essere un individuo qualunque con un’attività da immettere nel mercato online, o magari un concorrente dell’azienda per cui hai realizzato il sito; in ogni caso, celando la tua identità e, anzi, permettendo che terzi si prendano il merito del tuo lavoro, ogni utente e’ un potenziale cliente….perso. E un’opportunità di guadagno per l’agenzia esterna che, come se non bastasse, sarà libera di commissionare il lavoro ad un altro freelance.
2- Perdita di feedback: come detto, un web designer dovrebbe lasciare che a parlare siano i propri lavori. Ma con quali parole potremmo presentarci se impossibilitati a mostrare a terzi i progetti su cui abbiamo lavorato? Un portfolio scarno é sinonimo di immaturità professionale e ha il difetto di trasmettere poca fiducia al cliente alla ricerca di un web designer capace e serio. Il paradosso dell’outsourcing, infatti, si riassume cosi: molto lavoro, meno guadagno, e zero feedback. Nessuno ha mai lavorato con noi, nessun cliente può farci da testimonial, e non abbiamo nessun progetto da mostrare come segno tangibile della nostra esperienza. Un desolante buco nero professionale.
E quindi, come devo comportarmi?
Parti dal presupposto che il tuo ruolo di freelance deve avere una dignità professionale di tutto rispetto: la prima cosa da fare riguarda quindi la valorizzazione del tuo ruolo.
Comincia a rispondere che si, se il cliente lo desidera non inserirai il tuo copyright nel progetto da te realizzato, e si, se il cliente lo desidera non inserirai nessuna immagine e/o riferimento al progetto nel tuo portfolio.
Ma aggiungi che questi desideri hanno ovviamente un costo aggiuntivo, e che tale costo verrà quantificato e riportato nel contratto che stipulerete. Le motivazioni che puoi esporre per giustificare tale richiesta sono quelle espresse poche righe fa, e sono motivazioni più che fondate.
La voce presente nel contratto potrebbe essere all’incirca:
“ In base a quanto previsto dal presente contratto, la fornitura del progetto web (ovvero l’insieme dei materiali forniti quali concept grafico, markup e quant’altro) implica per il cliente la proprietà esclusiva del progetto stesso; con il presente contratto il fornitore cede quindi al cliente il diritto di copyright e di utilizzo del progetto, impegnandosi a mantenerne la riservatezza e a non manifestare la propria paternità dell’opera su canali personali quali social network, blog, portfolio, ecc.
A titolo di risarcimento per tale condizione contrattuale, Il cliente si impegna altresì a corrispondere al fornitore l’importo definito nel preventivo allegato”
Nel preventivo una voce “Rimozione credits e clausola di riservatezza” può bastare.
Se con l’agenzia con cui collabori si é instaurato un rapporto di fiducia consolidato nel tempo, un’altra soluzione potrebbe essere il compromesso.
E’ ragionevole che una Web Agency non possa vendere al proprio cliente un prodotto che rechi il marchio/nome di un freelance: la credibilità dell’agenzia certamente ne risentirebbe, soprattutto nel lungo periodo.
Ma é ragionevole anche che tu possa inserire nel tuo portfolio i lavori realizzati per tale agenzia, specificando però il ruolo che hai avuto nel progetto e definendo che quest’ultimo é stato “commissionato dall’agenzia Alfa”: in questo modo tu avrai la possibilità di mettere in vetrina i tuoi lavori, e l’operato dell’Agenzia non ne esce compromessa: del resto sempre più realtà si appoggiano a consulenze esterne ed a team di freelance per i propri progetti, non é una novità.
Inoltre, mettendo nero su bianco la tua collaborazione con l’agenzia Alfa, diventerai papabile per ulteriori collaborazioni in outsourcing con terze agenzie: una collaborazione stabile e duratura con una Web Agency é uno straordinario biglietto da visita, soprattutto se vuoi ampliare il tuo portfolio clienti e aprirti al mercato delle consulenze come un professionista.
Anche in questo caso, mettiti al riparo con una piccola clausola nel contratto:
“Il cliente acconsente che il fornitore esibisca nel proprio portfolio – a titolo prettamente dimostrativo- immagini e informazioni relative al lavoro da lui svolto.”
Se invece non vuoi rinunciare neanche alla tua firma sul layout, potresti aggiungere una frase simile:
“Il cliente acconsente all’inserimento nel proprio sito di un collegamento ipertestuale, denominato “Credits”, che consenta al fornitore di essere riconosciuto come autore del progetto web sviluppato”
Ovviamente “Credits” può essere sostituito dalla voce a te più consona: c’é chi preferisce inserire “powered by….”, chi un più italiano “realizzato da..”, in ogni caso il senso della frase non cambia.
Qual é la tua esperienza in proposito?
Per quanto mi riguarda ho adottato la soluzione del “compromesso” con tutte le Web Agency con cui ho collaborato e con cui tutt’ora collaboro e devo dire che ho sempre avuto la fortuna di collaborare con clienti leali e aperti al confronto.
Ma qual é la situazione degli altri freelance? Qual é la tua esperienza sull’argomento?
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Le clausole “salva vita” in un contratto da freelance | Your Inspiration Web
[…] clausola più importante per un web designer freelance. Ne abbiamo parlato abbondantemente in questo articolo: poter firmare il sito…
Io lavoro con moltissime web agency eppure spesso e volentieri non vogliono il mio nome sul sito del loro cliente.
Per questo da sempre faccio pagare un supplemento ogni volta che mi viene chiesta l’eliminazione dei credits originali ( cioè quelli miei ) per mettere i loro.
Ovviamente il tutto fatturato :)
Io non inserisco il credit nel layout, anche perche’ di molti progetti curo solo la parte grafica. Posso invece inserire i miei lavori nel portfolio e questo, almeno per adesso, mi basta: mi sembra un buon compromesso con le agenzie con cui collaboro ;)
@Rocco assolutamente d’accordo con te! Esiste una cosa simile in libreria: si chiama ghostwriter! E si guadagna molto molto bene. Se sei minimamente-egocentrico… ci puoi campare!
Si guadagna molto molto bene facendo cosa? ora son curiosa :)
@sarah mi riferivo al fatto di far pagare di più togliendo il tuo nome! In generale si può guadagnare bene facendo due cose: le TUE cose firmate da te e vendute da te, o le TUE cose che fai firmare ad altri. Vale per la scrittura, vale per gli articoli, vale per ogni idea “vendibile”. Curiosa? Ecco: http://en.wikipedia.org/wiki/Ghostwriter!
Caspita, Sarah, è un OTTIMO articolo!
qui è un bel problema la firma dei lavori, e onestamente non avevo mai pensato ad un supplemento da far pagare per la rimozione della firma. Voglio proprio provare col prossimo cliente…
Vai Igor :) e poi facci sapere le reazioni! :D
Ma inserendo i credits nel codice vieni indicizzato altrettanto bene? Se si, con quale tag?
Grazie per l’articolo.
Prego :)
Che dire…ho letto tutto d’un fiato e ho trovato tutto quello che mi serviva. Posso usare direttamente le tue diciture o devo riformularle in modo da non farle uguali?
Grazie ;)
Felice di esserti stata utile ;)
Puoi usare le frasi che ho scritto, non c’e’ alcun diritto d’autore (giusto per rimanere in tema) e puoi personalizzarle come meglio credi :)
A presto!
Nei contratti metto sempre quella bella clausolina, giusto per mettermi al riparo da qualsiasi evento; di fatto mi sono trovata un paio di volte con una bella gatta da pelare: sito consegnato, messo online con il mio copyright (e quello dell’artista per le opere), messo nel mio portfolio online e, durante il check mensile dei siti, mi vedo il sito cambiato (non molto, ma si notava lo stile Web-Neanderthal) con il copyright di una fantomatica webdesigner – che nella vita fa la postina NB!
Ovviamente non si trattava di un sito “importantissimo” ma ci tenevo ad avere il mio copyright visto che la postina in questione lo aveva messo nel suo “””portfolio””” assieme alle raccomandate non consegnate.. andare per vie legali mi sarebbe costato troppo quindi ho eliminato il tutto ed ho mandato all’artista una bella raccomandata richiedendo la risoluzione immediata del contratto (che prevedeva anche un aggiornamento saltuario) dietro pagamento di una quota di risarcimento.
Dopo le solite storie ho mandato l’ingiunzione tramite l’ufficio preposto e tutto si e’ concluso.. ma che delusione =(
Ciao Claudietta :)
Considerati fortunata: hanno abbruttito visibilmente il sito ma perlomeno non era piu riconducibile a te..non sai quante volte consegno una bella grafica e poi, quando il sito e’ online, mi accorgo che l’hanno trasformato in una ciofeca. Oltre alla delusione si aggiunge l’ovvia preoccupazione che qualcuno, visitando il mio sito, arrivi al sito online e pensi che sono io l’autrice di certi aborti visivi. Un’angoscia che non ti dico :D
Hai ragione, ma la delusione piu’ cocente e’ sapere che ti sbatti e fai e rifai e poi arriva la prima portinaia ciaccolona e si prende onore e gloria.. ecco perche’ le poste vanno male =D
Ottimo articolo.
Vorrei cimentarmi in un’appassionato monologo sui metodi di lavoro delle cosiddette “Grandi e Cazzutissime WEB AGENCY” ma credo che diverrei un tantino scontroso :D quindi mi limito a annuire e ad approvare ogni singola riga dell’articolo. Anche se personalmente, prima di scendere a compromessi, mi farei fucilare!
Per carita’, non ci diventare scontroso :D
Addirittura a fucilate? Io invece sono una fan del compromesso: lo metterei come istituzione, come obbligo morale: un colpo al cerchio e uno alla botte e siamo tutti piu sereni ;)
Ecccomi che ti arrivo con il solito quesito…………ho creato un piccolo sito per una Onlus, ad un prezzo direi ridicolo……….ma sai com’è (amico di amica ecc. ecc……..storia già sentita 1000 volte )……….lavoro finito, pubblicato, inserito nel portfolio. La Onlus in questione è ferma……e il sito è lì,tra un po’ andrà rinnovato l’host (cosa che non farà nessuno con conseguente chiusura del sito)……….Ora…….è logico tenere nel portfolio questo lavoro, senza più avere il riscontro online???
……secondo me non è molto professionale………..ma mi secca eliminare un lavoro, che infondo non era neanche male
Secondo me, Cristiano, se il sito vale e ci hai messo del tuo, potresti tenerlo nel portfolio, d’altronde se va offline non e’ colpa tua.
Magari lo puoi eliminare alla prossima scrematura =)
Ciao Cristiano!
Se il sito non era affatto male, continua a tenerlo nel portfolio. Se non e’ aggiornato non e’ certo colpa tua, e se va offline basta che tu aggiunga una piccola dicitura “non online”, l’ho visto su diversi portfolio e devo dire che e’ una buona idea, e’ sempre un modo per far vedere il tuo stile a chi visita il tuo sito :)
Questa e’ saggezza Sara =D
mi permetto di allacciarmi a questo bellissimo articolo per chiedervi un parere su un argomento similare: io lavoro all’interno di un’agenzia (contratto di dipendente) e ovviamente i lavori che realizzo sono firmati dall’agenzia e non può comparire il mio nome. Però vorrei avere la possibilità di avere un mio portfolio (sito personale puramente dimostrativo) con questi lavori, ma così facendo mi scontrerei con l’agenzia perchè lei rivendica che sono di sua proprietà.
Come potrei fare a crearmi un portfolio? Io non posso di certo fare un contratto per ogni lavoro che il mio titolare mi commissiona! :P
Complimenti per l’articolo!
Ciao Larsen :)
Puoi proporre all’agenzia con cui collabori la soluzione del “compromesso”, che prevede per te la possibilita’ di inserire in un tuo portfolio i lavori realizzati, a patto che venga indicato nero su bianco che li hai realizzati per loro (e magari inserisci un link all’agenzia con cui lavori).
Per quanto riguarda il contratto, se tu volessi tutelare i tuoi diritti potresti anche pensare di stipulare un contrattino (anche una semplice scrittura privata) generale che specifica che puoi mostrare nel tuo portfolio i lavori realizzati per l’agenzia, senza fare riferimento ad ogni specifico lavoro.
Tuttavia, nel tuo caso non si tratta di un freelance ma di un dipendente regolarmente assunto presso un’agenzia, percio’ e’ una realta’ completamente diversa da quella rappresentata nel mio articolo: i lavori che tu realizzi nell’orario di lavoro stipendiato sono effettivamente di proprieta’ dell’agenzia che ti ha assunto, ecco ;)
Sarah, grazie della risposta!
Presumo che il mio sia il cruccio di tante altre persone che non possono crearsi un portfolio personale perchè lavorano come dipendenti presso un’agenzia che, giustamente, preserva come “suoi” i lavori eseguiti. Il risultato è che tutti si creano il portfolio “segreto” fatto a loro insaputa che mostrano… a mio avviso è una prova di sfiducia, ma questa è la legge chiamata mercato. Ad ogni modo in questo caso il compromesso non c’è perchè se presentassi il contrattino, come da te consigliato, verrebbe visto esclusivamente in maniera negativa (es: voglio andarmene dall’agenzia) invece che un semplice portfolio personale a scopo dimostrativo che da soddisfazione a chi lo fa.
E quest’ultimo, a mio parere, credo sia lo stesso concetto per il quale le webagency vietano o ostacolano la “firma” dell’operaio che ha creato il sito. Per paura castrano e non riconoscono il lavoro altrui.
Il problema e’ che quella del web designer e’ una figura anche egocentrica, volendo, che trae piacere dall’essere riconosciuto come autore delle proprie opere e ama confrontarsi con i colleghi e con in panorama del web design. Il web designer dipendente ha, in qualche modo, le ali tarpate..e credo che i datori di lavoro dovrebbero cominciare a capire che questo puo’ riflettersi -in modo abbastanza negativamente – sulla qualita’ dei lavori realizzati, visto che e’ proprio il confronto a volte a stimolarci e a farci rendere di piu. Il piacere di avere nel mio portfolio un buon lavoro a volte non ha prezzo :)
Bellissimo e utilissimo articolo, specialmente per chi come me sta per entrare nel mondo “freelance” ma di certi argomenti è ancora un po’ a digiuno :)
Sarebbe bello che i nostri lavori fossero sempre riconosciuti con il “credits” che punta al nostro sito (sarà deformazione professionale, ma se vedo un sito fatto bene vado subito a vedere chi l’ha realizzato), ma credo anche io che il compromesso sia la soluzione più realistica e accettabile da entrambe la parti :)
Grazie sara per queste chicche ;)
Ciao Elisa :)
sono felice che l’articolo sia utile, anche perche’ so benissimo che muovere i primi passi nel mondo del freelancing non e’ affatto semplice.
Credo proprio che sia la deformazione professionale a farci cercare gli autori di un sito che ci colpisce, anche se mi e’ successo di essere contattata da persone che hanno visto un mio sito e che hanno deciso di commissionarmi la veste grafica del loro…un’ottima vetrina per allacciare e concretizzare nuovi rapporti di lavoro :)
Articolo molto interessante, metto in saccoccia e farò tesoro per il futuro ;) delicious”ato”
Grazie Gleenk :) felice di aver contribuito ad arricchire la tua saccoccia!
ti ringrazio sara!!siete fantastici!!!
utilissimo questo articolo!!!
finalmente mi son chiarita le idee :)
Prego, Verdiana…su YIW vale il “chiedete e vi sara’ dato” :D
Mi capita spesso di lavorare su progetti di backoffice per agenzie esterne o attraverso collaboratori che hanno bisogno di una mano. Va a finire che oltre a non poter mettere i credits non posso neanche mettere una preview nel mio portfolio perchè le aree riservate dei siti sono off-limits (riservate appunto). In questo caso penso che non ci siano alternative :(
Grazie per l’articolo, molto interessante!
Se ne vale la pena, potresti mettere una preview con dei contenuti fittizi ;) Lasci il layout per com’e’ e sfochi – o cambi – i contenuti off limits.
Io ho lavorato e sto lavorando per una società, con un contratto a progetto(non freelance), che prevedere la realizzazione di tot siti in tot tempo. Nel contratto cè un punto che dice:”il lavoratore ha diritto a essere riconosciuto quale autore della eventuale invenzione fatta nello svolgimento del rapporto, con pieno richiamo alla statuizione prevista dall’art 65 del Dlgs n. 276/2003″.
Ma parlandone col capo è venuto fuori che non posso mettere questi lavori nel portfolio..
E’ cosi? Non ho ancora capito chi ha ragione!
Una cosa e’ essere riconosciuto come autore, un’altra e’ manifestarlo liberamente ;)
Il problema e’ che la disciplina sui contratti a progetto (ma anche la dipendenza classica, prevede – questo si – che tu sia riconosciuto come autore, ma prevede anche che:
In teoria non potresti neanche avere un tuo portfolio, in quanto in questo modo ti poni sul mercato come loro concorrente. E, allo stesso tempo, diffondi una notizia sul loro modus di lavoro in quanto rendi pubblica la tua figura e il tuo ruolo.
Ciao Sarah. Riesumo il commento.
È vero che da dipendente non posso teoricamente avere un portfolio perchè così mi pongo come dipendente. Ma cosa succede nel momento in cui io abbandono l’agenzia (magari per diventare freelance) e non sono più quindi dipendente?
Posso inserire i lavori nel portfolio pubblico inserendo la dicitura “Copyright by [nome dell’agenzia] – Tutti i diritti riservati” ?
Che mondo difficile! Grazie della risposta ora ho le idee un po più chiare!
La prima immagine è fantastica!!! Da dove arriva, se posso chiedere?
(Anche l’articolo è molto interessante, dovrebbero leggerlo tutti i freelancer del settore!)
Chiara:
http://it.fotolia.com/id/113740
;)
Certo che se uno si trova il primo di gennaio a leggere gli articoli di YIW vuol dire che ne è veramente stregato…
Qui trovo tante, tante cose che nelle realizzazioni di siti web mi succedono ogni giorno: fatti, passioni, dubbi, emozioni, sfinimenti, entusiasmi, odi e amori…
Riguardo all’argomento trattato da questo articolo ho avuto anch’io un’esperienza. In poche parole un anno fa Il presidente di un ente no-profit mi ha commissionato un sito per un “sub ente no-profit” emanazione dell’ente principale. Questo sub ente ha un suo presidente, i suoi organi ecc. Il sito è stato ben fatto carino, funzionale e pagato bene.
Pochi giorni fa, il presidente dell’ente principale mi chiama e mi dice che, a seguito di contrasti, il presidente del sub ente si è dimesso e tutto viene smantellato, e quindi il sito va CHIUSO.
Io ho subito attivato la pagina “sito down” ma ho pensato cosa fare di quel lavoro. D’accordo mi è stato liquidato, ma perchè non usarlo, con opportuni e lievi ritocchi, se andasse bene, per fare un altro sito? Sicuramente avrei un buon rapporto di tempo e guadagno e nel mio portfolio risulterebbe ancora questo sito.
Con l’occasione invio tanti auguri di Buon Anno
Ottimo articolo davvero…in passato mi appoggiavo a dei lavori a 2-3 agenzie. Fatto dei bei lavori ma purtroppo non potevo aver tracce nel web che fosse di mia creatività. Purtroppo sta sempre nella fiducia dei rapporti. E giustamente si dovrebbe senza discutere qual’ora il nome non compaia o sia vietata la pubblicazione come ingegno in altri siti, almeno un ritorno economico! ma purtroppo… per la serie: “devi esser contento di lavorare per me..”
salve ragazzi,
Io lavoravo come tirocinante in un azienda che ha chiuso da poco, ovvio facevo io le pagine web…e adesso che non ci lavoro piu mi sono fatto la mia paginetta e il mio portfolio con tutti i lavori fatti per loro….ora che l azienda non esiste piu perche ha fallito e oltretutto mi devono anche dei soldi…il boss insiste perche io tolga dal mio portfolio i lavori fatti quando stavo da loro..dice che non ne ho il permesso…
voi che pensate??
grazie a presto
Gli stessi diritti valgono per i lavori di natura puramente grafica, loghi, brochure, packaging ecc. ecc.?
Io lavoro in una tipografia come grafico. E assunto come disegnatrore litografo.
Posso pubblicare i miei lavori nel mio sito o su facebook senza incorrere in denunce?
Se sei dipendente e i lavori sono fatturati dal datore di lavoro, non credo, a meno di accordo scritto tra te e il tuo capo…….è pressapoco la stessa mia situazione……
Poi qualcuno è libero di smentirmi all’istante e di darti una soluzione perfetta al tuo problema :D ……..
Ogni tanto mi capita di lavorare con delle agenzie, e devo dire che molte sono estremamente aperte e non si fanno problemi nel lasciarmi pubblicare sul portfolio quanto fatto…ovviamente riporto sempre sul portfolio per chi/come/quando ho fatto il lavoro con tanto di link al loro sito :)
Scusate se riapro la discussione… ma se qualcuno usa WordPress con un template fatto da terzi? Mi spiego meglio: Il cliente mi commissiona un sito, lo faccio con WordPress usando un template a pagamento. IL template viene modificato da me (immagini fornite dal cliente, testi, etc). Qui come ci si comporta?
Grazie!
Come vi comportate quando un cliente vi chiede di gestire un sito realizzato da un altro freelance o agenzia che ha utilizzato un tema acquistato e pretende di mantenere la firma del lavoro?
Secondo me in questo caso non esiste paternità del lavoro quindi nemmeno diritto alla firma, ma ho qualche dubbio sul fatto che comunque siano loro ad aver assemblato i contenuti forniti dal cliente, anche se utilizzando un compositore grafico ormai diffuso in tanti temi.
Ciao Sarah! ti ringrazio molto per questo articolo è stato molto interessante!
Vorrei farti una domanda che va fuori dall’ambito del web design, ovvero io ho realizzato delle illustrazioni per un libro e mi sono occupata anche dell’impaginazione.
Ho fatto dei piccoli contratti di collaborazione, da freelancer. Secondo te in questo caso (dato che nel piccolo contratto non c’era nessuna clausola per cedere il diritto d’autore) posso mettere nel mio portfolio (anche online) i lavori? (i testi non sono miei)
Sono alle prime armi e vorrei capire anche se ho dei limiti anche nel pubblicare i dati del cliente, ovvero nello scrivere “realizzato per …”, ad esempio nel mio portfolio Behance.
Ti ringrazio molto! :)