Corporate blog: L’esempio di CompaignMonitor

Compaign Monitor (di seguito CM) è una società australiana con sedi anche in Europa e USA il cui core-business è l’email marketing. Chiarisco subito che questo articolo non mira a decantare le lodi della società, ma ad offrire un esempio di eccellenza in ambito professionale e soprattutto di condivisione con i clienti e gli altri sviluppatori.

Chi è Compaign Monitor

CM è conosciutissima nel mondo dell’email marketing che comprende newsletter, DEM, comunicazioni istituzionali alla clientela, e credo sia il top player mondiale in questo momento. Sia dal loro sito che dai loro prodotti (che vi invito a provare) traspare eccellenza, trasparenza e professionalità.
Sicuramente per chi non conoscesse CM e vuole adottare un sistema professionale di email marketing troverà questa segnalazione interessante, anche perchè CM offre il pieno supporto su ogni client mail e webmail e su dispositivi mobile.
Ho sempre ammirato società come queste perchè vanno in profondità ai problemi curandone ogni minimo dettaglio e trasformando anche il più piccolo problema come una mission aziendale.

Condivisione dei risultati: Il Corporate Blog

In Italia pochissime aziende (anche di piccole dimensioni) si avventurano nel difficile compito di esporsi tramite un blog aziendale. Il presente articolo si pone proprio questo problema e vuole creare un elemento di paragone a cui tutte le aziende dovrebbero ispirarsi.
Aprire un blog aziendale significa sicuramente esporsi a critiche e si corre anche il rischio di auto celebrarsi, ma alimentando il blog con post di qualità e specifici rispetto al proprio ambito aziendale i risultati in termini di brand e sentiment sono assicurati.
CM sfrutta il blog su diversi fronti:
alimentare e presentare ai propri lettori un costante flusso di nuovi lavori. Con quest’attività l’azienda fà trasparire il suo impegno su numerosi fronti anche molto diversi tra loro e dà visibilità al suo portfolio, molto più di quanto possa fare una semplice pagina “case-histories”
pubblicare articoli “a tema” come fonte d’ispirazione per i clienti o potenziali tali. In questi articoli non viene presentato un singolo lavoro, ma un’insieme di realizzazioni, suggerimenti e suggestioni per sviluppare un tema particolare. Ad esempio l’ultimo post pubblicato riguarda Halloween: https://www.campaignmonitor.com/blog/post/3314/a-spook-tacular-halloween-email-review/
condividere con i proprio lettori (clienti finali, aziende, semplici affezionati) le soluzioni ai problemi affrontati, con esempi concreti, approfonditi e mai banali

Cosa possiamo imparare da aziende come queste?

Oltre al blog aziendale fatto di articoli corposi, affrontando problemi concreti, complicati e d’attualità, quello che deve ispirare le aziende è lo spirito di condivisione.
CM mette a disposizione sul sito anche la sezione Resources ( https://www.campaignmonitor.com/resources/ ) che rappresenta anche in questo caso un esempio fantastico di condivisione di conoscenze e risultati.

Articoli presi dalla sezione Resources:

1- Guide to CSS support
2- E-mail design guidelines

o post provenienti dal blog aziendale:

1- Leave the cutting and coding of you email design to xhtmlized
2- View our email design gallery on the iphone with plethora
3- Displaying and optimizing alt text in popular email clients

danno la dimensione della qualità e della profondità di condivisione di CM verso i propri lettori (e sottolineo che non serve essere clienti per accedere a queste risorse).

In aggiunta CM mette a disposizione risorse molto concrete come 100 template gratis di alto livello e (con la solita trasparenza) ne indica gli autori:

100+ free HTML email templates

La polemica

Andando a fare un po’ di polemica, estenderei questa mancanza di coraggio delle aziende italiane, anche al mondo che più ci è vicino, ossia quello degli sviluppatori, dei designer o dei SEO specialist.
Nel nostro ambito è davvero difficile e raro trovare professionisti, studi associati o piccole agenzie che hanno voglia di pubblicare risorse professionali, risultati conseguiti, problemi risolti. Credo sia un cattivo costume italiano “del proprio orticello” che si riflette ahimè anche su tutto quello che riguarda la formazione professionale e avanzata e sui manuali.
Nella mia esperienza (oramai decennale) ho trovato poche volte corsi avanzati davvero utili e calati nei problemi reali, così come ho trovato pochissimi manuali tradotti in italiano di qualità eccelsa. Non ho mai partecipato ad eventi formativi e orientativi del livello di FOWD e questo si ripercuote drasticamente anche su tutto il materiale disponibile online in lingua italiana.

Ho riportato l’esempio di CM proprio per sviluppare questo tema di discussione e per provare a cambiare le cose. YIW mi sembra un progetto nato con questo scopo, ma l’idea non basta, ci vuole il contributo di tutti noi professionisti del settore.

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L'autore

Alessandro è un professionista del web da oltre 8 anni e vive e lavora a Roma. Ha diverse conoscenze nell’ambito del web design e dello sviluppo web. Spazia dalla creatività pura allo sviluppo di template e graphic design conforme agli standard W3C.

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