Gli ostacoli del design: le obiezioni e le perplessità del cliente

Si mormora che il peggior cliente di un designer sia se stesso: autocritica, gusti che cambiano vorticosamente, abitudine, noia, voglia di qualcosa di nuovo. Un’affermazione nata certamente con cognizione di causa, dato che realizzare un layout/logo/biglietto da visita che ci rappresenti e ci entusiasmi è il più delle volte un’impresa notevolmente più ardua rispetto alla progettazione di un prodotto soddisfacente per un committente esterno.

Molti di coloro che richiedono di essere presenti online non hanno nè esigenze estetiche particolari nè termini di paragone con cui fare i conti: fai un lavoro discreto, anche se non ottimo, e quasi sempre il tuo cliente sarà pienamente soddisfatto del prodotto finale, pronto a consigliarti ad amici e conoscenti.

Molti, certo, ma non tutti.

E’ una realtà sempre più ampia: quella del cliente informato sui fatti (o che perlomeno crede di esserlo) che mette in dubbio ogni scelta del designer, dalle tonalità cromatiche alla posizione degli elementi grafici; quella del cliente che contrappone continuamente il suo prodotto a quello dei concorrenti per cercare eventuali lacune sul lavoro svolto, eccetera. E, d’altro canto, quella del designer che non sa nè relazionarsi in modo corretto con questo tipo di clientela nè motivare in modo soddisfacente le proprie scelte estetiche.

Un piccolo pianeta di obiezioni, recriminazioni e perplessità, in cui lavorare – e collaborare – diviene spesso frustrante. E che si traduce in bozze non accettate, modifiche su modifiche da apportare continuamente al progetto, insoddisfazione di entrambi le parti.

C’è un modo per evitare le obiezioni del cliente? Ovviamente non c’è una soluzione standard, siamo tutti esseri pensanti, con gusti personali e opinioni, tutte più o meno discutibili. La prassi vuole che, prima della realizzazione pratica di un qualsiasi progetto grafico, venga stilato un brief (a tal proposito segnalo anche questo articolo di Julius, con un template di modulo/brief disponibile per il download) contenente, tra le altre cose, tutte le informazioni circa le preferenze estetiche/cromatiche/progettuali del cliente.

Con le informazioni ottenute in questa fase, potrai avere un’idea generale sui gusti del cliente e su ciò che si aspetta dal nostro lavoro. Iniziare un progetto grafico sapendo già su quali colori e stile orientarsi (o, viceversa, quali colori evitare) limita notevolmente il rischio di realizzare un prodotto diametralmente opposto alla reale richiesta del nostro cliente. E per cui lo stesso non è ovviamente disposto a pagare.

Quali sono alcune obiezioni ‘tipiche’ che un cliente potrebbe fare?

Sulla base della mia esperienza e leggendo qua e là ho notato alcune contestazioni che potremmo, volendo, definire standard.

La pagina intro: amore e odio

I web designer sono utenti che navigano quotidianamente e che passano sul web gran parte del loro tempo. L’esperienza insegna, si dice, ed è proprio per questo che siamo tutti pronti a sconsigliare la realizzazione della classica intro, magari animata e con musichetta di sfondo, a favore di un sito più soft e che garantisca un accesso immediato ai contenuti.

Se il tuo cliente ti richiede una pagina di intro, non contestargli tale scelta liquidando il tutto con ‘non va più, non la usa più nessuno’, del resto questa e’ una considerazione che potrebbe essere ritenuta meramente opinabile. Dai al tuo cliente la possibilità di toccare con mano i pro e i contro di tale scelta e lascia sempre a lui l’ultima parola: il tuo compito è di guidarlo nella scelta giusta, non di imporgli quella che tu ritieni tale.

Quali sono i contro di una intro? Li sappiamo tutti. E’ inutile. Se il sito ha una grafica accattivante non c’è un motivo estetico per cui prevedere una pagina iniziale che non svolga una funzione vera e propria. L’utente deve inoltre cliccare una volta in più per raggiungere il sito vero e proprio e per trovare ciò che sta cercando. Quali sono i pro di una intro? Oggettivamente, non ce ne sono.  Nessuna considerazione soggettiva, nessun ‘brutto’ o ‘fuori moda’, solo un’analisi breve quanto lucida sull’utilità di questa pagina.

Lo stile minimal: non c’è grafica


In Italia lo stile minimal ha ancora pochi adepti, lo sappiamo. Ad impatto lo stile minimal può sembrare scarno, freddo, poco accogliente. “Ma dov’è la grafica?” chiede qualche cliente. E tu dovresti rispondere che la grafica sta negli spazi bianchi, nella cura della tipografia, nel focus sui contenuti. Ma per questi concetti, ahimè, i tempi sono ancora troppo acerbi.

Prima di optare per un layout fortemente minimalista, assicurati che questa scelta sia, a livello comunicativo, quella più adatta per il progetto su cui stai lavorando. Qui non c’entrano i tuoi gusti personali o i trend del momento: il sito deve riflettere l’interiorità dei servizi/prodotti offerti dal tuo cliente e deve farlo nel modo giusto. Se pensi che il minimal sia quello che ci vuole, preparati degli esempi  efficaci da mostrare al tuo cliente, tasta il terreno facendogli vedere alcuni progetti in questo stile, sii pronto a spiegare i punti di forza e le principali caratteristiche dello stesso.

Non mi piace

L’obiezione delle obiezioni. Di fronte ad un ‘non mi piace’, cosi come un meno cruento ‘non è come pensavo’, occorre prima di tutto cospargersi il capo di cenere. Abbiamo sbagliato qualcosa, ma cosa? Forse non abbiamo compreso fino a fondo i gusti e le esigenze del nostro cliente, o forse abbiamo lavorato senza informazioni di riferimento, o forse ancora abbiamo anteposto la nostra fantasia e le nostre preferenze a quelle di chi abbiamo di fronte. Magari abbiamo realizzato un ottimo prodotto, il perfetto connubio tra grazia e funzionalità, fatto è che il nostro cliente non è soddisfatto del risultato. E ora?

Ogni contratto dovrebbe prevedere, nel prezzo iniziale, una quota destinata a coprire le eventuali modifiche da apportare al progetto sulla base delle correzioni richieste dal cliente. Se invece c’è da rifare tutto, prima di agire occorre fare qualche piccola considerazione. Il lavoro che hai svolto è veramente il meglio che hai da offrire, considerando il budget e le richieste del cliente? Sei cosi sicuro che la qualità del tuo operato sia il risultato delle informazioni ottenute e che lo stesso rappresenti in modo ottimale il prodotto/servizio che il cliente vuole pubblicizzare online?

Se la risposta a queste domande è si e sei certo di non avere niente da recriminarti, niente ti vieta di realizzare, previo rimborso spese, una seconda bozza grafica. Attento solo a non commettere due volte lo stesso errore,perderesti cliente e credibilità.

Se invece credi di aver lavorato in maniera forse un pò superficiale, senza prestare la dovuta attenzione alle richieste del tuo cliente e alle sue esigenze, forse dovresti riconoscere di aver lavorato in modo amatoriale e scorretto. E di conseguenza dovresti assumertene le responsabilità, anche se queste comporteranno un ulteriore perdita di tempo e lavoro.

Modifiche, modifiche, modifiche. E ancora modifiche.

Come detto, ogni contratto prevede che il cliente possa richiedere alcune modifiche sul design, al fine di raggiungere la versione finale del progetto. Attenzione però: alcune, non infinite.

Alla consegna della bozza, fa che sia chiaro che il cliente può trattenere la stessa per tot giorni, al fine di valutarla e definire le eventuali correzioni da apportare. Fai in modo che, una volta apportate le variazioni, le ulteriori modifiche che sorgeranno in un secondo tempo potranno essere preventivate a parte: in questo modo verrai tutelato e non sarai costretto ad apportare modifiche su modifiche ogni volta che il tuo cliente, magari di temperamento volubile, cambierà idea sulla bozza precedentemente accettata.

Conclusioni

Abbiamo riportato qualche piccolo esempio di ‘contrasti’ che potrebbero sorgere quando lavoriamo a tu per tu con un cliente. Quali obiezioni hai ricevuto nel corso della tua carriera e quali soluzioni hai adottato? Hai mai dovuto affrontare una situazione simile a quelle proposte nell’articolo? In caso affermativo, quali sono state le tue reazioni? Confrontiamoci!

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L'autore

Web designer, lavora nel campo della grafica e dello sviluppo web da sei anni e al momento oltre a collaborare con una web agency gestisce con successo la sua attività di freelance sotto il nome di mascara design. Come molti freelance si è abituata a gestire più ruoli, spaziando dalla grafica cartacea allo sviluppo del codice xhtml e css; nonostante questo la sua passione rimane, sempre e comunque, la grafica per il web.

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