Chi ha ancora bisogno del web designer?
Il titolo è forte e provocatorio, ma in questo articolo parleremo di come si sta evolvendo una delle professionalità più incomprese del web. Una premessa è d’obbligo: sono un amante di WordPress e Drupal (preferisco WordPress). La maturazione di questi CMS opensource è – insieme all’abolizione di IE6 e l’avvento dell’ Iphone – una delle cose più interessanti degli ultimi anni, anche se pone dei problemi a vari livelli in alcuni profili professionali che io considero “adiacenti” come il web designer e il programmatore.
Una breve panoramica di come il web designer viene impiegato o delle skills richieste ci servirà a capire quanta confusione ci sia attorno a questa figura e come ai tempi del web 2.0 e dei social media, questa professione abbia rivisto molte delle sue peculiarità.
Il web designer nell’ambito lavorativo: Grandi realtà
Nelle grandi aziende, importanti società di comunicazione e grosse web agency, il web designer viene utilizzato per il suo scopo nativo: fare da anello di congiunzione tra il lavoro del creativo e quello del programmatore. In effetti il web designer non è un creativo ma è un tecnico, un professionista capace di produrre dei markup utilizzabili dai programmatori partendo da un sorgente grafico.
Le sue competenze “parallele” sono grafiche, ma anche di programmazione; infatti dove i flussi di lavoro sono ben consolidati egli deve ottimizzare il markup tenendo presenti le aree dinamiche gestite dal CMS di turno per evitare re-work da parte dei programmatori ed accertarsi che i template originali rispettino la creatività approvata dal cliente. É suo anche il compito di dialogare con il creativo per semplificare la grafica in situazioni in cui non è possibile replicare gli effetti voluti (ricordate IE6?).
Sembra chiaro da questo approccio che il web designer non si occupa di creatività pura, ma è il graphic designer ad approcciare a questa parte di lavoro. Il rischio di questo metodo è che, se il creativo non ha buone conoscenze del mezzo internet, potrebbe proporre design difficili da gestire con i CSS. Onestamente questi problemi sembrano man mano affievolirsi, visto il progredire dei browser e la sempre maggior potenza dei CSS.
Il web designer nell’ambito lavorativo: Piccole realtà
In piccole realtà e nell’ambito freelance la situazione è ben diversa. Nel primo caso il web designer viene visto anche come creativo, quindi un professionista che parte dal brief e realizza i sorgenti grafici. Ovviamente a questo gli viene richiesta anche la competenza di grafica flash e (molte volte) anche di programmazione action script (nel mondo ideale queste due skills corrispondo ad altre due professioni).
Onestamente credo che tutto sommato questa richiesta possa essere giusta, del resto anche oltre oceano il web designer realizza la grafica nella quasi totalità dei casi. Il rischio di questo approccio (lo conosco bene perchè è anche un mio problema) è quello di essere tentati dal “semplificare” le proposte creative presentate al cliente. Un web designer conosce bene le difficoltà di alcune scelte grafiche e magari alle volte tende (anche in modo involontario) a non proporle. Ecco perchè nella maggior parte dei casi le soluzioni davvero innovative vengono realizzate in team.
Il web designer nell’ambito lavorativo: Freelance
Nell’ambito freelance la cosa si complica ancora di più, prima di tutto perché in questo caso il web designer deve anche affrontare direttamente il cliente, proponendosi come project manager. Per essere poi competitivo, a livello di budget e tempi, deve sapere sviluppare in autonomia soluzioni flash, manipolare librerie javascript (che molte volte sostituiscono il lavoro che prima si faceva in flash), saper ottimizzare lato SEO le pagine. Concluso il lavoro si avvale di programmatori per la parte server side.
Tutt’ora guardando gli annunci di lavoro e’ notevole come le piccole realtà inseriscano la richiesta di web designer associandogli delle skills davvero lontani dalla figura principale: competenze di linguaggi server-side (php, .net, java, c++), competenze di configurazione server, oppure esperienza nel 3D, sono solo alcuni dei casi che mi sono trovato a leggere.
La diffusione di WordPress e Drupal
Ma veniamo al nocciolo della questione, ossia l’avvento e il successo mondiale dei CMS opensource, WordPress e Drupal su tutti. Con esempi come il sito della Casa Bianca queste soluzioni sono state definitivamente sdoganate al grande pubblico degli sviluppatori, compresi i più scettici. Per il professionista web designer questa nuova realtà rappresenta un’opportunità, ma soprattutto dei rischi.
Le opportunità
La prima opportunità consiste nell’abilità di creare e personalizzare graficamente i temi. Nulla di sbagliato a parte il fatto che bisogna avere delle basi di programmazione e capire bene l’anatomia degli stessi.
L’altra opportunità molto più allettante – e rischiosa – è quella di poter essere in grado in poco tempo di realizzare siti e portali dinamici senza l’ausilio della figura del programmatore. Ovviamente per un freelance questa è una manna perché può guadagnare di più senza appoggiarsi a terze figure, ma anche perché può controllare la bontà del suo lavoro grafico seguendo in prima persona tutto il delivery del lavoro.
I rischi
Dove risiede allora il rischio di questo approccio? Personalmente penso che ogni professione deve essere specifica del campo intrapreso e questo vale per ogni lavoro.
Nel caso del web designer la naturale evoluzione professionale lo porta ad acquisire seniority e poi a diventare team leader o art director. Per evolvere il web designer deve guardarsi attorno e capire bene quali soluzioni può offrire ai suoi clienti non solo a livello grafico ma anche a livello di infrastruttura.
E’ giustissimo capire come funzionano le varie soluzioni CMS, le loro potenzialità e differenze perché solo così un bravo team leader può consigliare il cliente e può dirigere al meglio il suo gruppo di lavoro.
Quello che trovo completamente sbagliato è il cambio di rotta che porta il web designer ad occuparsi non solo di creatività (e fin qui va bene), ma anche della parte di programmazione e sviluppo.
Un freelance deve guardare avanti e non accontentarsi di tenere per sé tutto il budget di un progetto; un freelance deve trovare nuove soluzioni creative e di interfaccia per quel che è il suo profilo. Solo così potrà essere competitivo rispetto alle grandi web agency o essere chiamato da queste ultime per sviluppare progetti su grandi clienti. La facilità di implementazione di WordPress è innegabile, tuttavia il web designer dovrebbe limitarsi allo sviluppo di temi per questa piattaforma, lasciando la programmazione al ruolo a cui essa compete.
Chi ci rimette di più?
Il rischio maggiore di tutto questo discorso non è per i programmatori che vedono assottigliarsi le proprie commesse, ma proprio per il web designer. Rispetto ai tempi in cui si compravano dei template scadenti da “Template Monster”, con l’avvento di WordPress la disponibilità di temi ad alto impatto, ben curati e moderni e davvero ampia.
In questo gioco il programmatore è avvantaggiato perché con estrema facilità “bypassa” la figura del web designer, acquistando uno di questi tantissimi temi e personalizzandolo con la sua competenza di coder. Ecco quindi che “appiattire” e far convergere le competenze di due figure professionali così diverse è un rischio per entrambi, ma (visto che è l’oggetto dell’articolo) il rischio maggiore è proprio per il web designer.
Come detto è infatti più facile per un programmatore scaricare un template e realizzare un sito complesso, rispetto ad un web designer che realizza una grafica personalizzata, ma che poi si trova a dover implementare un e-commerce su Drupal.
Inoltre per clienti con budget ridotti si è aperta un’altra opportunità ancora più rischiosa: Facebook. Una “fan page” su questo social network comincia ad essere la prima scelta per molti clienti, rispetto allo sviluppo di un vero e proprio sito web.
Vorrei completare il delicato panorama, con realtà come SquareSpace o LiveRestò. Sono sistemi online “all-inclusive” che permettono il delivery completo di un sito web, dalla grafica, al markup fino alla parte dinamica. Lavorando un po’ con SquareSpace mi sono reso conto che non servono grandi potenzialità o skills pregresse per poter portare a casa un ottimo risultato.
Cosa fare?
Allora la domanda è: Se facciamo convergere le nostre competenze, snaturando il nostro profilo; se ci accontentiamo di saper lavorare sulle FanPage di Facebook; se lavoriamo con sistemi come SquareSpace o scarichiamo un tema WordPress, cosa rimane del nostro background? Dove ci porterà questo tipo di scelta ? Riusciremo ancora ad essere competitivi sul mercato se non siamo davvero innovativi rispetto alla massa?
Il mio timore è che se continuiamo di questo passo le “vecchie” figure professionali spariranno e verranno sostituite dai “customizzatori”, con budget e creatività limitati.
A te la scelta!
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Ciao Freedance, secondo me il rischio professionale è più massacrato dalle persone che dai CMS. Alla fine effettivamente WordPress e Drupal danno tanto, ma ho visto tanta gente dirlo e poi sbatterci violentemente il muso, incappando anche solo in un plug installato male.
Il vero pericolo per il nostro lavoro sono quelli che ti propongono il sito a 100 euro, l’indicizzazione a 50, il logo a 10. Quelli sono i veri tumori del sistema di web building.
ps: qualcuno mi critica perchè associo questa cosa alla parola tumore, ma se guardiamo bene cosa è un tumore mi pare di non dire cose vane. Il tumore è il collasso di un sistema ad opera di cellule malsane!
Ciao Merlinox, quello che dici è sacrosanto e per quel che mi riguarda assimilitato è affrontato più volte. Il mio articolo pone però l’attenzione non sui budget, ma sulla professionalità che viene distorta a favore di competenze che non riguardano il web designer o vice-versa il programmatore.
Daccordissimo con Merlinox. E ti dirò di più: oltre alla concorrenza che vende siti a 400 euro (una GRAFICA PROFESSIONISTA che conosco) e gli smanettoni che te lo fanno a 250, occorre fare i conti anche con la clientela che oggigiorno non comprende ancora cosa ci sia dietro la realizzazione completa di un sito, cioè la progettazione, la struttura che spesso fa tribolare, l’indicizzazione con tutto lo studio e lo sbattimento che c’è dietro, le gallery con le immagini da ritagliare/ritoccare e i testi da inventare (perchè io non ho ancora trovato quel cliente che si mette lì, su word, e ti da i testi perfetti). Tutto questo ti rende aggressivo nei confronti degli altri e ti riduci ad inventarti di tutto per ammortizzare i tempi e cercare di guadagnarci il più possibile.
Io non ho ancora avuto modo di utilizzare wordpress per un cliente… Mi hanno chiesto di realizzare un e-commerce: ho proposto loro un’agenzia specializzata che chiede 3000 euro e il cliente mi ha già detto che è troppo. E’ ovvio che dovrò improvvisarmi programmatore realizzandolo con strutture open source per fargli risparmiare denaro…
come vedi è il mercato che ti porta a ricoprire mansioni che nn sono le tue
Igor, daccordissimo anche io. La discussione e la provocazione è proprio su questo punto: per il web designer che deve competere con altri “professionisti economici” e clienti che non capiscono la qualità, è giusto imparare ad esempio WP per guadagnare di più? Nell’articolo parlo come questa soluzione possa dare soddisfazioni nel breve, ma a tendere mi chiedo se non si perda la professionalità sia del designer che del developer.
mah, io credo che alla fine ci saranno tanti professionisti che potranno ricoprire, nel loro piccolo, diverse figure professionali senza perdere di qualità.
Certo è, e ti parlo a livello personale, di mettermi a studiare il php o il c++ non mi passa manco per l’anticamera del cervello, quindi continuerò comunque a rivolgermi ad altri per ottenere un servizio più completo per il mio cliente. Ma è come dicevi te prima: occorre avere un’infarinatura di tutto per riuscire a progettare un sito “costruibile”, altrimenti rischio di dare in mano al programmatore un layout di cui avrà difficoltà a montarne la struttura.
e comunque, Freedance, anche te ti proponi dicendo:
“Sono un Web Designer freelance, Front-End Developer (XHTML, CSS, jQuery) e UX Designer”. ;-)
Si, la gente che non sa vendere le proprie capacità (spesso anche poco capace) e che accetta i lavori mezzi gratuiti rovina veramente il mercato alle persone serie e ben motivate e veramente capaci di lavorare bene.
Ci può stare all’inizio a fare dei lavori a costo basso, ma solo per un motivo, aggiungere un paio di lavori nel Portfolio, server come startup per un web designer (spesso magari facendo un sito all’amico fotografo o cose così…).
Ciao, articolo molto interessante che dibatte su una questione che mi sono posto pure io parecchie volte. L’ aspetto che più mi lascia a bocca aperta è che si possono acqustare per pochi dollari template graficamente e ben fatti e ben strutturati a livello di mark up.
Però credo che quello che farà davvero la differenza sarà la qualità del servizio che si da al cliente in termini diciamo “umani”, la flessibilità, la capacità di personalizzare e di incontrare i reali bisogni del cliente. Non ho mai creduto nelle soluzioni preconfezionate pronte all’uso, stiamo cmq parlando di design e quindi in primis della capacità di capire fino in fondo le esigenze comunicative del cliente, che spesso sono estremamente diversificate.
La capacità di cogliere tutto questo sarà quello che farà la differenza tra un buon web designer e uno mediocre che vende soluzioni pre impachettate. Non bisogna dimenticare che qui non si vende un prodotto come fosse frutta al mercato ;)
Quirky, sicuramente la qualità del design personalizzato non ha confronti. Tutto quello che dici è verissimo ma è conosciuto solo a noi. La mia domanda è se i clienti medio/piccoli che sono la maggior parte, capiscano questo. Se non lo capiscono, per problemi di budget e di skills siamo “obbligati” a diventare anche programmatori. Questo non va bene!
La realtà è secondo me divisa in due: top level, dove la specializzazione è necessaria. Il resto del mondo: dove bisogna farsi su le maniche.
Nel toplevel forse ancora oggi possiamo avere una scissione netta da grafica, programmazione, db, comunicazione. Nel resto del mondo la vedo molto dura. Anche nei migliori ambienti, cmq è necessario avere almeno una panoramica del resto delle web attività.
Hai fotografato la realtà, ed è importante avere conoscenze “adiacenti” come dicevo nel mio post, soprattutto se il web designer si vuole evolvere diventanto art o team leader. Questo però dista molto dal dover “chinarsi” a sviluppare anche semplici temi wordpress.
Ottimo tema quello che è stato affrontato oggi. Però ci sono dei però.
1 ) Per i grandi progetti, o progetti di una dimensione superiore al normale, solitamente ( almeno io , e le agenzie dove ho lavorato io ) non ci avvaleva di cms pre-confezionati come wordpress e drupal , ma bensì interi cms realizzati dal programmatore che si adattavano alla perfezione al cliente e alle sue esigenze, quindi il problema dell’assottigliamento dei mestieri non lo vedo ( è un mio parere :) ).
Ovviamente scendendo fino ad arrivare al libero professionista, ci sono dei cambiamenti radicali durante la realizzazione di un sito web. Infatti negli ultimi anni il lavoro si è assottigliato e reso molto più facile dall’avvento e la diffusione a macchia d’olio di wordpress & drupal.
Ciò però non vuol dire che per forza dobbiamo tutti seguire la massa. Ottimizzare i tempi utilizzando wp rende il lavoro meno remunerativo , meno creativo, e prima o poi ci sarà qualche cliente che si lamenterà di questo cms , o di quel sito fatto in quel modo.
E la ci toccherà ritornare alle origini dell’artigianalità ( scusate il termina bislacco ).
Per il discorso di saper gestire la pagina di facebook. Sta tutto a noi far comprendere al cliente la differenza tra una paginetta di facebook e un sito web professionale.
Ovviamente facebook è diventato ormai obbligatorio, ma non possiamo neanche minimamente paragonarlo a un perfetto sostituto di un sito web.
La possibilità di creare moduli contatti , gallery, sistemi di affiliazione distaccati da faccialibro , fanno parte del sito web.
Condividere informazioni, il click su mi piace ( ex diventa fan ) e commentare in maniera diretta un post, lasciamolo fare a fb.
2 ) Per i “costumizzatori” con budget limitati e offerte da non far scappare. Quelli sono sempre esistiti , e hanno sempre preso una miriade di clienti che gli duravano per poco più di una manciata di mesi, il tempo giusto per rendersi conto della poca adattabilità del prodotto offerto.
Il cliente denoterà subito la differenza di un prodotto standardizzato e poco dopo lo troveremo con la coda tra le gambe , che ci chiede di realizzargli il sito web.
Scusate se ho scritto troppo :D
Ciao Rocco, forse non è stato ben inteso il tono del mio articolo. Infatti la mia domanda è proprio quello che dici tu: non bisogna seguire la massa. Bisogna resistere alla “tentazione” che ci offrono i CMS, per realizzare un intero sito dinamico in autonomia. Tutto questo nelle grandi realtà è scongiurato, ma il mondo è fatto anche di freelance e quasi tutti qui lo siamo, almeno per il 50% della nostra giornata. Speriamo solo che i clienti non scelgano più neanche in prima battuta i customizzatori.
Ciao alessandro
personalmente credo che andando avanti sulla strada che ci hai appena illustrato, “convergendo” quindi “le nostre competenze, snaturando il nostro profilo”, si andrà a creare una terza figura oltre al programmatore e al designer, quella unificata tra i due, il designer & developer, ovvero ci evolveremo a fare entrambe le cose, anche senza l’utilizzo di wordpress & joomla (infatti credo che grandi lavori, dove le esigenze del cliente diventano numerose e diversificate non si possono creare con questi sistemi ).
Dopotutto le “evoluzioni” fanno parte della vita, e da sempre i più forti vanno avanti (per i più forti nel nostro caso intendo coloro che sono capaci di adattarsi a fare entrambe le parti: designer & developer)
Giacomo, il tuo punto di vista è interessante e credo sia anche una naturale conseguenza del nostro discorso. Il problema è che l’evoluzione potrebbe portare ad una perdita di professionalità tecnica favorendo lo sviluppo di Cms (anche online) che permettano a tutti di creare siti belli e funzionali. Dividendo sempre le professionalità ci sarà sempre bisogno di un designer e di un developer, non credi?
I CMS sono una cosa ottima: si possono usare da PRO o da Niubbi. Io ho avuto la possibilità di provare a gestire un bel sitone, e ho usato WordPress più come Framework che come Cms. Devo dire che il risultato in termini di tempi è stato sorprendente.
Alla fine sotto il culo hai php e mysql. Non è necessario che sia tutto pluggato o tutto fatto con le fn di default.
Quoto Merlinox, non pensiamo a WordPress solo come un prodotto preconfezionato, WP è open, lo smonti e lo rimonti come vuoi se conosci un pò di PHP, puoi avere un controllo totale.
E non devi scrivere daccapo tutte le funzioni, perchè la comunità ha messo in comune il lavoro fatto. Questo è il web 2.0!
Argomento ostico quello di oggi…
Io lavoro in realtà Top Level e come Freelance, quindi vivo a pieno entrambe le realtà.
La prima ti offre la possibilità di ammazzarti su progetti ad alto budget, tempi strettissimi e difficoltà altissime, perché lavori con baroni della grafica che non sanno bene cos’è un sito, perché lavori con geni della programmazione che non sanno bene cos’è l’html dei nostri giorni.
E’ senza dubbio una realtà stimolante, dove sei costretto ad imparare tutto quello che c’è da sapere, nei grandi progetti non ci possono essere sbavature e generalmente è il webdesigner a tornare sul prodotto finito e dover capire dove il programmatore ha cappellato.
La realtà del freelance è sicuramente più appagante. Lavori con i collaboratori che scegli tu, quindi non hai pesi morti da mantenere, non riscontri un sacco di problemi derivanti da incapacità altrui, non devi sottostare a scelte errate e riesci a portare a termine un progetto in modo più consistente. Certo, se hai un problema sono solo fatti tuoi.
Per contro, in questa realtà si rischia di fossilizzarsi, di dedicare il proprio tempo a cercare gabole per abbassare i budget piuttosto che studiare per migliorarsi e chi fa solo il freelance, penso si trovi spesso ad affrontare questo dilemma.
Io credo fermamente che si debba essere in grado di realizzare un progetto top level (e purtroppo la maggior parte della concorrenza non si avvicina nemmeno) ma non dimenticare le esigenze del cliente. A volte la scelta di wordpress, se c’è dietro un web designer valido, risulta più efficacie di un prodotto sviluppato ad hoc.
Si, WP diventa sempre migliore, più semplice da customizzare anche da un web designer. Però la cosa più interessante la dici proprio tu: “si rischia di fossilizzarsi, di dedicare il proprio tempo a cercare gabole per abbassare i budget piuttosto che studiare per migliorarsi e chi fa solo il freelance”. Sposterei la discussione su questo punto.
Anch’io lavoro come freelance e come dipendente in una web agency di discreta portata. La sfida è proprio quella di riuscire a dare il meglio anche in progetti con budget relativamente ridotti, e per meglio non intendo solo un meglio tecnico ma anche comunicativo.
Mi permetto di continuare a insistere su questo punto, perchè WordPress alla fin fine è solo uno strumento, e come ogni strumento può essere usato in molti modi diversi con risultati estremamente diversi!! Io continuo a credere che la qualità dopo tutto paga.
Infatti fai bene ad insistere, perchè il tono del mio articolo è proprio critico verso WordPress!
Direi più forse verso un certo modo di usare wordpress, quello del pacchettino preconfezionato che, visto che c’è budget ridotto, va bene sempre e comunque in tutte le situazioni e per tutte le esigenze.
Credo che sia proprio questo modo che rischia di far fossilizare la creatività e la vita lavorativa di molti freelance. E’ ovvio che su budget ridotti non si possono fare milioni di fronzoli, ma cmq proporre uno strumento calibrato sulle reali esigenze comunicative e di immagine di un cliente è il minimo che si debba offrire.
Ciao Alessandro e benvenuto nella redazione di yiw (quando te ne pentirai sarà troppo tardi :-))
E’ molto interessante il tuo articolo al quale ora darò il mio contributo.
Non è solo il mondo del web a porsi queste domande. In tutte le professioni ormai esiste la soluzione “light” e quella “seria”.
La domanda potrebbe essere:
E’ minacciato il ristorante di classe dalla presenza di fast food, snack bar e pizzerie?
E’ minacciato l’architetto dalla avvento di imprese che presentano un catalogo con una decina di case prefabbircate?
Io non credo. Chi si può permettere 10 euro per mangiare non andrà nel ristorante di classe, anche se non ci fosse McDonald.
Chi può permettersi 50 euro per un sito, quelli si può permettere.
Quello che voglio dire è che vi sono livelli diversi.
Se voglio una soluzione globale e seria, mi rivolgerò a professionisti seri e sarò pronto a pagarli.
E’ chiaro che andare dal grafico, farsi studiare un concetto di comunicazione visiva (coordinata con il resto: biglietti da visita, carta intestata, depliant), creare un sito come si deve, indicalizzarlo e promuoverlo ha un costo, ma probabilmente avrà anche delle ricadute.
Sono io del resto il primo a dire ai clienti che se vogliono il sito unicamente per metterci il numero di telefono e l’inirizzo di posta elettronica non serve a nulla, basta fare delle pubblicazioni sui siti di annunci e muoversi bene nei social network. Ma quel genere di cliente non lo convicerai mai a spendere 1000 euro per un sito “vero” e che serve veramente.
In conclusione non credo che i social network o altre diavolerie portino via clienti; come ho detto, chi va da McDonald non ha nessun interesse ad andare da Gualtiero Marchesi. Sono persone diverse, con interessi ed obiettivi diversi.
Ciao Maurizio, quello che tu dici è difficilmente attaccabile, come si dice a Roma “non fà una piega”. Il problema non è dal punto di vista del cliente ma del professionista, ossia noi! Per i 1000 euro di cui parli, a patto che il cliente li spendi, un web designer come vede comportarsi? Fare 50% con il programmatore WP professionista o farlselo tutto da solo, a parità di risultato?
Sono d’accordo su tutto tranne che su una cosa che non capisco se hai scritto come esempio fittizio o reale..scusa secondo spendere 1000€ per un sito ad-hoc, professionale e di qualità corrisponderebbe al ristorante di classe?
Lasciando perdere i pischelli da 300€, il problema come già ha detto qualcuno secondo me è principalmente questo, professionisti che svendono il proprio lavoro.
Posso essere critico verso chi fa un cattivo uso di questo strumento, non con lo strumento stesso.
Io sono relativamente nuovo di wordpress, l’ho usato giusto in un paio di progetti, da un lato offre la possibilità a dei cantinari di spacciarsi per grandi developers e questo è sicuramente un punto negativo, però se guardiamo dall’altra parte, le grandi agenzie spesso con la scusa del “fatto ad hoc” propinano prodotti poco usabili, poco testati, non progettati per gli utenti finali e che necessitano di continui interventi e release.
WordPress mi sembra piuttosto solido e se utilizzato dalle persone giuste permette di fare tutto e bene, in fin dei conti (parola di uno che di programmazione sa solo quello che ha studiato a scuola) anche in wordpress si possono sviluppare moduli ad hoc, templates ad hoc, ecc…
A proposito di grandi realtà, tempo fa ho avuto modo di vedere da vicino un progetto di banzai interamente sviluppato su wordpress (http://www.ilpost.it/), beh, banzai è tipo la quarta azienda italiana per pagine online, se anche loro abbracciano il cms open source evidentemente vale la pena provarlo un po’…
Per quanto riguarda invece il migliorarsi ecc… forse la cosa migliore è partire dalle basi e poi, una volta che si ha una certa professionalità e un po’ di senso critico, provare questi strumenti ;)
Bhe Andrea, le critiche a WP le tengo alla larga, lo dimostra la mia frase introduttiva al post. Il senso dell’articolo è capire se un designer deve lavorare con WP come sviluppatore solo perchè è semplice (relativamente), sicuro e opensurce.
mmm, diciamo che in genere un professionista non dovrebbe occuparsi di cose che non sa fare, quindi boh, se un web designer è in grado di fare da solo e il cliente non si aspetta l’eccellenza, ben per lui, se però deve andare per tentativi e non può garantire il risultato, forse è meglio che si rivolge ad uno bravo…
è un po’ come chi si pittura casa da solo e chi chiama l’imbianchino…
Ragazzi però attenti. Parliamo di professionisti. Distinguiamo bene le cose.
1) con i siti a 100€ non si comprano i pannolini per il pupo, al più che tu ci metta 2€ a farli e che tu ne faccia almeno 30 in un mese! (ricordo iva, tasse, spese…)
2) se qualcuno ti paga le spese e nel tempo libero pistoli e fai siti a 100€ non sei un prefessionista
3) l’opzione “buffone”: ovvero faccio un sito e lo rivendo uguale a tutti i clienti spilorci, che non capiscono l’investimento che stanno facendo. Però le 40€ l’ora al meccanico o all’idraulico quelle le capiscono!
Ahi, ahi, ahi…ogni volta che viene toccato questo argomento vengo colpito da forti dolori di pancia…
Di base sono un programmatore e dai lavori svolti si evince questa caratteristica…la grafica non è proprio quello che si definisce “d’impatto”. Dalle poche esperienze con i grafici ho capito che riesco a coprire egregiamente solo 3/4 delle figure professionali in gioco: conosco le potenzialità dei programmi di grafica ma non ho sufficiente creatività per utilizzarli al meglio (ho quindi l’obbligo, o quasi, di affiancarmi ad un grafico).
Dopo questo palloso excursus sulle mie competenze vengo all’argomento in questione.
Ho cominciato realizzando CMS personalizzati: WordPress & Co. per me erano dei giocattoli da dare al ragazzino che smanetta con Photoshop/HTML/CSS.
Arrivando poi a cercare lavoro mi sono accorto che c’è un vero e proprio abuso di questi pacchetti (e relativi plugin) e che poche, anzi pochissime, aziende hanno realmente bisogno di un programmatore: gli basta un pischelletto che prende i metodi di WordPress e li piazza tra le righe di HTML (il tutto ovviamente sottopagato).
Giocoforza mi sto gradualmente adattando a questo svilimento della figura del programmatore fornendo, a chi me ne fa richiesta, soluzioni basate su WordPress.
Mi sono comunque reso conto che la soluzione CMS non fidelizza il cliente come il progetto AdHoc: molte volte, a causa dell’imperizia, si trovano smarriti all’interno dei pannelli di amministrazione (corredati di pagine che mai e poi mai andranno ad utilizzare perchè hanno paura di “rompere” qualcosa) e, scontenti del risultato, scommetto che al prossimo restyling cercheranno di rivolgersi a chi gli può fornire soluzioni AdHoc a basso costo (se mai lo troveranno).
La soluzione definitiva a cui sto lavorando è quella di realizzare un mio CMS estensibile…di base gestione delle pagine…tutte le altre funzioni realizzate/riutilizzate a seconda dei casi. Credo così di poter essere competitivo a livello di prezzi e di fornire ai clienti una soluzione personalizzata al 100% in tempi brevi.
Continuerò a fare il web designer…all’occorrenza il programmatore…e…ahimè…la grafica la lascerò a chi di dovere ponendo un freno alla troppa creatività (non si può avere tutto dalla vita).
Queste tematiche altamente professionali sono il mio punto debole!
Sono irresistibili per me!
Complimentandomi con l’autore vi esprimo cosa ne penso.
Andiamo per step
“L’altra opportunità molto più allettante – e rischiosa – è quella di poter essere in grado in poco tempo di realizzare siti e portali dinamici senza l’ausilio della figura del programmatore. Ovviamente per un freelance questa è una manna perché può guadagnare di più senza appoggiarsi a terze figure, ma anche perché può controllare la bontà del suo lavoro grafico seguendo in prima persona tutto il delivery del lavoro.”
Credo che tutto questo non si verificherà mai per un semplice motivo: SICUREZZA E RESPONSABILITA’. Chi diverrebbe il responsabile dei danni per un mega attacco a dei codici uguali?
Sai com’è…loro li creano…loro li distruggono! E’ pericolo, si perchè si entrerebbe in un circolo virtuoso “di patch” per soli eletti “a caro prezzo” per non vedersi il sito completamente distrutto e il database completamente andato in fumo.
“Il mio timore è che se continuiamo di questo passo le “vecchie” figure professionali spariranno e verranno sostituite dai “customizzatori”, con budget e creatività limitati.”
I customizzatori quanto potranno durare? Io credo fortemente che con l’andare degli anni e il susseguirsi di siti web le esigenze cambiano quindi basterà
seguire la regola primaria del marketing, ovvero, analizzare un problema e creare una soluzione. La chicca? Creare una soluzione personalizzata, come dire sartoriale.
I CMS potranno solo alleggerirci il lavoro.
– Chi curerà i CSS?
– Chi proporrà le nuove soluzioni?
Il lavoro del Webdesigner, da freelance o per le piccole realtà, non deve essere inteso come: “creo il sito, la pagina FB”. No! Ragazzi bisogna crearsi quello che è la continuità! L’entrata costante!
“Quando svuoti un bicchiere mezzo pieno, ci saranno sempre le gocce attaccate al vetro.” – Aforisma, Andrea Leti
Dove siamo arrivati…io a scrivere aforismi. Mi è venuto stanotte.
Aggiungo,
oggi il webdesigner deve ampliare le proprie conoscenze in termini di Marketing Online…non basta più saper creare i siti web.
Scusate se insito però non avevo visto l’intervento di Merlinox.
@Merlinox
Sai perchè capiscono quelle dell’idraulico?
Perchè non esiste ancora una vera materia di studio in italia: l’educazione all’inprenditoria sia piccola grande o media.
Io ho ricevuto richieste del tipo:
Cliente “Mi serve un sito internet”
Io “Quale esigenza vuoi soddisfare? Perchè vuoi un sito? Qual’è lo scopo?”
Cliente “Non lo so! Ora ce l’hanno tutti! Basta che non supera i 100€! – tanto che ci vuole col computer a farlo!!”
Non potevo che rispondegli ” abuhsbhubadshaubsd”
Io – per ora – ho la fortuna che sono un dipendente e nel “tempo libero” faccio il freelance. La cosa più bella è che posso permettermi di mandare a “fan****” gente tipo quella lì.
Il problema nasce quando sei costretto ad accettare lavori simili, altrimenti non hai risorse per generi di prima necessità. E li il sistema si accascia: saltano rispetto, orgoglio e professionalità.
io vorrei aggiungere una considerazione, mi occupo di grafica per amore di essa , ottime conoscenze di photoshop, uso flash 8 in modo decente ormai il tutto da molti anni, ma mi sembra di capire che ormai in un sito internet con ti esclusivamente la programmazione, se vi guardate intorno nessuno piu fa bellissime interfacce, si contano sulle dita i siti web che hanno qualcosa da dire a livello grafico ,tutti dietro al w3c all’ usabilita’ ,codici perfetti sembra una gara a chi mette piu div annidati, ma ormai senza piu fantasia .
header , cont , sidebar footer tutto ridotto a codice forse una gif per l header ma piccola senno e’ troppo lento a caricare.
Ormai anche con flash se non programmi in as3 non muovi piu un punto sullo stage.
i signori programmatori mi infamino pure ,
Massimo,
su queste cose hai ragione, ma secondo me il cliente medio vuole per il suo sito quello che vede in giro in rete. L’omologazione è uno dei rischi di non dedicare il giusto tempo al processo di design.
Sono pochi quelli di noi che realizzano web per le istituzioni o multinazionali vari, loro forse hanno bisogno di codice validato ecc… la pizzeria il ristorante ,il commerciante in genere , colui che vuole il sito vetrina non ci obbliga a tanta rigidita’ , mettiamo piu cuore , fantasia , e passione , non solo codice
Io posso portare la mia esperienza: sono passato dalla pubblica amministrazione, al big spender fino al piccolo artigiano. Ho trovato piccoli-imprenditori che capivano lo sforzo e erano pronti a pagare “il giusto” per un buon prodotto.
Alla fine dovremo essere anche noi PRO (mi metto dentro pure io) a sensibilizzare la gente, magari con i nostri stessi blog, spiegando cosa c’è dietro a un sito, un web design, un testo o un seo, anche solo in termini di ore e attività.
E poi quando uno dici “eh ma quello mi fa tutto con 100€” gli si mostra l’elenco delle cose da fare e lo si fa ragionare. IMHO.
@Melinox
cerco sempre di far capire al mio ipotetico cliente cosa vuol dire farsi fare un sito a 100 €
Mi dispiace leggere dai più che usare il CMS consista fondamentalmente nel “creare un tema”. Sempre più spesso, per colpa degli pseudo professionisti da quattro soldi, si vedono in giro siti carenti in due aspetti molto più importanti, a mio avviso, della grafica in senso stretto o della programmazione: l’interfaccia utente (che non dev’essere bella ma efficace) e l’architettura dei contenuti.
Il web designer deve lavorare su questo e far capire la differenza al cliente rispetto alle soluzioni low-cost che non sono da condannare. Il bravi professionista deve saper venire incontro anche a un cliente che non vuole spendere molto.
Quindi il web designer, non top level come dice Merlinox ma il resto del mondo che si sbatte ogni giorno per crescere e aggiornarsi, deve saper fare tutto, scegliere i “giusti” strumenti con cui lavorare e non fermarsi mai.
Concludendo, gli unici litigi “professionali” che ho avuto sono stati con gente come massimo del commento #31 :D
immagino che andrea del commento #38 sia un programmatore abituato a regole cosi rigide che non gli consentono sfumature , se non quelle che si fanno con i css3.
Perdonami la bassa ironia , il mio voleva essere un richiamo ad usare un po di fantasia,
“gente” come me che ha fatto della fotografia la sua vita e la sua professione”
per fortuna gli angoli li arrotonda con photoshop non con 3 righe di codice
Mi sembra che un po’ tutti abbiate centrato i vari punti attorno ai quali si snoda questo discorso.
Voglio solo portare la mia esperienza: io devo solo essere grato ai CMS.
Come tanti, sono un sistemista da sempre, certificato Cisco, MS, Oracle, Citrix e compagnia bella.
Sebbene abbia iniziato come programmatore quando portavo i pantaloni corti e quindi mi ritrovi sempre a mio agio tra le righe di codice, senza i CMS (e Joomla in particolare) non avrei mai potuto facilmente offrire ai miei clienti soluzioni Web complete sia nel backend che nel frontend in maniera autonoma.
Ottimi templates, sia dal punto di vista grafico che funzionale, tanti moduli spesso scritti molto meglio di quanto non si creda, rapidità di deployment e quindi costi certi e contenuti.
Con i CMS io riesco a coprire le esigenze del cliente dall’inizio alla fine e a fidelizzarlo strettamente.
Ovviamente, la natura del mio lavoro mi porta ad avere spesso a che fare con tipologie di clienti che non cercano mai la raffinatezza grafica estrema, ma robustezza, affidabilità e completezza delle funzionalità. E comunque i template sul mercato sono spesso davvero belli.
Per la mia “categoria professionale” i CMS sono manna dal cielo, sempre che ci si voglia “sporcare le mani” a stendere linee di codice.
Sono convinto che, tra le altre cose (non tutte positive, sono d’accordo) i CMS stanno contribuendo a creare figure professionali più eclettiche, dopo anni in cui ognuno viveva nella sua rigorosa e verticale specializzazione, con buona pace dei clienti non sempre soddisfatti di questo.
Non l’ho mai pensata in questo modo: ho sempre cercato di darmi competenze ampie ed orizzontali e i CMS sono stati per me “l’accessorio che completa l’abito”.
Complimenti per il sito: l’ho scoperto da poco ma ho imparato a frequentarlo spesso.
Ciao
Paolo
@RoccoPassaro Io la vedrei dall’altra parte, ovvero spiegare cosa si può fare con un sito professionale. Con un bell’elenco di tutte le attività ordinato spiegato e raggruppato. E magari anche con la valutazione oraria per ogni voce.
E poi si dice: scegli te quello che vuoi e sai quanto vale.
La mortadella da 9€ al kilo o il crudo da 27€?
Mettiamo anche del Reggiano DOC oppure un Parmigiano discount?
Da bere un’ombra di bianchetto, un calice di Franciacorta Millesimato?
Posso portarvi la mia esperienza in un piccolo centro quale quello di Marsala (Tp). Qui non esistono le figure professionali concentrate in un unico studio di comunicazione o web agency.
Il “Grafico” fa tutto: dal briefing fino alla pubblicazione online del sito internet e non solo: biglietti da visita, loghi, brochure, giornali ecc. ecc. diversamente non puoi vivere (già è difficile farlo così).
Ti ritrovi dunque a dover studiare tutto, a far tutto senza però specializzarti in qualcosa.
Ed il rischio è duplice: il grafico fa tutto ma non fa nulla, non è specializzato e resta indietro rispetto a ciò in cui vorrebbe specializzarsi.
Il cliente acquista qualcosa che è una via di mezzo tra il budget e le competenze. Anche perchè, parliamoci chiaro, se il cliente desidera spendere 500 euro è assurdo proporgli un sito in flash meritevole del premio flash awards :) Di conseguenza non lavori su un progetto in flash e non impari a realizzare un sito in flash per come Dio comanda.
Il discorso è lungo ed io adesso devo scappare :) Buon pomeriggio!!!
Il tema è molto interessante e tra i tanti paragoni quello dei ristoranti mi sembra il più adatto.
Che piaccia o no il web non é più quello del 2000 dove chiunque poteva vendere qualsiasi cosa, ora il web é maturo e a meno di non avere una specializzazione di nicchia si rischia solo di fare il “venditore di prefabbricati”.
Questi sono secondo me le professioni che si stanno affermando nel medio-lungo periodo:
* frontend developer: html5, mobile web, cms comuni e grafica
* backend developer: cms, framework, scalabilità e sistemista
* markettaro: cms, seo, adsense/adwords,..
Ovviamente il confine non sarà netto, ma se ci si allontana troppo dalla propria nicchia si rischia di lavorare di più ed essere pagati meno perché la propria professionalità non viene compresa.
Poi diciamola tutta, il cliente guarda il ROI, proporre un sito strafigo iperpersonalizzato a un venditore di un prodotto di massa non è che faccia più di tanto la differenza.Tanto vale che venda lui direttamente su ebay. Diverso il discorso se il cliente vuole vendere servizi o promuovere eventi sul web
Ciao a tutti!
Dopo avere letto tutti i vs commenti e il mio esordio degno di una story board hollywodiana,vi espongo la mia esperienza magari per darvi uno spunto diverso di riflessione.
Sono un marketer e da qualche tempo ho razionalizzato la crescente importanza di conoscere le logiche del web e i suoi vantaggi in termini di metriche e flessibilità.
Inevitabilmente mi sono accorto, avendo contatto con alcuni dei vostri colleghi e dopo essermi affidato ad uno di questi per la costruzione di un sito,che di competenza in giro ve ne poca (senza sminuire chi di voi sa fare il proprio mestiere).
Purtroppo pagate il retaggio di questi GURU o Professional (siamo all’alba del secondo decennio degli anni 2000 e basiamo la professionalità sui titoli) e a ad un mercato che non ha degli strumenti validi per dare visibilità a chi di voi ci sa fare.Mi sono accorto che alcuni di voi (non è mia intenzione ghettizzarvi e capirete il perchè tra poco) non sono molto a conoscenza delle logiche del marketing e della comunicazione hanno dunque difficoltà a raggiungere una visibilità tale per cui possano essere riconosciuti professionisti e non pressapochisti.
Detto questo,in riferimento all’articolo (e scusate se mi sono concesso degli OT) mi sto avvicinando alla materia (vastissima) e mi rendo conto che oltre alle doti grafiche siano necessarie anche quelle di programmazione.Questo per generalizzare.
Scendendo più nel dettaglio una distinzione è richiesta (indole professionale):
-ambito lavorativo (top level o Freelance)
-e conseguentemente al target a cui volete destinare la vs “creatura”.
Questi due fattori diversificano molto le competenze richieste ma il web designer non può esimersi da conoscere i rudimenti della programmazione.
Riguardo ai CMS dipende sempre dell’uso che se ne fa,dal budget del cliente e ovviamente all’utilizzo che ne dovrà fare il cliente stesso.
Nel caso in cui il cliente non riesca a comprendere la differenza o avete davanti un bigotto che non vuole ascoltare (nella maggior parte dei casi) oppure la vostra comunicazione non è così efficace come credete.
Oggigiorno, dove la concorrenza è sempre più serrata e dove lo spazio per differenziarsi è sempre più saturo,non possono mancare delle soft skills che si allontanano dai puri tecnicismi delle texture di PS o dai tag HTML.
Mi sono dilungato,sorry.
Questo il mio pensiero.
Un design personalizzato è importante per le grandi realtà e le piccole realtà che hanno grandi ispirazioni e nessun template modificato in post produzione darà mai lo stesso effetto.
I programmatori invece vedono soffiarsi il posto dal webdesigner che installa il cms e ha dato un sito funzionante al 99%, poco conta delle performance del sito, nessuno farà un benchmark del prodotto. E’ bello? Ok!
Chi programma oggi sa bene che deve affidarsi allo studio delle API e programmare plugin che personalizzano il CMS.
Il copy, la SEO, chi le cura? nella maggior parte dei casi nessuno.
Secondo me sia il designer che il developer sono a rischio. Il primo per l’esistenza di ottimi template facilmente customizzabili, il secondo per l’esistenza di plugIn che evitano la conoscenza approfondita di codice.
Un breve commento per dare il benvenuto ad Alessandro nella redazione di YIW e complimentarmi con lui per il suo articolo d’esordio.
Ale, purtroppo questo è un periodo un po’ particolare per me, ma appena riesco a ritagliarmi il giusto tempo provo a rispondere anche io agli interessanti quesiti che hai posto.
Un abbraccio e benvenuto ufficialmente a bordo!
Condivido molte riflessioni sulla figura del web designer, che io la associo da sempre a un architetto del web.
Non condivido il fatto che il web designer non debba essere presente nella parte di sviluppo e programmazione, credo invece che debba metterci mano o meglio dovrebbe lavorare alla parte codice a due mani con un esperto sviluppatore.
Bhè ovviamente è un tuo punto di vista e credo che su alcuni aspetti tu abbia ragione. Ad esempio il web designer deve conoscere sia la parte prima (grafica o organizzazione team), sia la parte dopo (programmazione). Conoscere a mio avviso non significa però farne una professione.
Più di tutto io boicotterei questo servizio qua http://visualsite.paginegialle.it/
Un’altra conferma dell’ignoranza sul web design in Italia. Indirzzi lunghi 3km… cose da matti, Tutti template uguali mega legnosi.
Sembra che qualcuno si è letto una guida SEO la dentro ma ha capito tutt’altro…
Indirizzi lunghi così: http://www.annaclementeinteriordesigner.com quando poi nel markup per dire solo i titoli principali sono rappresentati in questo modo: L’ attività
Lo offrono come servizio professionale. Un mio amico lavora come fotografo per PG e ne sento di belle.
Vergognoso.
Ciao, bell’articolo veramente interessante, anche non mi trovo d’accordo con il problema principale.
Non so se è stato già detto da altri, ma “Chi ci rimette?”
“Il rischio maggiore di tutto questo discorso non è per i programmatori che vedono assottigliarsi le proprie commesse, ma proprio per il web designer. Rispetto ai tempi in cui si compravano dei template scadenti da “Template Monster”, con l’avvento di WordPress la disponibilità di temi ad alto impatto, ben curati e moderni e davvero ampia.”
Non sono d’accordo in quanto i designer possono installare un buon cms e non sapere un h di programmazione, e manifestare tutta la loro creatività sulla grafica, che in realtà è quella che più interessa al cliente, anziché il codice del suo sito.
I poveri programmatori invece, si vedono sottratti l’unica arma che avevano a disposizione, ma soprattutto non riusciranno mai a trovare un template che rispecchi perfettamente le esigenze del cliente, in quanto si tratta di gusti. Diversamente invece i designer trovano nel cms appropriato tutte le funzionalità richieste.
Ciao 1Dan, interessante il tuo punto di vista.
Ti sfido però a soddisfare il cliente partendo da una grafica fatta ad’hoc con markup statico e integrarlo su WP senza conoscere bene i loop, i temi, i template e un pò di Php.
Certo che un “copia/incolla” non basterebbe per non ricevere un errore php, e vedersi il sito bianco con un solo messaggio d’errore.
Più che altro il mio discorso riferiva a quei programmatori e disegner che almeno masticano un po della materia dell’altro, ma soprattutto uno dei punti a favore dei designer è che la loro è una creatività ineguagliabile. Per quanto si possa sforzare un programmer, saprebbe copiare alla perfezione un template, ma non ha la creatività e ispirazione( o se ce l’ha è limitata) di un designer. Diversamente questi ultimi possono sbattere più ore su uno script, ma con l’aiuto di forum, siti, manuali e tanta pazienza, potrebbero riuscirci.
Ovviamente sono punti di vista :)
credo ci sia un problema di fondo in Italia, qui spesso bisogna saper fare “più cose” mentre spesso all’estero si è assunti/pagati per ruoli più specifici. Credo poi ci sia anche un po’ di confusione in merito ai chi e cosa deve saper fare cosa… se un grafico lavora per il web è chiaro che deve produrre grafiche per il web, in caso contrario non è adatto al compito…
Kiuz è proprio uno dei problemi che riscontro anche lavorando con realtà statunitensi. Nei miei feed rss ho le offerte di lavoro di servizi come Krops e mi accorgo che fuori dall’Italia si cercano figure ben specifiche per compiti ben delineati. Si viene pagati e assunti “solo” per fare xhtml/css/js. Il mio post tendeva a mettere in evidenza anche questi aspetti di mancata cultura che producono offerte di lavoro assurde in cui la figura ricercata deve coprire le esigenze a 360°. Eì anche colpa nostra se succede ciò, perchè ci “pieghiamo” alle richieste delle aziende pur di lavorare.
niente di più corretto… no so però quale sia la causa: forse il mercato italiano troppo risicato? Forse Web Agency per “hobby” … certo è che mancano le specializzazioni. Noi per esempio cerchiamo un vero grafico per il Web, uno che sappia usare Software per raster e vettoriale ma che produca file destinati al Web… è davvero un impresa ardua…
Articolo molto interessante, da “web developer” vorrei però far notare anche come un “design” personalizzato sia nel 99% dei casi migliore di un tema acquistato, anche dal punto di vista di programmazione, apparte in rari casi, con un sito “personalizzato” ottiene risultati migliori rispetto all’utilizzo di wordpress, drupal & co.
Mi sembra che spesso i “web designer” vedano i temi già pronti come qualcosa di non eccelso, e concordo, quando invece si parla del lato “programmazione” sembra che wordpress & co. siano la soluzione a tutti i mali!
Forse hai ragione!
Lato mio, ossia web designer, trovo che i temi WordPress (e solo quelli perchè Drupal e Joomla fanno schifo) siano molto avanti rispetto ai tempi in cui si scaricavano template per siti html/flash da TemplateMonter.
E’ ovvio che lato programmazione anche questi Cms hanno dei limiti e sarebbe meglio fare le cose ad hoc….
A mio parere aprirsi a nuove competenze, per quanto complesse, non determina il limitarne di altre in quanto la nostra mente di per se non ha limiti. Al contrario, e’ meglio non fossilizzarsi troppo su alcune competenze e, di conseguenza, non dover fare affidamento su terzi.
Ottimo post e bella discussione!
Il post è un pò datato, purtroppo ho conosciuto questo sito solo oggi e mi sono letto tutti i commenti. Per prima cosa faccio i complimenti per il sito e poi vorrei dire anche la mia.
Mi è piaciuto il commento 44 in quanto mi sono reso conto che se non sai fare tutto muori di fame a meno che non hai la fortuna di lavorare in una azienda di alto livello ma non è il mio caso visto che faccio il freelance. Ho iniziato da programmatore ma ora mi propongo anche come webdesigner. Ma alla fine non ho ancora capito se mi posso ritenere un professionista in qualcosa, il motivo? Ma ci siamo chiesti quanto linguaggi di programmazione deve studiare una persona che vorrebbe fare il programmatore? Mica esiste solo il php! Un esempio ? java e jquery, ajax ecc … chi li deve studiare il webdesigner o l’esperto SEO? Non credo nessuno dei sue…. o meglio non dovrebbe essere così. Ma ora vi chiedo: Se il programmatore deve imparare più di un linguaggio (tra l’altro con il problema dell’evoluzione dello stesso nel corso degli anni) e poi, è costretto per i motivi che già sono stati da voi citati a fare la parte grafica e studiare css, html , xhtml ecc …. mi dite quante volte dovrebbe morire e poi rinascere per riuscire a completare tutte le voci da me elencate solo a livello developer? Quando dovrebbe studiare anche la parte del designer la notte? Va da sè che è “costretto” a saper fare un pò di tutto ma alla fine su cosa è specializzato? Non credo a nessuno che mi dice che sa fare tutto a livello top, sarebbe DIO. Per esempio io la parte flash la faccio con swishmax perchè è inutile (per me) che nella grafica sbatta per macromedia flash una vita intera quando solo in rari casi sono disposti a pagarti per siti MEGASPAZIALI, con swishmax fai tutto prima anche se non ha le stesse potenzialità ma almeno il tempo che guadagno lo uso per ciò che può servirmi (ad esempio avanzare nell’ ajax o jquery o vedere qualche video tutorial di photoshop) per rimanere “attivo” a 360 gradi, ma questo non mi piace perchè secondo me è giusto la specializzazione, ad ognuno il suo ma ormai è impossibile su questa terra. Ribadisco , rimane in piedi chi riesce a fare qualcosa in più a prezzi competitivi e non chi è un professionista veramente. I cms e le fan page le odio ma detto questo sto studiando wordpress per i siti lowcost ma strozzerei chi li ha resi disponibili, siamo bravi a darci la zappa sui piedi, siamo così ingenui che abbiamo anche permesso di autogestire i siti ai nostri clienti perdendo la continuità di guadagno, davvero complimenti a questi sviluppatori ……..