Progettazione volta all’accessibilità: come e perché realizzare un sito web accessibile?
Un sito web ben realizzato non deve essere solo esteticamente accattivante o avere un markup pulito e ordinato, deve essere anche accessibile. L’accessibilità è infatti uno degli aspetti fondamentali di cui un web designer deve tener conto durante il processo di sviluppo di un sito.
Spesso si da per scontato che il sito web che stiamo sviluppando sarà visualizzato e navigato unicamente attraverso il “classico” computer fornito di mouse, tastiera e monitor;ma non sempre è così.
Ci sono utenti affetti da particolari disabilità che si trovano impossibilitati a utilizzare i normali strumenti di navigazione cui siamo abituati e che, per accedere alle informazioni contenute sul nostro sito, utilizzano dispositivi a loro più idonei come per esempio uno screen reader usato da una persona non vedente per leggere informazioni testuali tramite sintesi vocale o braille.
Hai mai pensato a come uno screen reader leggerà le informazioni contenute sul sito web che hai appena sviluppato?
Prima di rispondere a questa domanda andiamo a vedere cosa s’intende per accessibilità, qual è l’organismo che definisce le linee guida per l’accessibilità dei contenuti sul Web e quali sono gli utenti che beneficiano di queste linee guida.
Che cosa s’intende per accessibilità?
Prima di addentrarci nell’argomento vediamo qualche nozione teorica relativa all’accessibilità di un sito internet. Secondo la definizione fornita da Wikipedia, l’accessibilità in informatica è la capacità di un dispositivo, di un servizio o di una risorsa d’essere fruibile con facilità da una qualsiasi tipologia d’utente. Per qualsiasi tipologia di utente s’intende anche soggetti affetti da una disabilità fisica e/o cognitiva permanente o soggetti che per ragioni che non hanno nulla a che fare con eventuali deficit fisici si trovano a operare in condizioni limitanti.
Chi definisce gli standard dell’accessibilità?
Esiste un organismo internazionale senza scopo di lucro, composto di un gruppo di esperti che lavora da anni per standardizzare i linguaggi e le tecnologie per il Web. Tale organismo prende il nome di World Wide Web Consortium (o W3C in gergo informatico).
All’interno di questo organismo vi è una sezione che si occupa dell’accessibilità dei contenuti per il Web; tale sezione prende il nome di WAI (acronimo di Web Accessibility Initiative – Iniziativa per l’Accessibilità del Web).
Il gruppo di esperti che partecipa alla WAI si occupa di definire delle linee guida che contengono un’ampia gamma di raccomandazioni studiate per rendere i contenuti del Web maggiormente accessibili; queste linee guida prendono il nome di WCAG (acronimo di: Web Content Accessibility Guidelines) e sono pensate sia per gli sviluppatori di contenuti Web (autori di pagine Web e creatori di siti Web) sia per gli sviluppatori di strumenti di authoring.
Seguendo queste raccomandazioni otterrai il risultato di rendere i contenuti Web più facilmente fruibili da tutti gli utenti, a prescindere dal particolare interprete in uso (ad es., browser normali, browser basati su dispositivi di sintesi vocale, telefoni cellulari, personal computer per automobili, ecc.) o da eventuali limitazioni cui essi possono essere costretti (ad es., ambienti rumorosi, stanze sotto illuminate o sovra illuminate, ambienti in cui occorra avere in qualunque momento le mani libere, ecc.).
Chi sono gli utenti che beneficiano delle WCAG?
Ricapitolando, le categorie generali di utenti che beneficiano delle WCAG sono le seguenti:
- Persone con disabilità fisiche e/o cognitive permanenti (non vedenti, audiolesi, ipovedenti, disabili motori impossibilitati a usare il mouse o la tastiera, malati di epilessia fotosensibile, individui affetti da non meglio specificate disabilità cognitive o dell’apprendimento).
- Persone che per varie vicissitudini incontrano difficoltà simili a quelle di chi è affetto da disabilità fisiche permanenti.
- Persone che utilizzano tecnologie obsolete, connessioni a internet molto lente.
Quali sono le linee guida che il W3C raccomanda di seguire per rendere i contenuti del Web accessibili?
Le prime raccomandazioni del W3C riguardanti l’accessibilità ai contenuti del Web sono state pubblicate il 5 maggio 1999 e prendono il nome di WCAG 1.0 (traduzione ufficiale italiana delle WCAG 1.0). Queste raccomandazioni sono composte da quattordici linee guida che indirizzano i creatori di pagine web su due principi generali: assicurare una trasformazione elegante, rendere il contenuto comprensibile e navigabile.
A distanza di quasi dieci anni, l’11 dicembre 2008, il W3C ha rilasciato una nuova versione delle raccomandazioni indirizzate ai creatori di siti web, che prende il nome di WCAG 2.0 (traduzione ufficiale italiana delle WCAG 2.0).
Il W3C adesso raccomada di utilizzare le nuove WCAG 2.0 invece delle WCAG 1.0
Come sono visualizzati i nostri siti se esplorati tramite browser testuale?
Una volta finito lo sviluppo di un sito internet, un test che pochi web designer eseguono, è quello di provare a esplorare il sito internet mediante l’utilizzo di un browser testuale, come Lynx per esempio. Solo in questo modo possiamo renderci conto di come può essere del tutto inaccessibile – per una particolare categoria di utenti – un sito web sviluppato male.
Quello che segue è uno screenshot della home page di YIW vista attraverso Lynx.
Come puoi vedere dalla foto sopra, quando si naviga attraverso un browser testuale, le immagini che compongono un sito vengono del tutto ignorate.
A questo punto capirai che, per esempio, un sito web con un menù di navigazione realizzato interamente con delle immagini – per abbellirne l’aspetto estetico – senza i giusti accorgimenti (fornire alternative testuali equivalenti) può risultare del tutto innavigabile ad un utente che utilizza un browser testuale.
Per il momento ci fermiamo qui senza entrare nel dettaglio delle varie raccomandazioni fornite dalle WCAG.
Conclusione
In questo articolo abbiamo accennato all’importanza di rendere i contenuti per il Web accessibili a qualsiasi tipologia di utente.
L’argomento accessibilità è qualcosa di molto vasto e complesso che non può assolutamente essere trattato con qualche articolo se non in modo molto superficiale così come ho appena fatto. L’obiettivo di questo articolo era fornire un punto di partenza riguardo all’argomento accessibilità a quanti ne hanno spesso sentito parlare ma che per un motivo o l’altro non hanno mai trovato il tempo o la voglia di approfondire.
Nelle prossime settimane andremo a esaminare le linee guida raccomandate dal W3C andando a esplorarne qualcuna più nel dettaglio in modo da imparare a progettare con uno sguardo rivolto anche all’accessibilità.
Prima di lasciarti una domanda: quali sono gli accorgimenti che prendi solitamente per rendere i tuoi siti accessibili?
11 commenti
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ottimo Nando, argomento anche spinoso se vogliamo
purtroppo ieri per esempio ho scoperto che il sito del coni (se non ricordo male) per esempio non lo è (e dovrebbe non solo per convenienza ma anche per norma)
si iteand, in effetti l’argomento in Italia è stato molto oggetto di discussione soprattutto dopo la pubblicazione della cosiddetta “legge stanca” che definisce le disposizioni per favorire l’accesso dei soggetti disabili agli strumenti informatici.
Ad osservare questa legge devono essere principalmente le pubbliche amministrazioni, ma questa si applica solo a contratti nuovi o a aggiornamenti di contratti vecchi. Ti rimando a questo ottimo articolo di Maurizio Boscarol per ulteriori chiarimenti in merito.
Ad essere sincero ho sempre saputo che c’erano delle linee guide per l’accessibilità ma non mi sono mai dedicato più di tanto ad esse..
Personalmente da qualche mese cerco sempre di inserire i tag title nei link e gli alt nelle immagini, ma oltre a questo non mi sono mai preoccupato di testare un sito su un browser testuale o fare altri test per l’accessibilità, mi rendo conto però che questo è un tema molto importante quindi cercherò di aggiornarmi con i tuoi articoli!
Ciao Famba, si in effetti l’accessibilità è qualcosa cui viene dato ancora poco valore e su cui si deve lavorare molto.
Come per altre cose che abbiamo già visto, spesso bastano piccoli accorgimento in fase di sviluppo per rendere un sito accessibile, soprattutto quando si tratta di siti semplici. Comunque avremo modo di approfondire l’argomento con i prossimi articoli.
A presto e grazie per aver detto la tua.
grazie Nando
Ottimo articolo e quantomai attuale. Il problema italiano sta tutto nella legge stanca e i quaderni dello CNIPA. Andandoseli a sfogliare si nota come in realtà la famosa legge si una delle migliori a livello europeo (e non solo, basti sapere che prima dell’amministrazione obama il sito disability.gov era inaccessibile per molti punti divista basandosi sulla section 508) ma ha una mancanza fondamentale: sono delle line guida non obbligatorie. Questo significa che se uno vuole può fare un sito fregandosene anche se è un sito istituzionale (a qualunque livello ho visto orrori). Oltre a questo la “certificazione” è una gigliottina molto rischiosa, burocraticosa , i certificatori sono pochi e via dicendo. Come al solito in Italia si parte con degli ottimi intenti ma il risultato è quello che è. Però oltre a parlare di accessibilità io fare un passo in avanti cercando di introdurre anche la cultura dello universal design ^_^
Ciao Elmook, perdona il ritardo immenso con cui ti rispondo ma questo ottimo commento mi era proprio sfuggito.
Sono assolutamente d’accordo con te, per quanto riguarda la legge Stanca mi pare non sia obbligatoria solo per siti di pubbliche amministrazioni esistenti ancora prima dell’entrata in vigore della legge, per i nuovi contratti dovrebbe essere obbligatoria. Il problema è – come giustamente fai notare – che non esistono affatto controlli e quindi in molti casi si continua a progettare e sviluppare per le pubbliche amministrazioni ignorando completamente le specifiche richieste.
Io cerco di mettere tutti gli alt=”” alle immagini e nomino le immagini nel modo più chiaro possibile. Idem per i nomi della pagine.
Quando formuliamo un preventivo è giusto specificare che i nostri siti sono accessibili?
Ciao Maddalena, la risposta al tuo quesito è: assolutamente si!
Progettare e sviluppare un sito web completamente accessibile richiede molto più lavoro della “classica” realizzazione cui siamo abituati a “vedere”. Dietro le quinte ci sta tanto lavoro che non è limitato al semplice utilizzo dell’attributo “alt” quando si caricano le immagini (vedi per esempio la realizzazione di una tabella accessibile), ed è corretto che questo venga fatto presente nel preventivo perchè è un ulteriore servizio fornito e che il cliente ci sta pagando.
Ciao, complimenti per l’articolo molto esauriente.
Avrei bisogno però di un chiarimento sulla questione accessibilità e nuove tecnologie.
So che negli ultimi mesi Il W3C è in procinto di pubblicare una bozza di standard per il riconoscimento dei dispositivi in HTML5.
Come si stanno muovendo nell’ottica della responsività dei siti? O meglio, un sito accessibile secondo i criteri previsti dalle wcag2.0 può essere allo stesso momento responsive?
Ho trovato questa guida chiarisce tutti i miei dubbi o quasi… la condivido con voi http://www.slideshare.net/E-labora/web-accessibility-e-legge-stanca