Quanto costa aprire e mantenere una partita IVA

Con l’arrivo del nuovo anno arrivano anche tanti buoni propositi. Uno di questi è quello di aprire la partita Iva per mettersi in proprio.

Ma tra la gente comune, sono ancora molte le questioni in sospeso riguardo ai costi per aprirla e mantenerla.

Sulla convenienza o sull’obbligo di aprire la partita IVA abbiamo già detto tanto in passato

. Basta rileggere i miei precedenti articoli “Quando aprire la partita IVA“ e “10 domanda da porsi prima di aprire la partita IVA” pubblicati qualche mese addietro per rendersi conto.

Nell’articolo di oggi faremo invece due conti, calcolatrice alla mano, su quanto costa aprire una partita IVA e soprattutto mantenerla.

Iniziamo subito col dire che aprire una partita IVA, all’inizio, non costa nulla. Quello che voglio dire è che non bisogna sostenere un onere fiscale o pagare una tassa per aprirla.

L’unico costo che devi mettere in preventivo è solamente l’onorario per il commercialista a cui affidi l’incarico per aprirla e per la tenuta della contabilità.

Sì, perché è opportuno servirti di un commercialista iscritto all’albo per espletare tutte le formalità burocratiche per iniziare.

Primo, perché per te è una sicurezza in più per evitare di sbagliare e in secondo luogo perché ti farà risparmiare tempo e denaro (in caso di errori).

Per completezza di informazione ti dico che l’onorario del commercialista può variare di piazza in piazza o da commercialista a commercialista.

Troverai commercialisti che ti faranno pagare anche più di 200 €uro per l’apertura della partita Iva e altri che ti chiederanno un importo a forfait per la gestione annuale della contabilità della tua ditta che comprenderà anche l’onorario per l’apertura della partita Iva. Altri ancora, probabilmente, non ti chiederanno nulla.

Quello che devi maggiormente considerare sono invece le spese di mantenimento della partita IVA. Spesso tali spese possono essere anche molto consistenti.

Cosa significa questo?

Te lo spiego con un esempio molto comune.

Se hai optato per l’apertura di una ditta individuale in contabilità semplificata i costi di mantenimento della partita IVA e i costi di gestione previsti potrebbero essere i seguenti:

1) COSTI INERENTI L’ATTIVITA’ STESSA

I costi inerenti all’esercizio stesso dell’attività sono tutti quei costi che dovrai sostenere per poter svolgere la tua attività e offrire il tuo servizio.

Sono costi inerenti l’attività, ad esempio le spese sostenute per acquistare i beni strumentali necessari per lo svolgimento dell’attività (computer, stampanti, etc), le spese per l’acquisto del software e dei programmi di grafica, le spese di affitto per eventuali locali, le spese relative a dipendenti o collaboratori, le spese per i consumi di energia elettrica o per i servizi telefonici fissi e mobili (ivi compresi gli abbonamenti per internet e ADSL) e così via.

2) ONORARIO PER IL COMMERCIALISTA

I costi relativi alla tenuta della contabilità (costi di mantenimento) sono diretta conseguenza della mole di lavoro che la gestione della tua ditta individuale necessita.

Le valutazioni da fare per determinare il costo del commercialista possono essere diverse e possono toccare diversi aspetti.

Contribuiscono infatti alla variazione del costo del commercialista la tipologia della tua attività, il regime fiscale prescelto, il volume d’affari prodotto, il numero di fatture annue, la presenza di eventuali operazioni con l’estero e così via.

3) DIRITTO CAMERALE

Il diritto camerale è un tributo che tutte le imprese iscritte o annotate nel Registro delle Imprese devono pagare ogni anno a favore della Camera di Commercio competente territorialmente. Se ti conosco almeno un po’, sono sicuro che adesso ti starai domandando a quanto ammonta questo tributo.

La misura del diritto annuale è stabilita annualmente con un apposito decreto interministeriale e ogni anno, all’avvicinarsi della scadenza, le Camere di Commercio inviano alle imprese iscritte una comunicazione con gli importi e le modalità di pagamento.

L’importo del tributo fissato dalle Camere di Commercio solitamente ammonta circa a un centinaio di euro.

4) CONTRIBUTI PREVIDENZIALI ARTIGIANI E COMMERCIANTI

I contributi previdenziali INPS (artigiani e commercianti) ammontano a circa 3.347 euro all’anno (suddivisi in 4 rate trimestrali).

Il pagamento dei contributi minimi obbligatori deve essere infatti effettuato in quattro rate trimestrali alle seguenti date (16 maggio, 16 agosto, 16 novembre, 16 febbraio dell’anno successivo).

A questo occorre aggiungere una quota a percentuale calcolata in base al reddito dichiarato. I contributi dovuti sul reddito eccedente il minimale devono essere versati entro i termini previsti per il pagamento dell’imposta sul reddito delle persone fisiche (giugno e novembre).

5) INAIL

Nel caso di attività di particolare natura o rischio potrebbe essere obbligatoria l’iscrizione all’INAIL. In tal caso occorre fare una comunicazione (telematica) all’Istituto contestualmente all’inizio dell’attività stessa e annualmente pagare il tributo annuale (un centinaio di euro).

6) IMPOSTE E TASSE

Le imposte e tasse, come ad esempio l’IRPEF e l’IRAP, sono calcolate in percentuale sul reddito dichiarato.

L’IRPEF è l’imposta sul reddito delle persone fisiche e si basa sul possesso di redditi che rientrano in una delle seguenti categorie: redditi fondiari (terreni e fabbricati), redditi di capitale (interessi attivi), redditi di lavoro autonomo, redditi di lavoro dipendente, redditi di impresa e redditi diversi (plusvalenze, attività non abituali, etc…).

È un’imposta progressiva, in quanto colpisce il reddito con aliquote che dipendono dagli scaglioni di reddito.

scaglioni-irpef

L’IRAP, l’imposta regionale sulle attività produttive a carico delle imprese, è un’imposta proporzionale al fatturato e non applicata all’utile di esercizio.

L’importo da versare si ottiene applicando alla base imponibile un’aliquota del 3,90%. Negli ultimi anni, al fine di agevolare le micro imprese, sono state introdotte alcune forme di abbattimento della base imponibile sotto forma di deduzione.

FACCIAMO UN ESEMPIO

Esempio inventato

tabella-preventivo

Conclusioni

Questo in estrema sintesi è il riepilogo dei costi connessi all’apertura e al mantenimento di una partita IVA.

Ovviamente non sono entrato più nel dettaglio perché ogni persona potrebbe avere una situazione a sé stante e in tal caso si dovranno fare le opportune valutazioni insieme ad un consulente di fiducia.

Grafico dell’esempio sopra riportato

grafico

Come si può vedere dal grafico qui sopra relativo all’esempio prima riportato, uno dei costi più importanti e da non sottovalutare, sono i contributi fissi per artigiani e commercianti, i quali devono essere versati anche se non si dovesse guadagnare nulla.

La voce imposte e tasse è invece proporzionale all’aumento del reddito dichiarato (più guadagni e più paghi).

Seguono poi, a ruota, tutti gli altri costi (fiscali e non).

Ovviamente il discorso cambia per quello che riguarda l’apertura e la gestione della partita IVA per una società.

Ma di questo sono certo te ne parlerò in uno dei prossimi articoli.

Domande?

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L'autore

Antonino Salvaggio è laureato in Economia Aziendale ed è iscritto all'Ordine dei Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili di Palermo. La sua attività professionale è rivolta prevalentemente a fornire consulenza aziendale, fiscale e tributaria a professionisti e piccole imprese. Grazie alla passione e all'esperienza maturata nel settore del marketing e della comunicazione e all'interesse per le nuove tecnologie si è specializzato nelle attività di internet marketing applicato ai professionisti.

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