Pronto per diventare un vero freelance?

Ci sarebbero due opzioni.

La prima.

Scrivere un articolo spensierato a proposito di te – freelance ai primi anni – che torni a casa per le vacanze natalizie, i parenti che mangiano panettone e ti chiedono a gran voce di unirti al gruppo.

Sarebbe un racconto simpatico, eh.

Ma all’ultimo minuto mi è venuta in mente un’altra storia. Magari ti mancherà la cornice natalizia, ma insomma, questa è la vita.

La storia è sulla voglia di perfezionamento.

Sulla paura di non essere mai pronti.

Sulla necessità di leggere ogni blog del settore, ogni post, ogni status; di iscriversi ancora una volta all’ultimo corso, l’ultima lezione; di aggiungersi a ogni gruppo su Facebook sui freelance, sul design; di seguire le ultime raccomandazioni dettate dal guru di turno.

Ora, sia chiaro.

Non ce l’ho con la formazione, tutt’altro. Voglio dire: ho scritto un libro sui freelance, faccio un seminario su come trovare lavoro.

Non è la formazione ad essere inutile; è la sua ricerca ossessiva con conseguente mancanza di tempo per l’azione che mi dà da pensare.

È l’ennesimo post su Facebook che comincia con “Che ne pensate…” invece di “Ecco quello che ho fatto”.

E quando dico che mi dà da pensare, vuol dire proprio questo: non so se è giusta, non so se è sbagliata. Mi dà da pensare.

Tutte le volte che ho fatto qualcosa di valore nella mia carriera, è stato quando ho creato qualcosa di unico grazie alla mia esperienza.

E per “unico” intendo qualcosa che nessun altro mi aveva consigliato di fare.

E non l’aveva fatto non perché fosse più stupido di me; ma perché non viveva la mia realtà, non aveva la mia fame né viveva la mia situazione economica.

E per “esperienza” intendo proprio periodi di depressione per non essere riuscito a fare quello che avrei creduto sarebbe stato più facile.

Quando lasciamo che queste due cose, capacità ed esperienza, ci vengano dettate da chi ne sa più di noi, entriamo in un vortice di accelerazione.

E questo è un bene.

Anzi, è un potenziale incredibile di cui i pionieri freelance di dieci anni fa non disponevano.

Ma c’è una linea sottile tra venire accelerati e cullarsi nell’abbraccio delle parole del maestro.

Qualche mese fa ho avuto questo dialogo con un aspirante freelance:

“Secondo te dovrei aprire un blog?”

“Tu vuoi aprire un blog?”

“Veramente no. Ma ho letto che è importante.”

Allora.

Mi rivolgo ai guru e affini del settore.

Qual è il ruolo di chi oggi scrive di design, di freelancing, di modi per trovare lavoro? Parlare delle ultime tendenze, degli ultimi trucchetti, delle ultime strategie.

Perché il lettore le possa copiare? Mmm, forse. O forse perché qualcuno possa leggere quel post, farsi due grasse risate e inventare le tendenze, i trucchetti e le strategie del futuro.

La verità è che qualunque cosa ti possa dire, nel momento in cui ne vieni a conoscenza tu dovrai inventarti qualcos’altro per raggiungere il tuo successo.

Lavoriamo nel settore dell’innovazione; che non lo è più se ti viene raccontata anziché sperimentata per la prima volta.

Ti lascio con una storia.

È una vignetta umoristica.

C’è questo signore che è morto la cui anima sale in paradiso. Ma poco prima di entrare trova due porte, una accanto all’altra.

E lui rimane lì ore e ore, indeciso su quale aprire.

Sulla prima c’è scritto “Paradiso”.

Sulla seconda: “Libri sul Paradiso”.

Fine della storia.

Cos’è per te più allettante: entrare in paradiso o leggere libri sul paradiso? Prima di rispondere osserva in quanti giudicano senza mai provarci; in quanti progettano senza mai sperimentare.

Ora.

Io lo so che in tutto questo ti è rimasta una domanda in sospeso.

Lo so.

Tu vuoi sapere come cavolo andava a finire la storia dell’aspirante freelance che torna a casa a Natale.

La storia finisce così: tu povero freelance torni a casa mentre i parenti giocano a carte e mangiano panettone.

Stai al computer, mentre di là elogiano la tua capacità di lavorare, sempre e comunque.

Ma tu non stai lavorando. Stai facendo i calcoli delle fatture emesse durante l’anno. Tutt’altra roba.

Se alla fine sarai ancora di buon umore, andrai a giocare a carte.

Altrimenti scriverai un predicozzo sulla difficoltà di mettersi all’opera.

Fine.

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L'autore

Luca Panzarella lavora nel mondo IT da dieci anni. Ha scritto "Vivere freelance" (https://www.viverefreelance.it) , una guida per aspiranti freelance. È advisor in Coffice (https://cofficegroup.com), un'agenzia di sviluppo mobile fichissima.

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