Tutto quello che devi sapere sugli Hashtag

Oggi ci discosteremo un po’ dal nostro argomento principale, il web design, per intrufolarci nel caotico mondo dei social network. In particolare, analizzeremo le varie caratteristiche degli hashtag.

Ormai possiamo dire che tutti i principali Social Network hanno accolto gli hashtag come parte integrante del loro modus operandi.

Ma cosa sono effettivamente? E, soprattutto, a cosa servono?

Gli hashtag non sono altro che delle etichette che raggruppano una serie di notizie, commenti, fotografie su un dato argomento, come l’indice di un libro. Attraverso l’aggiunta di un semplice simbolo davanti ad una o più parole chiave, possiamo catalogare il nostro messaggio ad un indirizzo specifico.

Se noi aggiungiamo il simbolo cancelletto (#) davanti alla parola chiave scelta (es. #design) ci verranno fornite tutte le informazioni fin’ora catalogate sotto quell’argomento. Se vogliamo andare nello specifico e cercare informazioni sul web design, allora dovremo unire le due parole in una sola, così: #webdesign.

Un po’ di storia

Il primo ad introdurre il termine hashtag e tutto ciò che ne consegue è stato Chris Messina, un avvocato di San Francisco. Chris ha preso spunto osservando alcuni siti che ne facevano uso per etichettare gruppi e argomenti, come la famosa chat di IRC e l’ormai defunta Jaiku. Ha quindi pensato d’introdurre questa tipologia di catalogazione inserendola per la prima volta su Twitter, più precisamente il 23 Agosto del 2007.

Inizialmente non riscosse molto successo. Gli utenti non erano pronti ad usare questi nuovi hashtag, li trovavano complicati ed inutili. Molte persone erano abituate ad usare Twitter solo come canale di sfogo/svago e non digerivano il fatto di marcare il proprio status con un tag per essere poi intercettati e contattati da altre persone.

Nonostante il primo impatto un po’ burrascoso, gli hashtag divennero man mano parte integrante del sistema. Con un canale vasto come Twitter, dove vengono lanciati più di 98000 tweet al minuto (secondo l’infografica di GO-Globe.com), risulta davvero impossibile seguire un argomento specifico, se non tramite hashtag.

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Oltre ai nostri ormai utilissimi hashtag, Chris decise d’introdurre alcune convenzioni che forse non tutti conoscono:

  • lo slash (la barra inclinata verso destra “/”) può essere utilizzata per indicare la fine di un messaggio e l’inizio dei metadati. Ecco un piccolo esempio:

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  • via sta ad indicare dov’è nata l’idea, quindi la fonte da dove hai preso la notizia.
  • cc per mostrare un tweet ad una determinata persona. Se usi regolarmente le email sai già di cosa sto parlando.
  • by per citare qualcuno. Per quanto sia simile alla convenzione via, con by stiamo facendo una vera e propria citazione, come il blockquote nell’html.

Puoi trovare informazioni aggiuntive nel blog di Chris Messina.

Oltre Twitter

Con la popolarità che hanno raggiunto gli hashtag su Twitter, molti social network famosi hanno deciso d’introdurli nel loro sistema, a partire da: Facebook, Google+, Pinterest, Instragram e Linkedin. Una vera è propria invasione! Tanto che la gente non comunica più a parole ma ad hashtag.

Ne è un valido esempio Facebook dove le persone hanno preso a farne un uso smodato arrivando anche a più di 20 hashtag per messaggio. Non trovandosi un limite di 140 caratteri come Twitter, la questione hashtag è finita per risultare alquanto imbarazzante.

Tanto più che secondo alcune delle ultime statistiche gli hashtag su Facebook risultano controproducenti, affossando l’articolo invece che aumentarne l’efficacia. Il problema maggiore è dovuto al fatto che gli hashtag vengono abusati dalle campagne pubblicitarie, sperando di aumentare l’engagement e vendere di più.

D’altra parte sono un ottimo espediente per poter seguire una discussione su un argomento di nostro interesse senza aderire a gruppi o pagine dedicate. C’è però una limitazione: al contrario di Twitter non è possibile seguire tutti gli hashtag postati ma solo quelli resi pubblici o presenti nella cerchia delle amicizie.

Come cercare un hashtag su Facebook?

È piuttosto semplice, basta infatti digitare la/le parole chiave precedute dal simbolo del cancelletto nella barra di ricerca.

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Ti verranno mostrati tutti i messaggi pubblici e/o di amici che hanno inserito #webdesign come parola chiave.

Hashtag per Immagine

Discorso diverso per i canali Social che lavorano tramite immagini. Pinterest, ma soprattutto Instagram, hanno saputo sfruttare efficacemente questa funzionalità.

Molti brand si stanno focalizzando sulla resa maggiore che le immagini hanno verso gli utenti. L’utilizzo degli hashtag su social come Pinterest ed Instagram non hanno solo la capacità di migliorare la ricerca per genere/tipologia di immagine, ma hanno anche il potere di creare dei veri e proprio seguiti.

Basta guardare grosse aziende come Starbucks dove gli utenti pubblicano volontariamente le proprie foto.

Tempo fa, tramite una furbesca mossa pubblicitaria, Starbucks ha creato un evento intitolato ‘Frappuccino Love che ha ricevuto 79917 foto solamente su Instagram.

Ma anche semplici blog, come RunLovers (di cui sono fan accanita), hanno fatto degli hashtag un vero e proprio punto di forza. RunLovers ha creato un simpatico hashtag tramite semplici biglietti a forma di cuore con scritto #iocorroqui. Persone da tutta Italia si sono date da fare per comunicare la loro posizione mostrando i fantastici paesaggi da loro percorsi.

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Altro utilizzo di hashtag per immagine lo abbiamo visto su Pinterest grazie a Limoni.

Il 9 luglio 2012 Limoni ha indetto un contest dove si chiedeva all’utente di creare una board su Pinterest intitolata ‘Summer bag’ con all’interno almeno 5 pin che rappresentassero i prodotti da spiaggia essenziali per quella estate. Ogni pin doveva poi essere taggato con gli hashtag #summerbag e #limoni.

Tutti vinsero un beauty omaggio da ritirare presso il punto vendita preferito, inoltre le 3 summer bag più originali divennero le summer bag board ufficiali delle Profumerie Limoni.

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In conclusione

Insomma, non c’è limite alla creatività. Gli hashtag se usati bene possono aiutarti ad emergere velocemente tra un mare di altri competitor.

Prima di lasciarti, ecco qualche altro suggerimento che può tornarti utile:

  • Usa hashtag brevi, soprattutto se intendi creare una campagna su Twitter. Hai 140 caratteri (sì e no. Secondo le statistiche di Buffer l’engagement maggiore si ha con un massimo di 100 caratteri: https://blog.bufferapp.com/10-new-Twitter-stats-Twitter-statistics-to-help-you-reach-your-followers) quindi cerca di non esagerare.
  • Non fare il vago usando tag troppo generici. Cerca di specificare più che puoi l’argomento scelto.
  • Non esagerare. Uno, massimo 2 hashtag per volta, qualsiasi social tu voglia adottare.
  • Usa gli hashtag nelle frasi ambigue per aiutare le persone ad afferrare fin da subito il concetto.
  • Ogni tanto sfrutta gli argomenti di tendenza per farti trovare più facilmente. Sempre se hanno a che fare con il tuo brand.
  • Se vai ad una conferenza o ad un evento interessante, cerca di creare una sorta di telecronaca sfruttando l’hashtag messo a disposizione dall’evento stesso. Senza esagerare fai foto e commenta ogni tanto tramite i canali social.
  • Per usare al meglio gli hashtag aiutati approfittando di alcuni tools efficaci, come ad esempio hashtag.org che permette di analizzare quanto popolare è il tag da te scelto.

Spero di averti dato dei buoni suggerimenti e di aver offerto una panoramica abbastanza completa sul mondo degli hashtag. A tal proposito vorrei invitarti ad aggiungere una tua eventuale esperienza, positiva o negativa, nell’utilizzo degli hashtag e qual è secondo te il social network che ne trae maggior vantaggio.

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L'autore

Grafica e "Aspirante" Web Designer. Ha iniziato a scoprire il magico mondo dell'arte fin da piccola, osservando il nonno dipingere meravigliosi quadri su tela. Consegue il diploma di Grafica Pubblicitaria nel 2007. Inizia poi una tortuosa serie di (s)venture che la porteranno a capire il suo reale obbiettivo: il Web Design. Tutt'ora studia assiduamente e spera di concretizzare presto il suo sogno e fare di questo lavoro la sua unica professione. Come recita un famoso detto: "Scegli il lavoro che ami e non lavorerai neppure un giorno in tutta la tua vita".

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