I nuovi minimi applicano la ritenuta d’acconto?

Mi hanno scritto molti ragazzi chiedendomi se da quest’anno la ritenuta d’acconto per chi aderisce al nuovo regime dei minimi passa dal 20% al 5%. Spero che questo articolo ti aiuti a fare chiarezza sulla questione.

La tassazione dei ‘nuovi minimi’

Il 1 gennaio di quest’anno è entrato in vigore il ‘nuovo regime dei minimi’ che apporta sostanziali novità rispetto al vecchio regime, i cambiamenti rilevanti riguardano soprattutto la tassazione e la ritenuta d’acconto.

Le tasse da pagare saranno calcolate ora con una percentuale del 5% sul reddito prodotto. Cosa significa questo? Dai compensi guadagnati con il tuo lavoro da freelance devi sottrarre tutte le spese relative all’attività professionale, così da avere idea del reddito ‘netto’ su cui sarà calcolato il 5% di tasse che andranno al Fisco.

Bisogna specificare però che quanto tu versi alla Gestione Separata INPS ai fini pensionistici costituisce una deduzione del reddito guadagnato. Il che significa che oltre a calcolare le spese per la tua attività professionale puoi scomputare dal reddito anche quanto versato all’ente di previdenza ogni anno.

Esempio (consideriamo un anno ‘a regime’, l’attività è già avviata e sono stati versati contributi previdenziali l’anno precedente, stessi importi ogni anno):

Guadagno annuo € 10.000,00
– Spese attività € 2.500,00
= Reddito lordo € 7.500,00
– Contributi previdenziali € 2.079,00
= Reddito Netto € 5.421,00

Su quest’ultimo ammontare si calcola l’imposta al 5%, quindi 271,05 euro. Il reddito, sottratte le imposte, sarà pari a 7.500,00 – 271,05 = 7.228,95 euro.

La ritenuta d’acconto

Un’altra novità riguarda la ritenuta d’acconto. Le ritenute d’acconto sono ‘un anticipo’ delle tasse che il Fisco ti chiede sulle cifre da te guadagnate. Queste cifre sono scomputate direttamente dai tuoi compensi e versate dai tuoi clienti titolari di Partita IVA.

Compilando la dichiarazione dei redditi, si indicano le ritenute d’acconto che i clienti hanno versato per fare il calcolo del saldo delle imposte che ti restano da versare. Per indicare correttamente l’ammontare delle ritenute d’acconto è importante che entro la fine di febbraio dell’anno successivo il cliente ti fornisca la cosiddetta certificazione dei compensi, documento riepilogativo dei compensi e delle ritenute che lo stesso ha versato per te.

In pratica, i vecchi minimi potevano sottrarre dalle tasse le ritenute d’acconto versate dai loro clienti titolari di partita Iva per calcolare il saldo delle tasse da versare, il nuovo regime non prevede più questa opzione. Riprendiamo l’esempio sopra proposto e ripetiamo l’operazione con la vecchia tassazione al 20%, ipotizzando che solo metà dei compensi fossero soggetti a ritenuta d’acconto (perché solo la metà dei clienti è titolare di partita Iva):

Reddito netto: € 4.728,000
Tassa ‘ex minimi’ al 20%: € 945,60
Rit. Acc. 20%: € 1.000,00
Imposta a credito: € 54,40

Come si è visto, le ritenute d’acconto versate per nostro conto dai clienti servivano ad abbassare l’ammontare delle tasse da pagare, in questo esempio siamo andati addirittura ‘a credito’, cioè il totale delle ritenute d’acconto supera l’ammontare delle tasse, quindi non dovremo versare nulla allo Stato e quei 54,40 euro serviranno per diminuire le imposte l’anno successivo.

Da quest’anno, se hai aderito al nuovo regime dei minimi NON dovrai applicare più la ritenuta d’acconto in fattura. Perché?

Le ritenute d’acconto inserite nella tua dichiarazione dei redditi costituivano un credito che poteva permettere di pagare meno debito ossia le tasse da versare calcolate sui compensi, come ho accennato prima.

Dovendo pagare da quest’anno una percentuale molto bassa di tasse (il 5%), il 20% di ritenute d’acconto accumulate sui compensi richiesti a titolari di partita Iva avrebbe superato l’ammontare delle tasse da pagare, determinando una continua situazione di ‘accumulo’ del credito. In sostanza i nuovi minimi non avrebbero quasi mai pagato tasse.

Il Fisco ha posto rimedio a questa situazione eliminando quindi l’applicazione delle ritenute d’acconto per i nuovi minimi. Quali sono gli adempimenti richiesti in tal senso?

L’Agenzia delle Entrate ha specificato che i professionisti devono redigere e consegnare ad ogni cliente una dichiarazione in cui si dice che applicano il nuovo regime dei minimi (e di conseguenza non sono soggetti all’applicazione della ritenuta d’acconto (questo può essere un esempio, in attesa di documenti ufficiali dell’AdE).

Requisiti richiesti per accedere al nuovo regime

Ho accennato fin qui a due cambiamenti importanti apportati dalla normativa fiscale recente in materia, vediamo insieme quali sono i requisiti che devi avere per usufruire di questi vantaggi:

Il nuovo regime può essere un’opzione valida per chi:

  1. percepisce ricavi o compensi non superiori ad euro 30.000,00 nell’anno precedente;
  2. non ha dipendenti;
  3. i beni strumentali acquistati nel triennio precedente non eccedono il valore di euro 15.000,00;
  4. inizia l’attività nel 2012 o prosegue l’attività iniziata dopo il 2008 oppure non ha svolto nessuna attività nel triennio precedente;
  5. può proseguire un’attività svolta da altri se i ricavi dell’anno precedente non sono superiori ai 30.000,00 euro.

E tu, rientri nel nuovo regime dei minimi?

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L'autore

Giovane dottore commercialista, è entrato presto in contatto con il mondo dei web designer freelance diventando partner dell'agenzia Piperitalab e collaborando con altri professionisti del web. Cerca sempre di aiutare coloro che vogliono intraprendere nuove attività imprenditoriali con entusiasmo e passione, la stessa che dedica al suo lavoro.

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